giovedì 26 ottobre 2017

BASTA EMARGINARE IL FRIULI! - COMUNICATO STAMPA



COMUNICATO STAMPA

22 ottobre 2017

Basta emarginare il Friuli.
 
L’area friulana è particolarmente negletta nell’azione delle due ultime Giunte regionali. E’ stata rigettata perfino la proposta del Prof. Sandro Fabbro del “Porto regione”, che conteneva una visione regionale e non municipalista triestinocentrica. Ora si sta invece concretizzando il programma “porto-città”, esclusivamente diretto alla capitale giuliana e supportato su ogni fronte dalla Giunta regionale Serracchiani. Malgrado il forte contributo elaborativo portato da varie associazioni ed esperti del Friuli, il complesso sistema logistico regionale è stato confinato in una visione chiusa alla realtà friulana e aperta soprattutto alle elites portuali di Trieste. In passato la Giunta regionale aveva trascurato la strategia del Corridoio cinque poichè sovraccaricava di impatto ambientale la regione e di spesa lo Stato e, progettata in funzione della sola Trieste, escludeva il Friuli e la direttrice Adriatico-Baltico (dove molto sta investendo l’Austria).
 
Ora la politica è cambiata.
Si è impostata una nuova iniziativa che ha portato all’avvio di un costosissimo potenziamento strutturale della linea ferroviaria Trieste-Venezia, ben oltre alle prospettive più ottimistiche di ripresa del traffico container nel porto della città giuliana. Ma in che contesto? Certo ci sono i cinesi che trattano con tutte le autorità portuali dell’ Adriatico e dei gestori delle ferrovie dell’intera penisola balcanica, per inserirsi massicciamente nei mercati del centro-nord Europa e nelle strutture logistiche dei Balcani, ma dobbiamo sperare che l’Europa non lasci troppi varchi aperti.

Il settore edilizio è strategico per il rilancio dell’economia. Si rimane sorpresi che la proposta del Prof. Sandro Fabbro, di rilancio degli investimenti nel settore per il recupero e la modernizzazione del patrimonio edilizio regionale, con l’applicazione delle norme antisismiche anche nell’area non colpita dal terremoto sia stata brutalmente ignorata con la scusa che già ci sarebbe una leggina attiva.

A Trieste invece il sen. Russo può insistere per ottenere miliardi di investimenti edilizi purchè avvengano nell’area del Porto Vecchio della città giuliana.
Nel porto del capoluogo regionale il privato ha sicuramente portato tanta innovazione, come mai si era vista da decenni: dal sistema gruistico di carico e scarico merci nei moli, alla spinta che ha permesso di triplicare la capacità di movimentazione dei carri ferroviari che raggiunge ora 26.000 carri merci/anno, grazie a felici interventi sull’impostazione e su alcuni storici colli di bottiglia del sistema. Ma dobbiamo sottolineare (fonte la stampa locale) che la sola stazione di Udine movimenta 46.000 carri merci/anno, quasi il doppio della capacità del nuovo sistema di movimento carri merci portuali triestini.
Che il porto di Trieste si stia sviluppando è sicuramente un bene, anche se l’avvenuto infeudamento dei porti di Monfalcone e S. Giorgio di Nogaro non può che avere una lettura friulana negativa. Ma il rilancio – comprendente anche l’insediamento di attività manifatturiere - nelle Aree franche di Trieste non costituisce certo un vantaggio per il Friuli, a meno che lo stesso non abbia a godere di aree parificate.

Purtroppo la disattenzione della politica sulla questione sta diventando oltraggiosa. Abbiamo assistito al depauperamento delle entrate regionali per oltre due miliardi a opera degli accordi col Governo nazionale della Giunta Tondo e della Giunta Serracchiani, mentre Veneto e Lombardia chiedono un trattamento pari alle regioni veramente speciali. Abbiamo assistito al blocco dell’area di ricerca udinese nonché della stessa fiera dell’Innovazione. A tutto ciò si aggiunge la passività dimostrata rispetto alla crisi che ha coinvolto le piccole aziende, e le conseguenze generate dalle perdite delle Banche Venete. L’insieme di eventi negativi elencati, pone serie ipoteche sulla capacità di ripresa complessiva del sistema Friuli, malgrado la presenza di alcuni promettenti risultati nelle medie e grandi aziende, ad esempio della cantieristica, della meccanica e del legno a opera della Friulintagli.

Per il “Comitato per l'autonomia
e il rilancio del Friuli”

Dott. Giancarlo Castellarin

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