NOTA PRELIMINARE
Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali
Strasburgo, 1.II.1995
(Traduzione ufficiale della Cancelleria della Svizzera)
La "Convenzione" ha valore legale internazionale vincolante e contiene una serie di disposizioni di carattere programmatico, la cui attuazione concreta è affidata alla legislazione e alle politiche statali.
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Dal 21 al 24 Giugno 2010 il Comitato (europeo) consultivo della “Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali” nel corso della visita effettuata a Trieste, Udine, Gorizia, ha incontrato le minoranze friulana, slovena e germanica della Regione Friuli – Venezia Giulia.
A seguito di questa visita, a cui va aggiunta la visita a Roma, il Comitato Consultivo europeo ha adottato il 15 ottobre 2010, il TERZO AVVISO su l’Italia. Avviso pubblicato a Strasburgo il 30 maggio 2011
Link del documento in lingua francese:
Link del documento in lingua inglese;
Successivamente al 15 ottobre 2010 e recapitandole a Strasburgo soltanto a fine maggio 2011, il Governo italiano inviava al "Comitato Consultivo della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali", delle osservazioni scritte. La lettura di queste “osservazioni” italiane è a dir poco “imbarazzante” per chi conosce la grave situazione in cui si trovano le minoranze linguistiche storiche che vivono in Italia, con la sola eccezione dei francesi della Val d’Aosta, i tedeschi della provincia di Bolzano e gli sloveni della Provincia di Trieste e Gorizia, già tutelati da accordi internazionali.
Link delle osservazioni del Governo italiano:
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Non risulta che la stampa nazionale, e gran parte di quella regionale, sempre prontissime a “sbattere" in prima pagina e perfino in copertina, con altissimi toni scandalistici e articoli spesso pesantemente disinformativi, i “presunti” sprechi derivanti dal “misero” finanziamento regionale e statale alla tutela della minoranza linguistica storica friulana, abbiano dedicato una qualche attenzione a questa TERZA OPINIONE SULL’ITALIA.
E’ da tener presente che questa “Terza opinione sull’Italia” si riferisce al periodo 2005-2009 e quindi tiene conto, come elemento positivo, della approvazione della legge regionale 29/2007 (tutela lingua friulana). Legge ad oggi ancora TOTALMENTE non attuata a quattro anni dalla sua approvazione.
Di seguito pubblichiamo un articolo apparso sul quotidiano “Il Quotidiano” – Udine - in data 4 luglio 2011 a firma di Marco Stolfo.
La evidenziazione con i colori è della redazione del Blog.
La Redazione del Blog.
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DIFESA DELLE MINORANZE,
L’TALIA RIMANDATA
IL CONSIGLIO D’EUROPA
POCO SODDISFATTO
di Marco Stolfo
L'Italia e la tutela delle minoranze: qualche passo in avanti, ma ancora molto lavoro da fare. Descrive così la situazione nel nostro Paese la "Terza opinione sull'Italia" elaborata dal Comitato consultivo, che per conto del Consiglio d'Europa verifica con scadenza quinquennale il livello di applicazione, da parte di ogni singolo Stato, della "Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali". Il documento, recentemente pubblicato sul sito web del Consiglio d'Europa, si riferisce al periodo 2005-2009 ed è stato elaborato tenendo conto sia di una relazione preliminare presentata dal governo italiano, trasmessa a Strasburgo quasi due anni fa, sia di una serie di altre informazioni raccolte presso istituzioni locali e regionali e organismi e associazioni espressione delle diverse minoranze presenti in Italia, nonché alla luce degli incontri avuti dal Comitato consultivo a Roma, Trieste, Udine e Gorizia tra il 21 e il 24 giugno dell'anno scorso.
