FRIULI
AUTONOMIA
"l’autonomia vera
comincia proprio dalle comunità locali."
.......
RICEVIAMO
E PUBBLICHIAMO
Comunicato
stampa
L’”autonomista”,
centralista
e centralizzatore
I
Comitati della montagna hanno salutato con interesse la nascita del
“Laboratori di Autonomie” per l’obiettivo che si è posto di
riproporre con forza il bisogno di Autonomia nelle sue varie
declinazioni, settori, realtà territoriali, Comuni, Regione. A
maggior ragione, poichè gli iniziatori sono stati i sindaci di 12
Comuni friulani: Tramonti di Sotto, Vito d’Asio, Rive d’Arcano,
Flaibano, Mereto di Tomba, Sedegliano, Lestizza, Muzzane, Carlino,
Torviscosa, Precenicco, Fiumicello.
Già,
Fiumicello, dove sindaco è il dott. Ennio Scridel.
Si
dà però il caso che il dott. Scridel sia anche il presidente della
Consulta d’Ambito Territoriale Ottimale (CATO) del Friuli Centrale
, l’organismo succeduto all’ATO, a cui spettava il governo del
servizio idrico prima che con Decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri del 20 luglio 2012 questo passasse interamente
all’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) di Milano,
dal quale ora il CATO dipende.
Ebbene,
il dott. Scridel, sindaco di Fiumicello, in qualità di presidente
del CATO ha ordinato di consegnare entro il 15.01.2015 a Carniacque
spa le chiavi degli acquedotti ai suoi colleghi sindaci di
Cercivento, Forni Avoltri e Ligosullo, comuni montani con popolazione
inferiore a 1000 abitanti, che hanno continuato a gestire
autonomamente il servizio idrico nei rispettivi comuni conformemente
alla ferma volontà dei loro cittadini. Un paradosso che vede il
presidente di un organismo strumentale dare ordini ad un ente di
livello costituzionale qual è un comune! Come si sentirebbe il
sindaco Sgridel se un sindaco della montagna e presidente della CATO
gli ordinasse che cosa deve fare delle storiche fontane di
Fiumicello?
Lo
ha fatto arrampicandosi sugli specchi di una sentenza superata dal
dettato della recente Legge
11 novembre 2014, che all’art.7, comma 1, lettera b) così recita:
”Sono
fatte salve le gestioni del servizio idrico in forma autonoma
esistenti nei comuni montani con popolazione inferiore a 1.000
abitanti istituite ai sensi del comma 5 dell’art. 148”. E’ il
caso dei citati tre comuni.
E
così, mentre la Legge “romana” salvaguarda l’autonoma gestione
decentrata di questi comuni, l’”autonomista” friulano dott.
Scridel vuole centralizzarla in Carniacque spa (e oltre!), società
oberata di debiti, come egli sa. La vogliono centralizzare i suoi
colleghi del CdA, loro pure sindaci o amministratori comunali. Lo
vuole particolarmente il rappresentante della Carnia, il già sindaco
di Raveo, Ariis che, ora, dimentico, si accanisce contro i tre citati
comuni carnici ed i comitati che lo sostennero contro l’apertura di
una cava nella sua Raveo. Tutti costoro pensano forse di sanare le
finanze di Carniacque con le bollette dei 133 abitanti di Ligosullo?!
Lo
ha fatto in fretta, senza aspettare che la nostra Regione a statuto
speciale finalmente adotti, come deve, la legge di settore, ben
sapendo che la Regione Liguria, a statuto ordinario, ha adottato la
legge n.1/2014 che all’art 10 prevede la gestione autonoma dei
comuni sino a 3.000 abitanti e resiste al ricorso avverso del
governo. Lo
ha fatto conoscendo l’ampia autonomia dei comuni trentini in
materia di servizio idrico e non solo.
Lo
ha fatto ben sapendo che il prossimo futuro delle società di
gestione del servizio idrico nella nostra regione è il loro
accentramento ed assorbimento nella multiutility bolognese Hera,
quotata in borsa, che ha già acquisito Acegas di Trieste e Amga di
Udine: altro che autonomismo! Altro che sussidiaretà, principio base
del buon governo! Il dott. Scridel non può non sapere questo e
ignorare che il suo ruolo nella CATO è funzionale a questa politica
centralizzatrice regionale e governativa.
In
questi giorni gli abitanti di Cercivento, Forni Avoltri e Ligosullo
stanno sottoscrivendo una lettera d’invito alla presidente
Serracchiani ad incontrarli. I Comitati invitano il dott. Scridel a
salire in quei paesi e confrontarsi con gli abitanti, a fianco dei
quali sono schierati i montanari, i quali sanno bene che l’autonomia
vera comincia proprio dalle comunità locali.
Al
sindaco di Mereto di Tomba, Massimo Morettuzzo, dirigente del Centro
di Volontariato Internazionale (Cevi), con cui i Comitati della
montagna hanno un rapporto di collaborazione in difesa dell’”Acqua
Bene Comune”, rivolgiamo l’invito a saper distinguere gli
autonomisti veri da quelli falsi, ai quali fa comodo darsi anche un
belletto di autonomista purchè giovi alla propria carriera politica.
29
dicembre 2014
Per
il “Comitato tutela acque del
bacino montano del Tagliamento” – Tolmezzo:
Franceschino Barazzutti
Per
il “Comitato Carnia in
movimento” –
Valle del But: Renato Garibaldi
Per
il “Comitato Per Altre Strade”
– Val Tagliamento: Ira Conti
Per
il “Comitato Acqua Libera”
– Alta Valle del But: Antonino Galassi
Per
il “Comitato Val Degano”
– Val Degano: Paolo Querini
Per
il “Comitato
difesa e valorizzazione del lago” –
Val del Lago: Annamaria Gisolfi
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Il Comunicato Stampa sopra riportato, è stato interamente pubblicato sul settimanale LA VITA CATTOLICA (Ud), giovedì 8 gennaio 2015, con il titolo "Veri autonomisti o furbi accentratori?"
IL FRIULI è ricchissimo dell' "ORO BIANCO", ossia di acqua, che "fa gola" alle potentissime multiutility quotate in borsa. Perché dunque meravigliarsi se la politica è al servizio degli interessi delle multiutility invece che al servizio delle Comunità locali ricche di acqua, come la Regione Friuli?
RispondiElimina...e la stampa locale invece di pubblicare in PRIMA PAGINA la denuncia di questi 6 Comitati, ha relegato il comunicato stampa nelle pagine "interne" della "informazione locale" con "Titoli" di scarso richiamo....
RispondiElimina.... in compenso sui quotidiani locali, notizie di scarsissima rilevanza e spesso "gonfiate" ad arte, hanno l'onore della prima pagina e "enormi titoloni" fuorvianti....
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