domenica 15 ottobre 2017

REGIONE FRIULI-VG - UNA AUTONOMIA SPECIALE NELLE MANI DI UNA CLASSE POLITICA REGIONALE CHE DIMOSTRA INCAPACITA' E SUBORDINAZIONE.


REGIONE FRIULI-V.G.

UNA AUTONOMIA SPECIALE
NELLE MANI DI
UNA CLASSE POLITICA REGIONALE
CHE DIMOSTRA
INCAPACITA' E SUBORDINAZIONE  
 
 
Presentiamo due casi emblematici  molto rappresentativi del perché la regione Friuli - VG sta andando alla deriva tra incapacità politica e subordinazione al governo centrale (Roma).
 
CASO UNO

L'acqua friulana regalata a società “foreste” senza che Giunta e Consiglio regionale ritenessero di dover intervenire a tutela di un patrimonio regionale che oltre tutto è un fondamentale “bene comune indispensabile al cittadino” oltre che "l'oro bianco" di oggi e di domani.

CASO DUE


Due “patti” politici scellerati (Tremonti/Tondo e Padoan/Serrachiani) che hanno impoverito notevolmente i cittadini friulani e triestini  e subordinato l'autonomia speciale al "governo amico" di palazzo Chigi (sede del governo italiano dal 1961). Due patti che hanno ridotto di moltissimo, in termini reali, la percentuale fiscale (sei/decimi sulla carta)  che la regione si trattiene a fronte delle competenze acquisite.

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CASO UNO
 
 

LA LEZIONE DI FORNI:
ACQUA, DIRITTO O PROFITTO?

di Massimo Moretuzzo
Coordinatore “Patto per l'autonomia”

4 ottobre 2017 


Apprendiamo dalla stampa che un Comune della montagna friulana, Forni di Sotto, è stato citato al Tribunale superiore delle acque pubbliche da parte di una azienda privata, la Edipower spa.

Il reato contestato al Comune è quello di voler realizzare un acquedotto per portare l’#acqua potabile nelle case dei propri cittadini, utilizzando la sorgente del rio Chiaradia; invece la suddetta impresa ritiene che le acque di questo rio montano debbano essere prioritariamente disponibili per i propri fini di produzione di energia idroelettrica di sua proprietà situata a valle della presa dell’acquedotto.

Quindi siamo nella situazione in cui un’Amministrazione comunale, democraticamente eletta a rappresentanza di una Comunità, che intende garantire ai suoi cittadini un diritto fondamentale come quello dell’accesso all’acqua potabile, utilizzando una risorsa che è presente sul suo territorio e che è innanzitutto un bene comune, viene citata in giudizio da parte di una impresa privata quotata in borsa che utilizza questo bene comune per produrre profitto e dividendi da spartire ai propri soci, che nulla hanno a che fare con i cittadini e le comunità di Forni di Sotto e della Carnia. (…)

Ora non serve essere ferocemente autonomisti per capire che a queste spregiudicate mosse industriali e finanziarie di player “foresti” sarebbe dovuta seguire una reazione forte da parte della Regione F-VG, anche in forza del proprio statuto di autonomia. (…)

Invece chi ha guidato la regione negli ultimi dieci anni ha preferito tacere, per non dispiacere ai padroni che nelle segreterie dei partiti romani decidono chi deve guadagnare e chi deve subire.

 
Massimo Moretuzzo
Coordinatore Patto per l'Autonomia
 
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CASO DUE
 

RIDATECI IL MALLOPPO! LA RAPINA DELLO STATO CENTRALE ALLA FINANZA LOCALE DEL F-VG

7 ottobre 2017
 
da PATTO PER L'AUTONOMIA


 
La spesa pubblica del F-VG viene penalizzata dallo stato per 1,8 miliardi all’anno. Da tempo alcune voci, in particolare in Friuli, AFE e Patto per l’Autonomia, dicono: dobbiamo riprenderci questi soldi. Così dice ora anche Massimiliano Fedriga sul Piccolo del 5 ottobre ed è giusto. Finalmente si comincia a capire che il peggioramento delle condizioni di vita in F-VG non dipende solo dai soldi che spendiamo per i rifugiati. (...)
 
