mercoledì 27 ottobre 2010

“ Autonomia e identità: PROVINCIE FRIULANE - LEGGE DA RILANCIARE”

Quotidiano IL GAZZETTINO (ed. Udine) 27 ottobre 2010
Rubrica LETTERE (pagina XXIII)

La prima Repubblica è caduta ma a Trieste una potente lobby, fatta di Destra nostalgica e Massoneria bene introdotte a Roma, continua a trasmettere il vecchio messaggio assistenziale e, al contempo, di chiusura verso il Friuli. Il fenomeno è traversale a tutte le forze politiche triestine, dall’estrema destra alla sinistra. In città quasi tutti meloniani! Anche la Hack è meloniana. Quando sente parlare di istanze friulane per partecipare al banchetto scientifico allarga gli occhioni ingenui come quelli di Maria Antonietta d’Austria esclamante “Ma come, i miei sudditi non mangiano brioches?”. L’obiettivo è di cancellare quello che è stato ottenuto dai Friulani attraverso la legge sulla Ricostruzione in merito ai provvedimenti su università, ricerca, innovazione e infrastrutturazione, per continuare con quelli sulla lingua e sull’identità.
La legge storica del 1976 sulla Ricostruzione sanciva, tra l’altro, la solidarietà friulana rispetto all’ isolamento di Trieste verso Est di quei tempi. A Trieste però, appena incassati i benefici di questa legge promulgata dal Parlamento italiano per il Friuli terremotato, si è solo pensato a garantirsi un ampio ma irrealistico spazio monopolistico verso i settori strategici di università, ricerca e infrastrutture. Questa benevolenza friulana e nazionale ha avuto gravi conseguenze, perché ha illuso le classi dirigenti triestine a continuare con il messaggio diseducativo di una lettura della realtà per cui a Trieste non si hanno gli stessi doveri degli altri italiani e quindi dei friulani. Soprattutto non si devono avere remore ad avanzare progettualità diseconomiche e distorsive rispetto alla centralità del Friuli in regione! Questo attraverso i messaggi di Collino, Menia, Rosolen, Dressi , Belci, Visentini, Maran e altri, accettati da Tondo che, udite udite, ci accusano di frazionismo. E poi c’è sempre una Pordenone ovest, infastidita dei friulani, che dà una mano.
Si pensa quindi che si può praticare una gestione amministrativa che nel Comune di Trieste supporta un organico di mille dipendenti in più rispetto alle medie procapite delle maggiori amministrazioni locali in Friuli. La politica giocata in questo modo, in particolare dalla Destra nostalgica ma anche dalla Sinistra, allontana i triestini da una visione aggiornata della realtà competitiva e globalizzata che viviamo, e provoca reazioni negative in Friuli poiché si trasmette una falsa visione dell’Unità regionale.
Ecco perché è indispensabile rilanciare la Legge sulla Comunità delle Provincie friulane nelle ipotesi formulate da Baracetti.
Dice Federico Simeoni:"Qui in Friuli di federalismo non si vede neanche l’ombra, e dopo il patto leonino sulle compartecipazioni di Tondo e Collino, l’autonomia sta finendo sotto il tappeto delle regioni ordinarie".

Ho partecipato martedì alla festa di popolo e Istituzioni per il novantesimo compleanno del Presidente del Comitato per l’ Autonomia e il Rilancio del Friuli, Gianfranco D’Aronco, e sono rimasto commosso per la densità di partecipazione all’ evento. Si è dato - attraverso il messaggio di Dominici e dei rappresentanti delle Istituzioni - il segno della riconoscenza dei friulani verso chi ha sempre indicato i valori dell’ identità e dell’ autogoverno responsabile, mentre dalla politica regionale vengono proposti nuovi ambigui e inaccettabili patteggiamenti verso le conquiste dei Friulani.
Giancarlo Castellarin

4 commenti:

  1. Giancarlo Castellarin ci ha inviato una sua ulteriore denuncia che volentieri pubblichiamo:

    "Ma anche dal livello nazionale arrivano pessimi esempi, come quelli della Regione Lazio, dove sprecare 10 miliardi all’anno per la Sanità, più un miliardo di deficit, non è considerato irresponsabile rispetto agli standard oggettivi di spesa del comparto, anche se questi sprechi risultano superiori ai costi dell’intero sistema universitario italiano. Senatore Collino, dov’è il suo impegno per i drastici tagli che questa situazione meriterebbe, mentre Lei si disturba a fare le tare alla ben condotta Università friulana? Forse pensa che sostenere il sistema universitario nazionale (anche se non mancano sprechi, particolarmente al Sud) non sia un investimento vitale per il Paese? GIANCARLO CASTELLARIN"

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  2. Quando avrei pronunciato queste parole?

    "Dice Federico Simeoni: . Ho partecipato martedì alla festa di popolo e Istituzioni per il novantesimo compleanno del Presidente del Comitato per l’ Autonomia e il Rilancio del Friuli, Gianfranco D’Aronco, e sono rimasto commosso per la densità di partecipazione all’ evento. Si è dato - attraverso il messaggio di Dominici e dei rappresentanti delle Istituzioni - il segno della riconoscenza dei friulani verso chi ha sempre indicato i valori dell’ identità e dell’ autogoverno responsabile, mentre dalla politica regionale vengono proposti nuovi ambigui e inaccettabili patteggiamenti verso le conquiste dei Friulani."


    Perchè se c'ero dormivo... Con tutto il rispetto e la stima per il prof. D' Aronco, ma non mi pare corretto.
    Cordialità.

    F. Simeoni

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  3. C'e stato un errore nel copiare l'articolo.
    Adesso è a posto.

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  4. Tondo sostiene il "falso" Federalismo voluto dalla coppia Bossi-Berlusconi di cui è servitore, ma nega al Friuli ogni diritto all'autodeterminazione. Ma non solo: ogni volta che il Friuli rivendica il sacrosanto diritto al rispetto delle sue peculiarità linguistiche, identitarie, ambientali ed economiche, scatta subito l'accusa "tondoniana e triestinocentrica" di campanilismo. E l'autonomia regionale richiesta da Tondo a Roma, è sempre pensata in funzione di Trieste. La "questione Friuli" non c'è nell'agenda dell'attuale Giunta regionale. Per Tondo semplicemente il Friuli non esiste!

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