lunedì 2 ottobre 2017

CATALOGNA, DEMOCRAZIA E SOVRANITA' POPOLARE



CATALOGNA
 
LA VOLONTA' POPOLARE
E IL DIRITTO
ALL'AUTODETERMINAZIONE,
POSSONO ESSERE FERMATI
CON LA VIOLENZA DI STATO?


Da:

#DiarioCatalano - la diretta


Dopo una lunga attesa la Generalitat de Catalunya ha comunicato che i votanti complessivi hanno raggiunto i 2 milioni e 300 mila voti, pari al 42,6% del censo elettorale.

Vanno comunque considerate le schede sequestrate, pari ad un ulteriore 5% del censo. Ciò porta ad un risultato pari al 55% dei cittadini con diritto di voto.

Il SÍ vince con il 90% circa dei voti, ma su questo c'erano pochissimi dubbi....

È un risultato soddisfacente?

Certamente un referendum concordato è gestito pacificamente avrebbe ottenuto percentuali di partecipazione ben diverse, ma le scelte spagnole hanno condotto ad un esito differente.

La commissione degli esperti internazionali, chiamati a valutare il livello complessivo di omologabilità del referendum, hanno dichiarato in conferenza stampa che le azioni repressive spagnole non sono riuscite a ledere la piena legittimità giuridica ed organizzativa del voto, che pertanto potrà essere fatto valere di fronte alla Spagna stessa e all'Unione Europea.

A questo punto starà al Parlamento catalano decidere se procedere con la Dichiarazione di Indipendenza o meno. Una scelta che sarà carica di conseguenze ma che, a mio parere, è ormai inevitabile.



...........


 

10 commenti:

  1. I catalani offrivano fiori alla polizia inviata da Madrid per impedire con la violenza il referendum in Catalogna. Un bel segnale di democrazia matura da parte del popolo catalano; un grande errore politico quello di Madrid....

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  2. Sempre da "DiarioCatalano":

    (...) E infine, di questa giornata di vigilia, attesa e speranza, conserverò le parole con cui Vicent Partal ha concluso il suo editoriale odierno di VilaWeb, e quelle con cui il Presidente della Catalogna Carles Puigdemont ha augurato a tutti i suoi concittadini un buon 1º Ottobre.
    Le lascio qui anche per voi, augurandovi buonanotte e ringraziandovi per tutta l'attenzione e tutto l'affetto che avete dedicato al mio #DiarioCatalano.
    Visca Catalunya!

    "E per finire, noi di VilaWeb vi chiediamo di andare a votare e di votare sì, anche perchè questo è, proprio oggi, il miglior contributo che possiamo dare al resto d'Europa. Come dice Teresa Forcades, la Catalogna può essere l’Arenys de Munt dell'Unione Europea [Arenys de Munt è il primo comune catalano in cui si svolse una consultazione autorganizzata nel 2009, cui ne seguirono oltre 500 nel biennio successivo]. L'Europa necessita di esempi positivi e poderosi di difesa della libertà e di recupero di una politica per i cittadini. L'Europa necessita di tornare a parlare il linguaggio della libertà e dei diritti civili e l'esempio catalano può aiutare ad aprire le coscienze, può essere uno stimolo per gli europei delle altre nazioni.
    Domani, domenica, andremo a votare in un referendum che tutti avremmo voluto fosse differente, accordato e dibattuto. Ci sarebbe piaciuto molto discutere con tutti i cittadini di Catalogna se fosse meglio avere o no uno stato indipendente. Il PP, però, ha sequestrato questo dibattito, sequestrando soprattutto i votanti del no, ai cui sostenitori loro hanno chiesto di non andare a votare aquest debat, contro il loro interesse. Però, se pensano che con legalismi e trappole ci possono fermare, è ben evidente che si sbagliano. Dimostriamoglielo domani, nelle strade e nelle urne."

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  3. Alex Storti
    28 settembre alle ore 10:19 ·
    #DiarioCatalano

    Friuli e Trieste in prima linea per la Catalogna.

    Nel giorno in cui la sindaca di Barcellona, Ada Colau, scrive a tutti i colleghi primi cittadini delle capitali europee, per far presente lo stato d’assedio in cui vivono i catalani e, in mezzo a loro, le centinaia di sindaci impegnati nel sostegno al referendum, dall’Alto Adriatico giungono segnali di solidarietà che fanno piacere.

    A Trieste, all’antivigilia del referendum, avrà luogo un presidio in Piazza Goldoni, organizzato dalla United Human Rights Trieste Association (UHRTA), sotto lo slogan “Fuerza Catalunya!”. Gli organizzatori si propongono di mostrare vicinanza verso i catalani, in un momento tanto difficile ma anche ricco di speranze per la regione iberica. Il mio plauso!

    Dal Friuli arriva invece notizia che l’Assemblea della Comunità linguistica friulana, in rappresentanza di 107 sindaci di municipi del Friuli, ha indirizzato una lettera proprio alla stessa Colau, nonché a tutti i colleghi primi cittadini investigati dalla procura spagnola. Ricordo che l’Assemblea è un organismo previsto dalla legge 482 del Friuli e raccoglie oltre la metà dei comuni friulanofoni.
    La lettera indirizzata alla sindaca di Barcellona, partendo dai contenuti della Dichiarazione Universale dei Diritti Collettivi dei Popoli, esprime solidarietà ai sindaci catalani perseguiti dalla magistratura golpista e invita al rispetto del referendum e del suo risultato, quale che esso sia.
    E’ significativo che il documento sia stato reso noto da VilaWeb, uno dei più importanti quotidiani digitali della Catalogna.