LA CONVENZIONE. La "Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali" è stata adottata il primo febbraio 1995 in seno al Consiglio d'Europa ed è entrata in vigore tre anni più tardi. L'Italia si è formalmente impegnata a darne applicazione sul suo territorio in seguito all'approvazione in Parlamento della Legge 302 del 1997, mentre a oggi ha soltanto firmato, nel 2000, ma non ancora ratificato l'altro strumento normativo del Consiglio d'Europa dedicato alle minoranze, la "Carta europea delle lingue regionali o minoritarie" adottata a Strasburgo nel 1992. La "Convenzione" ha valore legale internazionale vincolante e contiene una serie di disposizioni di carattere programmatico, la cui attuazione concreta è affidata alla legislazione e alle politiche statali. L'Italia è chiamata a rendere conto al Consiglio d'Europa del trattamento riservato ai rom, ai sinti e alle "minoranze linguistiche storiche" oggetto di tutela secondo la Legge 482 del 1999 (albanesi, catalani, germanici, grecanici, sloveni, croati, francesi, franco-provenzali, friulani, ladini, occitani e sardi) e quindi dell’applicazione di questo provvedimento e della Legge 38 del 2001, che riguarda più in dettaglio la minoranza slovena.
POCHE LUCI. Alla fine del terzo ciclo di monitoraggio sullo stato di attuazione della Convenzione e quindi sulla situazione delle minoranze in Italia, il Comitato consultivo rileva l'esistenza di ben poche luci e di parecchie ombre. I passi in avanti registrati riguardano lo sviluppo della legislazione regionale di tutela, per esempio in Trentino, in Piemonte e soprattutto in Friuli-Venezia Giulia, con riferimento ai provvedimenti dedicati rispettivamente a sloveni (L.R. 26/2007), friulani (L.R. 29/2007) e germanici (L.R.. 20/2009), il compimento della delimitazione territoriale riferita alla tutela della minoranza slovena, le iniziative riferite all'uso pubblico delle lingue minoritarie (in particolare la cartellonistica plurilingue) e la promozione e lo sviluppo della produzione culturale nelle lingue delle minoranze. Le note negative si riferiscono alla brusca riduzione, in particolare nel 2009, dei fondi messi a disposizione per l'attuazione della legislazione statale di tutela, alla necessità di una maggiore presenza delle lingue minoritarie nella pubblica amministrazione, alle molteplici difficoltà che incontrano le lingue minoritarie ad essere usate e insegnate nelle scuole e alla mancata applicazione delle previsioni di legge riguardanti la programmazione in queste lingue da parte della concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico, con particolare riguardo al caso friulano. Si tratta di rilievi già effettuati nelle precedenti Opinioni espresse dal Comitato consultivo del Consiglio d'Europa. Lo stesso vale per la difficile situazione di rom e sinti, che continuano ad essere oggetto di diverse forme di discriminazione e sulle cui condizioni influisce negativamente la persistente mancanza di una apposita legge statale.
PIÙ PREOCCUPAZIONI. Nella "Terza opinione" si sottolinea infine con preoccupazione l'emergere nella società italiana di pregiudizi, intolleranza e razzismo verso rom e sinti, immigrati e appartenenti alle minoranze linguistiche. La situazione parrebbe ulteriormente peggiorata negli ultimi due anni, non solo a livello statale ma anche per Regioni e enti locali, che comunque escono meglio del governo dalla relazione del Comitato consultivo. Ne danno un'implicita conferma anche il ritardo con il quale il governo italiano ha consegnato il suo Commento, recapitato a Strasburgo soltanto a fine maggio così da posticipare anche la pubblicazione in rete della "Terza opinione", e la genericità e talvolta l'ambiguità dei suoi contenuti. Il monitoraggio si concluderà con una Risoluzione del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, che dovrebbe essere approvata in autunno.
Marco Stolfo
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"Minoranza nazionale" non è sinonimo di "minoranza linguistica con Stato", ossia di una minoranza linguistica che parla una lingua che è lingua ufficiale in uno Stato estero, ma è invece il "termine giuridico" con cui il Consiglio d'Europa definisce TUTTE le minoranze linguistiche: inclusi anche i friulani.
RispondiEliminaPoi ogni Stato ha un suo termine giuridico proprio che varia da Stato a Stato.
Purtroppo c'è chi ancora fa confusione su questa terminologia, non si sa se per ignoranza o strumentalmente.