di Aldevis Tibaldi
La scandalosa vicenda dell’elettrodotto Redipuglia Udine ovest, tenta di ingrottarsi fra minacce, intimidazioni e omertosi silenzi e, intanto, la lotta del Friuli Rurale fa scuola anche sul Carso Triestino e, ora, in Toscana, anch’essa alle prese con il soliti tralicci della TERNA…
Il maldestro tentativo del Vicepresidente Ciriani -nonché Assessore regionale all’energia- di piegare e a scompaginare la resistenza dei sindaci ostili all’elettrodotto aereo è passato sotto la lente di ingrandimento del Comitato per la Vita del Friuli Rurale e, subito, scoppia la polemica. Dall’analisi delle dichiarazioni rese in quella occasione, ne è uscito un quadro a dir poco sconcertante, puntualmente analizzato e stigmatizzato in una missiva che nella sua crudezza non lascia spazio all’immaginazione: missiva, rivolta al diretto interessato e subito girata ai membri del Consiglio Regionale, nonché agli Amministratori locali.
Gravi sono considerate le questioni di metodo, ma ancora più gravi quelle di merito, perché ritenute prive di fondamento e assolutamente tributarie degli interessi di una società privata, non certo quelli delle popolazioni del Friuli. Ma ciò che suscita nuova indignazione è soprattutto la riprova che questo vertice regionale ha ritardato ad arte l’accoglimento del famigerato ordine del giorno n. 23, ovvero la istituzione di un tavolo tecnico in cui poter rimettere in discussione il progetto della TERNA. Ciriani lo ha di fatto affossato dichiarando inaccessibili le risorse economiche necessarie, quindi, lo ha ridotto a un mero simulacro, una passerella per la società proponente.
A quella riunione, ritenuta “informale” al pari di troppe iniziative regionali che si consumano nel chiuso dei ristoranti, non erano state invitate le Province e ciò non è un caso perché sono di intralcio ad un esecutivo che vuole spadroneggiare sulla solitudine e l’isolamento dei Comuni, senza strutture di area vasta che si facciano interpreti di uno sviluppo condiviso.
Comitato per la Vita del Friuli Rurale
30/8/2011
ALLEGATO
Al Vicepresidente del Consiglio Regionale del FVG Ciriani dott. Luca
Piazza Oberdan 6 34133 TRIESTE Fax 040.3773190
OGGETTO: Elettrodotto a 380 kV in doppia terna Redipuglia-Udine ovest e opere connesse. Riunione con i sindaci del 24/8/11
Egregio Signor Vicepresidente,
Non posso sottrarmi all’obbligo di manifestarLe tutta la mia preoccupazione e la mia riprovazione per quanto da Lei affermato nel corso della recente riunione di cui all’oggetto e nel corso delle successive dichiarazioni rilasciate alla stampa locale.
Tralascio per il momento di considerare gli apprezzamenti denigratori rivolti in quella occasione alla mia persona, naturalmente, in mia assenza, anche perché essi altro non sono che l’inevitabile frutto della sua personale educazione. A chi come il sottoscritto non ha fatto il portaborse e ha dovuto cimentarsi in giro per il mondo nella affermazione del lavoro italiano, certi comportamenti risultano incomprensibili, preferendosi sempre il leale, per quanto aspro, confronto delle idee, tanto più laddove la materia del contendere coinvolge il bene pubblico, la affermazione dei principi della democrazia e, quindi, il dettato della nostra Costituzione Repubblicana. Chi Le scrive avrebbe fatto volentieri a meno di ingerirsi nei fatti della politica regionale e di rubare tutto il suo tempo e le sue risorse per combattere a viso aperto ogni devianza, ogni lesione alla specialità della Regione Autonoma ed ogni attentato al clima di fiducia che deve regolare il rapporto fra il cittadino e la istituzione che egli ha delegato alla gestione della cosa pubblica. Ma così non è stato.
