UDINE
ASPETTA
E SPERA
(…) E Udine? Udine sta a guardare. Aspetta e spera in un politico nuovo, capace di uscire dagli schemi partitici, che abbia grinta e possibilmente sia campanilista fino in fondo. Come lo sono altrove.
Roberto
Meroi
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GRANDE UDINE
Il numero degli abitanti del comune di Udine raggiunse il suo apice nel 1976, allorché anagraficamente vennero superati i 104 mila residenti. Da allora, iniziò una progressiva parabola discendente, conseguenza anche delle leggi di ricostruzione abitativa agevolata nei comuni danneggiati dagli eventi tellurici di quel 1976.
UDINE
ASPETTA E SPERA
di
Roberto Meroi
21
dicembre 2014
IL
GAZZETTINO (UD)
Si
prefigurano, sempre più, tempi difficili per il Friuli,
già falcidiato dalle innumerevoli e continue chiusure di aziende e
attività, ed ora alle prese con l'avanzare di due riforme regionali
che metteranno ulteriormente in ginocchio il territorio: quella
sanitaria (che porterà alla chiusura o al ridimensionamento di più
d'uno degli ospedali friulani) e quella degli enti locali (che
dividerà il Friuli in ben 16 ambiti territoriali).
E
si paventa una situazione ancor più grave per Udine,
in questi ultimi anni pressoché abbandonata dalle istituzioni. La
mancanza di politici udinesi davvero da considerarsi tali, sta
penalizzando in modo grave la più grande città del Friuli, a
vantaggio principalmente dei centri di Pordenone e Trieste.
Pordenone,
negli ultimi anni, è riuscita a rivaleggiare alla grande con Udine.
Nuovo teatro a Udine? Ebbene: nuovo teatro anche a Pordenone! Nuovo
palazzo della Regione a Udine? Allora: nuovo palazzo della Regione
anche a Pordenone! Nuovo ospedale a Udine? Nuovo ospedale subito
anche a Pordenone! E l'elenco delle contrapposizioni potrebbe
continuare in più settori: dall'informazione giornalistica alle
fiere campionarie, dal settore culturale a quello sanitario.
Pordenone vorrebbe ottenere una università tutta sua. Si pensi che a
Pordenone si è persino ipotizzato di costruire un nuovo stadio per
il calcio da 20 mila spettatori! Ora Pordenone vorrebbe estendere il
suo comune inglobando quelli viciniori per raggiungere i sospirati
100 mila abitanti.
Sulla
città di San Giusto ho già scritto parecchio nel recente “Mandi
Trieste”. Quanto abbondantemente documentato nel mio libro andrebbe
però costantemente aggiornato: dai recenti milioni
arrivati per la piattaforma logistica a quelli per la ferriera, da
quelli dati dalla Regione per il teatro Verdi a quelli per il
sincrotrone. Sono fresche di questi giorni le notizie che
testimoniano il gran da fare che si sta dando la giunta regionale a
favore di Trieste. Il 10 dicembre dall'assessore regionale alle
finanze veniva siglato un accordo di programma con il Demanio e i
Comune di Trieste per consentire la riqualificazione dell'ex caserma
di via Rossetti. Il giorno seguente, l'assessora regionale
all'istruzione e quella alle infrastrutture andavano ad inaugurare
una nuova casa dello studente a Trieste da 6,4 milioni di euro.
Venerdì 12 dicembre veniva organizzato dalla Regione un incontro in
Montenegro “per accrescere il turismo di lusso e creare nuove
opportunità di sviluppo nel golfo di Trieste”. Intanto, la
presidente della Regione partecipava a Trieste ad un incontro per
definire le modalità “per la manovra ferroviaria unica all'interno
del porto triestino”. In contemporanea, l'assessora regionale alle
infrastrutture andava a firmare un accordo di modifica al
cronoprogramma per il collegamento viario tra la cosiddetta Grande
Viabilità Triestina e il polo ospedaliero di Cattinara (che verrà
ristrutturato e ampliato con accanto il nuovo Burlo Garofolo a sei
piani: dalla Regione Friuli-VG già a disposizione 140 milioni di
euro).
E
Udine? Udine sta a guardare. Aspetta e spera in un politico nuovo,
capace di uscire dagli schemi partitici, che abbia grinta e
possibilmente sia campanilista fino in fondo. Come lo sono altrove.
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GRANDE UDINE
OCCASIONE
UNICA
di
Roberto Meroi
Il
Gazzettino (Ud)
Sabato
6 dicembre 2014
Il numero degli abitanti del comune di Udine raggiunse il suo apice nel 1976, allorché anagraficamente vennero superati i 104 mila residenti. Da allora, iniziò una progressiva parabola discendente, conseguenza anche delle leggi di ricostruzione abitativa agevolata nei comuni danneggiati dagli eventi tellurici di quel 1976.