(…) In relazione ai due Patti perversi che contribuiscono in maniera significativa al quadro generale vengono spesso portate delle giustificazioni.
 
I difensori di Tondo asseriscono che quei 370 milioni vennero dati per un fondo a favore del federalismo a fronte di una entrata ben superiore proveniente dall’IRPEF delle pensioni per titolari residenti nel F-VG. Ma le entrate derivavano da un obbligo definito da una sentenza della Corte Costituzionale. E Il federalismo non si fece ma il fondo rimase: Tondo non versò nulla per alcuni anni ma poi si dovette provvedere.
 
I difensori di Serracchiani mettono in evidenza uno sconto di 350 milioni nei tre anni 2015-2018, ma in cambio si rinunciò a cause sulla legittimità delle leggi e atti del governo, cause che altre regioni vinsero.
 
Nel complesso su questa vicenda la classe politica regionale non ha fatto bella figura nel non difendere le entrate del proprio territorio denotando incapacità e subordinazione (...)

 
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DA UN DOCUMENTO DELLA ASSOCIAZIONE
 
"Associazione Friuli Europa"

Convegno

"Un cantiere
per rigenerare il Friuli subito"

https://www.youtube.com/watch?v=3D1dRq8m42Y
 
L'intervento dell'Ing. Giorgio Cavallo

Tema: La dimensione finanziaria e le caratteristiche di un intervento pubblico straordinario.

  
 
(...)
 
LA DIMENSIONE ED IL PESO DELLA RIDUZIONE DI SPESA ATTRIBUIBILE AI PATTI TONDO-TREMONTI E SERRACCHIANI-PADOAN
 
Nella successiva Tabella 1-1 sono riportate le partite contabili risultanti dai due accordi Tremonti-Tondo (2010) e Padoan-Serracchiani (2014). Quest’ultimo Patto corregge la motivazione del primo e quindi il “contributo per l’attuazione del federalismo fiscale” diventa “contributo per la sostenibilità del debito pubblico", riducendo le cifre del contributo per gli anni 2015-2017 ma rinunciando a ricorsi sulla legittimità costituzionale dei tagli alle compartecipazioni effettuati dal governo nelle leggi finanziarie e impegnandosi a effettuare i pagamenti dei saldi tra contributo e compensazione relativa al credito nei confronti dello stato per la partita pregressa della compartecipazione ai versamenti IRPEF effettuati da pensionati residenti in F-VG ma effettuati fuori Regione (partita da circa 500 milioni di euro anno). Il contributo di cui sopra è in realtà un gentile omaggio del F-VG alle finanze statali, non ha paragoni in altre regioni a statuto speciale, e dura senza scadenza. La questione va ricontrattata entro il 2017: senza tale iniziativa si ritorna alle cifre del Patto Tremonti-Padoan, cioè versamento a perdere di 370 milioni di Euro all’anno. (...) 
 
 
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Dal sito triestino
"RINASCITA TRIESTINA"
 
 
 
CONFRONTO TRA DUE REGIONI A STATUTO SPECIALE - CIRCA IL 90% DELLE TASSE RESTA A BOLZANO E TRENTO MENTRE ALLA REGIONE FRIULI - VENEZIA GIULIA DOVREBBE TEORICAMENTE RESTARE IL 60% MA IN REALTA' DOPO GLI ACCORDI SERRACCHIANI-PADOAN  E TONDO-TREMONTI LA REGIONE FVG TRATTIENE SOLO CIRCA 3/10 (IL 30%) DELLE IMPOSTE: UNA DIFFERENZA IN MENO DI CIRCA 1.800 MILIONI A FAVORE DI ROMA.  LA SICILIA INVECE TRATTIENE IL 100 % ! SI VEDE CHE HA USATO ARGOMENTI CHE NON SI POSSONO RIFIUTARE  (...)
 