Con tali principi e presupposti era dunque inevitabile che il Comitato, che mi onoro di rappresentare, si stupisse alquanto per una riunione che ha attirato la fiducia dei nostri sindaci senza nemmeno uno straccio di invito e di ordine del giorno. Una riunione che lei, colto dalla critica, ha definito “informale”, come se si trattasse di una rimpatriata fra vecchie glorie e gli argomenti trattati tanto scontati da non meritare nemmeno una verbalizzazione. Modalità, questa, che appare comunemente in uso in codesta Amministrazione Regionale, ogniqualvolta si vuol far passare una decisione, o una coercizione, senza lasciar traccia né del proponente, né dei fondamenti della proposta… insomma, perché un domani si possa dire tutto e il contrario di tutto o, per meglio dire, si dissolva ogni ricordo e le ragioni stesse di ogni eventuale dissenso non verbalizzato. Con gli stessi criteri, la sua Amministrazione si astiene dal riscontrare la corrispondenza epistolare del Cittadino, eppure per adempiere ad un dovere istituzionale non le mancano né le risorse economiche né il personale addetto, destinati piuttosto ad autocelebrarla.
Ma al di là della violazione delle più elementari regole procedurali -che nemmeno un Comitato di Contadini, come il nostro, si sogna di disattendere- rimangono le Sue dichiarazioni “informali” così come raccolte dagli astanti e dalla prodiga stampa. Lei per l’occasione si è reso portavoce delle volontà e delle ragioni della società proponente dandole per oro colato e, tanto per scoraggiare ogni possibile obiezione e gli stessi solidi
fondamenti degli Amministratori locali- le ha date per ineluttabili ed incontrovertibili. Ebbene, Lei non ha esitato ad escludere la possibilità di una sostanziale revisione della soluzione progettuale, dandola per scontata, e rendendo in tal modo ancora più evidente la strumentalità della tardiva adozione dell’Ordine del Giorno n. 23 (collegato al disegno di Legge n. 160-A) con il quale l’Amministrazione Regionale si era fatta carico di una verifica della soluzione progettuale più idonea e della conseguente istituzione di un tavolo tecnico ad hoc. Tanto più evidente per il fatto che Lei, invocate le contingenti difficoltà economiche, ha voluto escludere a priori persino la possibilità che i Comuni possano ricorrere con provvista regionale all’ausilio di consulenti di riconosciuta indipendenza ed integrità, disposizione, peraltro, contemplata nell’Ordine del Giorno medesimo. Ma è andato ben oltre: perché ha voluto intimorire gli astanti preconizzando un sicuro insuccesso nell’eventuale ricorso al TAR.
Osteggiando la soluzione del cavo interrato, Lei si è dunque limitato a far balenare la possibilità di modifiche marginali del tracciato, quando anche il più sprovveduto dei Cittadini ben sa che tale proposito altro non porta che ad una guerra fra poveri, ossia ad una litigiosità inconcludente, finalizzata al nulla di fatto e a deteriorare i rapporti fra singoli Cittadini e le Amministrazioni cui si vorrebbe imporre l’elettrodotto aereo.