Gradualmente,
una buona fetta di popolazione udinese prese casa nelle località
periferiche dove venivano proposti nuovi alloggi più economici. Il
comune di Udine, per la prima volta nella sua storia più che
millenaria, cominciò a veder diminuire i suoi residenti al punto che
arrivò a perderne circa 10 mila nell'arco di una ventina d'anni.
Contestualmente, tutti i comuni dell'hinterland si ritrovarono con un
considerevole aumento di residenti, che erano ex udinesi nella
maggioranza dei casi.
Negli
anni Duemila è iniziata una costante ripresa con molte nuove
iscrizioni anagrafiche nel comune di Udine che superano sia il saldo
naturale tra nati e morti sia le cancellazioni (che comunque
continuano a registrare lo spostamento della maggioranza della gente
sempre nell'hinterland), cosicché ora Udine ha nuovamente toccato la
soglia delle 100 mila unità. Già in occasione del censimento
nazionale dell'ottobre 1981, gli 11 comuni confinanti con quello di
Udine avevano raggiunto in totale le 62 mila unità. I dati Istat di
fine 2013 avevano registrato un ulteriore incremento nelle iscrizioni
fino a far raggiungere i 77 mila abitanti complessivi.
I
vantaggi di un unico grande comune sarebbero indubbi. Forse,
addirittura, maggiori per i futuri “nuovi” udinesi che per i
“vecchi” residenti a Udine. Ad esempio, le linee degli autobus
urbani raggiungerebbero comodamente tutte le piazze delle varie nuove
frazioni udinesi e i potenziali fruitori di una popolazione quasi
doppia dell'attuale, potrebbero fare sì che le corse giornaliere
venissero aumentate con evidenti benefici e risparmi per tutti,
unitamente alla diminuzione del traffico veicolare privato e, di
conseguenza, dell'inquinamento. Gli uffici amministrativi degli
attuali comuni potrebbero fungere comunque da anagrafe e svolgere in
loco, come fossero delle circoscrizioni comunali, tutte le pratiche
attinenti alle varie prerogative del comune, dalle concessioni
urbanistiche all'assistenza sociale. Anche nei settori della cultura e
dello sport, le associazioni, presentandosi tutte assieme con un
unico progetto “a rete”, potrebbero avere possibilità maggiori
di finanziamenti regionali. Non ultimo, il risparmio che si
otterrebbe con la riorganizzazione dei servizi amministrativi
potrebbe creare economie di scala che libererebbero a loro volta
risorse per altri settori. In fin dei conti, anche per il cittadino
dell'hinterland dovrebbe essere motivo d'orgoglio poter dire di
essere di Udine, una città di circa 200 mila abitanti, quindi tra le
prime 20 più popolose d'Italia.
La
riforma regionale degli enti locali è, dunque, il momento propizio
per fare il grande passo tutti assieme. O si coglie ora questa
opportunità, dimostrando intelligenza e lungimiranza, oppure si
persevererà a coltivare perennemente il proprio orticello, magari
continuando a baruffare con il sindaco del comune vicino. Pensando di
essere ancora nell'Ottocento e non già nel XXI secolo.
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Trieste? Tra un litigio cittadino e l'altro, ha la fortuna di avere politici super-campanilisti e senza complessi di inferiorità.
RispondiEliminaIl Friuli? Ha la sfortuna di avere politici timorosi di essere accusati di campanilismo anche quando in realtà richiedono quanto spetta di diritto al Friuli. E per non apparire "provinciali" appoggiano sempre con entusiasmo ogni richiesta del Campanile di San Giusto....
Udine? Priva in Consiglio regionale e in Giunta di appoggi politici (sia di destra, che di centro, che di sinistra!), si vede sistematicamente negato quanto gli spetta di diritto.
Pordenone? Bolzanello, pezzo da novanta della Giunta Serracchiani, è stato a lungo Sindaco di questa città...
Gorizia e Udine? Prossimamente a "Chi lo ha visto"!
Giovedì 8 Gennaio 2015, Il Gazzettino
RispondiEliminaIl futuro di Udine - TANTE PAROLE, POCHI FATTI
"Non si può non condividere la preoccupazione espressa da Roberto Meroi nell’articolo "Povera Udine, aspetta e spera". Effettivamente sembra che in Fvg progetti importanti che riguardino il capoluogo non ce ne siano e che le migliori risorse vengano investite altrove, a Trieste in primis.
L'amministrazione retta dal sindaco Honsell, che batteva i pugni quando si trattava di rivendicare qualcosa con la giunta Tondo, pare sia diventata improvvisamente muta adesso che la Regione è retta dalla (in teoria amica) Serracchiani.
Di meglio non fanno nemmeno quei consiglieri regionali (Riccardi e Colautti, tra gli altri), espressione del territorio udinese anche se non nati nel capoluogo, che hanno dichiarato che la nuova legge regionale di riforma degli enti locali è un serio rischio per i piccoli comuni della cintura udinese che potrebbero rimanere fagocitati dalla "grande" Udine.
Insomma, non ci facciamo mancare niente ed intanto agli interessi di questa città e del suo territorio in pochi sembrano pensare.
Lorenzo Pegoraro - Udine"