Sono di ieri alcuni articoli, pubblicati anche dal Corriere, che illustrano come il referendum Veneto mira a raggiungere i livelli di autonomia delle Province Autonome Speciali di Bolzano e Trento (clicca QUI per l' articolo) e così è presentato dal Governatore Zaia, mentre le autonomie della Regione Friuli-Venezia Giulia sono ritenute insufficienti, come in effetti sono.

Sopra pubblichiamo la scheda, tratta dal Corriere, che raffronta le competenze della Provincia Autonoma di Bolzano con quelle della Regione FVG e possiamo notare che Bolzano ha competenze tanto estese che, insieme al 90% delle tasse trattenute ne fanno quasi uno "stato nello stato".
Una condizione invidiabile per chi, come Trieste, subisce le angherie e le inefficienze burocratiche di un centralismo, anche regionale, ottuso e anacronistico.

E' scandaloso che politici come Tondo e Serracchiani abbiano devoluto tanti denari della comunità locale (oltre 1.800 milioni) per accordi con i governi romani guidati dai loro partiti che non hanno ridotto nemmeno di un centesimo il debito pubblico italiano: bastonati e presi in giro ! (...)
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LA REDAZIONE DEL BLOG 
 
 

2 commenti:

  1. CASO UNO:
    "Ora non serve essere ferocemente autonomisti per capire che a queste spregiudicate mosse industriali e finanziarie di player “foresti” sarebbe dovuta seguire una reazione forte da parte della Regione F-VG, anche in forza del proprio statuto di autonomia. (…)
    Invece chi ha guidato la regione negli ultimi dieci anni ha preferito tacere, per non dispiacere ai padroni che nelle segreterie dei partiti romani decidono chi deve guadagnare e chi deve subire."

    COMMENTO:

    La stessa vicenda elettrodotto TERNA in Friuli è una vicenda di subordinazione della politica regionale agli ordini romani e agli interessi di una società "foresta" che fa gli interessi degli azionisti...

    In Piemonte, dove la classe politica regionale ha fatto gli interessi della comunità regionale, l'elettrodotto TERNA è stato interrato tutelando così l'ambiente. Il Friuli invece - per colpa di una classe politica regionale incapace e subordinata - ha subito lo sfregio di piloni che deturpano l'ambiente..

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  2. CASO DUE - Da Patto per l'autonomia:

    https://pattoperlautonomia.wordpress.com/2017/10/07/ridateci-il-malloppo-la-rapina-dello-stato-centrale-alla-finanza-locale-del-f-vg/

    "(...) C’è inoltre una considerazione di merito che non va sottovalutata e che risponde a chi osserva che comunque il F-VG doveva contribuire al risanamento dei conti pubblici ed alla riduzione del debito. Si prenda in considerazione la sola cifra certificata di 1,2 miliardi messa in evidenza dalla Corte dei Conti. Questa cifra va confrontata con la cifra ufficiale che i Commissari riferiscono in merito dell’effetto complessivo della “spending review”, cioè a quanto i soggetti pubblici hanno contribuito alla riduzione delle spese.

    La cifra italiana è nel suo insieme di 25 miliardi di euro, sostanzialmente tutti derivanti dai tagli effettuati alle regioni ed agli Enti Locali. Va rimarcato che il bilancio di spesa dello stato non si è ridotto e non è diminuita in questi anni la cifra globale dell’indebitamento dello stato. La Regione F-VG conta il 2,1% in peso rispetto all’Italia intera sia in termini di popolazione che, ormai, anche in termini di dimensione economica. La parte spettante di contribuzione avrebbe dovuto essere quindi di circa 525 milioni. 1,2 miliardi sono più del doppio e corrispondono al 4,9%. PERCHE'?

    Chiedere indietro una parte dei soldi dati è una pura questione di giustizia. Dal 2011 al 2017 sono andati a Roma qualcosa come 7 miliardi di euro. Si possono fare degli sconti, ma almeno 2-2,5 devono ritornare in F-VG. Poi bisogna anche spenderli bene e ricostruire basi economiche ed occupazionali perdute in questi anni. Ma la scelta dei futuri governanti più capaci di quelli del passato spetta di norma agli elettori."

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