    #1O #referèndum #democràcia

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  4. Dal sito friulano "PATTO PER L'AUTONOMIA":

    LA #DEMOCRAZIA NON E’ UN ELASTICO: IN IRAQ COME IN SPAGNA.

    su settembre 29, 2017/ da PATTO PER L'AUTONOMIA

    La parte di popolo Curdo arbitrariamente annessa allo stato iracheno ha potuto votare per la propria #indipendenza. Le logiche coloniali, storiche ed attuali, nulla hanno potuto nei confronti del diritto di un popolo ad esprimersi sul proprio futuro.
    Che in Irak esista uno stato democratico può essere oggetto di discussione ma molti danno per scontato che tutti gli stati europei sono democrazie.
    Che dire del governo centralista spagnolo che impedisce un referendum democraticamente indetto, nostalgia del Franchismo o paura della libertà di espressione.
    I popoli ed i territori che compongono la nostra #Europa sono molti e non sempre corrispondono agli stati nazione attuali, L’Europa che vogliamo è quella dei popoli e delle loro diversità.
    Il patrimonio più prezioso dell’Europa è la diversità che deve essere confronto, e non scontro, quale stimolo migliore per lo sviluppo culturale ed economico di #comunità, #popoli, #territori, liberi di decidere a casa propria, che scelgono spontaneamente di collaborare.

    https://pattoperlautonomia.wordpress.com/2017/09/29/la-democrazia-non-e-un-elastico-in-iraq-come-in-spagna/

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  5. Scusait la pinolerìe ma "sindaca" no si po sintì. Di vualtris no mi sares mai spetât "l'avvallo" di un termin tant feminist cuant gramaticalmenti scoret. Mandi

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    1. Klaus, isal l'unic coment che tu fasis? Nissune condane a Madrid?

      Dite chest, tu dovaressìs savê che cuant si incolin tescj di altris, no si modiche nuie di nuie: e je une regole impuartante e di rispietâ.

      Il Post cun scrit "sindaca di Barcelona" lu à scrit Alex Storti intal Blog "#DiarioCatalano". E dunce just vêlu lassât.

      "Sindaca" al va daûr des regolis de gramatiche furlane, une volte tant ben furlanizâ la lenghe taliane....

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    2. Vedint che us seguis di simpri cun plasè e interes, mi pareve che la condane a Madrid a fos sotintindude. Domandi scuse pal "j'accuse" sul termin; mi ere scjampât il ripuart dal'articul. Comuncue, no capint parce che "sindaca" al seguis li regulis gramaticâlis dal furlan, ribadis l'odiositât di tâl sostantîf ca è dome une fuarçadure feministe boldriniane e di dute che porcarìe di int al guviâr in chel trist moment storic a chì. Cun chistis fuarçaduris, e no dome, la violense psicologjiche perpetrade di chei lasarons chì, a è paragonabile a che fisiche di Madrid.

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    3. Graciis di stânus daûr. Nus fâs une vore plasê.

      mandi
      La Redazion del Blog

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  6. Da #DiarioCatalano:

    Alex Storti - 6 ottobre alle ore 8:42
    #DiarioCatalano - materiale resistente

    Dato che in rete circolano parecchie bugie sulla situazione catalana, mi son proposto di realizzare un piccolo collage con due notizie vere, che da sole dicono quanto le istituzioni spagnole siano menzognere.

    Piccola premessa: in questi giorni un numero crescente di grosse società catalane, a cominciare dalle due banche Sabadell e Caixa, ha deliberato -o sta deliberando- lo spostamento della sede legale al di fuori della Catalogna: chi ad Alicante (Comunità Valenciana), chi a Palma de Maiorca (Isole Baleari), quindi sempre nei Paesi Catalani, chi invece direttamente nella capitale corrotta e infetta, Madrid.
    Si tratta di movimenti che dimostrano, se ce ne fosse bisogno, quanto sia vicina l'indipendenza. Le imprese più sensibili al potere spagnolo, infatti, spostano le sedi per evitare ostracismi franchisti. Ma è anche, in definitiva, una guerra sporca, innanzitutto psicologica, orchestrata dal Governo Rajoy.

    Se quest'accusa vi sembra gratuita, sappiate che proprio il signor Rajoy ha fatto approvare oggi un decreto che consente lo spostamento urgente delle sedi legali delle imprese catalane, al di fuori del territorio soggetto alla giurisdizione della Generalitat. Non esattamente un segno di vicinanza solidale a tutti quei catalani che si sentono spagnoli. Evidentemente non troppo importanti, se lo Stato stende tappeti rossi alle grosse ditte locali affinché se ne vadano proprio dalla Catalogna.

    Il dialogo alla turca del governo spagnolo funziona così: si accusano i separatisti di essere violenti, ma si è i primi -e al momento i soli- a ricorrere sul serio alla violenza; si accusano i separatisti di essere egoisti e di volersi staccare, ma si è i primi a "puntare" alla cassa (rigorosamente altrui) e a intonare canti da sirene per attrarre capitani d'industria poco coraggiosi e molto di ventura.

    Comunque, la risposta indipendentista è già iniziata: in un solo giorno tre comuni hanno cominciato a spostare fondi dalle filiali di queste due banche: siamo a 3 milioni di euro. Briciole, naturalmente, rispetto ai bilanci complessivi degli istituti in questione, ma immaginate cosa accadrà quando a spostare tutti i fondi saranno in migliaia, fra municipi, associazioni, entità e cittadini.

    (se vi va fate girare, grazie)
    ...................

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  7. O vin di dâ fuarte solidarietât a cheste coragjose int che e va incuintri a une violence brutâl di une Spagne fassiste e antidemocratiche. Se Diu vorà un doman nus tocjarà a nô furlans fa viodi al mont la nestre... (magari cussì no: pôre).

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