Di ricorrere al TAR, avverso il Decreto di Compatibilità Ambientale, nemmeno a parlarne: eppure, il medesimo ha vanificato la decisione di mettere in discussione la soluzione progettuale imposta dalla società proponente e, quindi mortificato le prerogative di una Regione Autonoma a Statuto Speciale. Ma Lei è andato ben oltre nel momento in cui ha pensato bene di spaventare l’opinione pubblica con le tesi che nemmeno la società proponente è stata in grado di sostenere ad oltranza, senza incorrere nel ridicolo. Cioè, che “interrare un’opera del genere vuol dire espropriare 80 ettari di terra in mezzo alla campagna e farci passare l’equivalente di un’autostrada con tanto di cemento nel sottosuolo e che su tutta questa superficie non si potrà piantare nemmeno una margherita”. Ebbene, escludendo la malafede, Lei è l’unico in tutta la Regione che non ha alcuna cognizione della materia, l’unico a non sapere che nei paesi e nelle regioni civili si interrano chilometri di linee senza togliere spazio alle margherite, l’unico a non sapere che da anni stiamo proponendo l’interramento lungo il bordo della autostrada esistente, proprio allo scopo di evitare vincoli e limitazioni di sorta. Ma non è tutto: perché rinunciare alla possibilità di interrare la linea lungo la l’autostrada significa perdere l’opportunità per la società concessionaria, e quindi per la Regione stessa che ne detiene il controllo azionario di condividere il lucroso affare del trasporto dell’energia, né più, né meno come il privato concessionario della Bardonecchia-Torino ha già convenuto con la stessa TERNA. Un cespite di non poco conto e un controllo strategico nello sviluppo regionale che colpevolmente non ha avuto ancora seguito, nonostante i ripetuti solleciti di un Comitato di Contadini.
In verità, dalle Sue incaute dichiarazioni, si deve dedurre che il fondamento delle medesime abbia origine nella propaganda faziosa di chi per non trovare ostacoli alle proprie mire non rinuncia alle più fantasiose esagerazioni. Una valutazione super partes avrebbe abbisognato di una lettura comparata ed equidistante dei costi/benefici e delle possibili alternative, perlomeno come si è prudentemente agito durante la gestione del precedente Assessore all’energia; allorquando fu emessa la risoluzione della Giunta regionale DGR 1095 del 04/06/10, la quale, dopo ampia motivazione, concludeva “di non poter esprimere parere di compatibilità ambientale sul progetto…” per una serie di rilevanti carenze, “ per l’insieme delle motivazioni sopra esposte, non risultando essere stata sviluppata anche l’alternativa della linea elettrica in cavo interrato…”
Né in questa sede possiamo tacere la mancata elaborazione ed emissione del Piano Energetico Regionale che, tuttavia, rimane a Suo carico e la cui assenza rende ogni cosa possibile ed aleatoria, perché affidata alla discrezione, ma anche all’arbitrio o alla remissività dell’esecutivo di turno. Eppure, nel corso della citata riunione per la prima volta è stata ammessa la natura commerciale della linea in questione e con essa dichiarata inevitabile, quanto necessaria, la sua prosecuzione verso l’Austria e il Veneto.
Poiché non vi è stata smentita alcuna sulle dichiarazioni a Lei attribuite dal editoriale del Messaggero del 25/8/2011, la Sua preconcetta decisione di voler aderire all’intesa con il Ministero per le Attività Produttive, prescindendo dalla richiesta di interrare la linea, quale, invece, è stata invocata dalla generalità delle amministrazioni comunali e dei cittadini, ancorché incongrua e destituita di fondamento sul piano ambientale appare del tutto irrispettosa delle garanzie costituzionali. Per giungere a tanto si deve ammettere che, rinunciando a formare un quadro cognitivo imparziale ed irreprensibile e a prendere atto delle tesi ripetutamente e pubblicamente manifestate da questo Comitato, Lei lo abbia fatto deliberatamente e scientemente al fine di intimorire gli Amministratori locali e l’opinione pubblica.
In altri luoghi un siffatto comportamento imporrebbe le dimissioni, ma qualora, volesse mettere a prova le Sue certezze e la Sua autonomia di giudizio la sfidiamo ad un confronto pubblico nel quale potrà avvalersi di quei suoi alti dirigenti che già l’hanno assistita nel corso della citata riunione: quello che all’occorrenza si avvale delle brochure della TERNA, sia l’altro che pur fatta paziente scena muta si è in fine distinto nel decantare le qualità della blave di Mortean.
Distinti saluti.
Aldevis Tibaldi
Comitato per la vita del Friuli Rurale
Via Volta 10 Porpetto UD cap 33050 (tel. 330998268, fax 0432.60284)
.
Nessun commento:
Posta un commento