giovedì 28 settembre 2017

TRIESTE PORTO CITTA' - ERAVAMO STATI BUONI PROFETI.

 
LA GRANDE TRUFFA TRIESTINA!
 
SI SCRIVE "TRIESTE PORTO-REGIONE"
MA SI LEGGE
"TRIESTE PORTO-CITTA' "

IL CASO SELECO


Dal sito PORDENONE OGGI.IT

PORDENONE – Unindustria Pordenone apprende con stupore e disappunto dagli organi di stampa, che Seleco Spa ha scelto, quale sede produttiva, il punto franco nel Porto di Trieste. Una scelta che smentisce le intenzioni annunciate – e più volte ribadite dal management – di insediare le linee di produzione negli stabilimenti di Vallenoncello. (…)

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Eravamo stati buoni profeti, purtroppo ignorati (almeno in apparenza!)
 
Questo il nostro Comunicato stampa del 9 settembre scorso pubblicato solo su siti facebook amici, ma ignorato dalla stampa locale che evidentemente preferisce pubblicare solo le veline della Presidente Debora Serracchiani:
 
 
il nostro Comunicato stampa terminava con questa frase:
 
"(...) A suo tempo il prof. Fabbro aveva illustrato la propria idea di “porto – regione” con ben altra prospettiva e ben altro respiro, per ora invece lo sviluppo del porto triestino si presenta solo come portatore di nuove servitù per il Friuli e questo non può che portare ad altre divisioni tra Trieste e Friuli." 
 
Abbiamo letto spesso sulla stampa locale articoli sulle polemiche di Michelangelo Agrusti - Presidente Unindustria Pordenone - contro Udine, bersaglio preferito di questo personaggio di Pordenone città, che da sempre, ottusamente, alla unità di intenti e all'alleanza con il Friuli intero (Friuli occidentale - centrale - orientale) preferisce l'asse Pordenone-Trieste nella speranza di raccogliere qualche briciola che cade dalla tovaglia triestina.
 
Oggi leggiamo - sempre sulla stampa locale - il grido di dolore di Agrusti: "Il porto (di Trieste n.d.r.)  non deve servire per concorrenza interna".
 
 Così dichiara il Vicepresidente regione F-VG Bolzanello in una intervista pubblicata sul quotidiano il Messaggero Veneto, mercoledì 27 settembre 2017, pagina 7:
 
" (...) il porto franco (triestino n.d.r.) va esteso in tutto il Fvg (...) le ricadute devono interessare l'intera regione (...). Se invece si trasforma in un sistema soltanto triestino si trasforma in problema da opportunità." 
 
A parte il fatto che il "porto franco triestino" non può essere esteso a tutto il Friuli perché è legato a determinate zone portuali ben individuate,  fissate per legge e controllate dalla dogana, era del tutto prevedibile che la cultura esclusivamente municipale di Trieste intendeva e intende dare attuazione ad un "porto-città" ad esclusivo beneficio di Trieste.
 
Era quest'ultimo un dato oggettivo facilmente prevedibile anche se ignorato dalla politica regionale che sulla stampa stra-parlava di "Trieste porto-regione" con grande probabilità per giustificare gli imponenti finanziamenti regionali e statali che la Giunta regionale sta regalando al Porto di Trieste nel mentre il resto della regione ha grossi problemi di disoccupazione e il settore manifatturiero è in grande difficoltà.  
 
Del resto i vantaggi fiscali  del "porto franco" triestino, e conseguente invito a sfruttarli, non erano a suo tempo stati illustrati anche a Udine alle imprese friulane - in Camera di commercio - da Zeno D'Agostino? Ed era ovvio il significato di "tale invito" che ora ha avuto una prima concretizzazione con la Seleco di Pordenone...
 
Agrusti? Poteva allearsi con il Friuli centrale e orientale, invece di ricercare costantemente una alleanza Pordenone-Trieste che in questo caso si è dimostrata fallimentare. Non lo sapeva che Trieste è una realtà municipale che si allea solo quando ciò va a suo esclusivo vantaggio?
 
E l'interesse triestino, parlando di portualità regionale e fiscalità di vantaggio,  è trasferire in porto franco il maggior numero possibile di imprese friulane, incluse quelle della Provincia di Pordenone: la concorrenza interna non pare essere un problema per Zeno D'Agostino che persegue - in contrasto con il suo ruolo di Presidente dell'autorità del sistema portuale del mare Adriatico Orientale  - solo gli interessi di Trieste, ma lo è per il Friuli intero, Pordenone città inclusa...
  
 
LA REDAZIONE DEL BLOG
 

19 commenti:

  1. Con riferimento ad Agrusti verrebbe da esclamare "ben gli sta", se non fosse che sono in gioco posti di lavoro in provincia di Pordenone che andranno persi a favore di Trieste....

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  2. Dal quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud):

    "UDINE. Si scrive Seleco, ma si legge polemica, accesa e aperta, che rischia di infiammare il tessuto politico – a sei mesi dalla Regionali – ed economico del Fvg da qui alla prossima primavera.

    L’annuncio dello storico marchio televisivo di trasferire la sede direzionale e operativa da Milano all’interno del punto franco di Trieste – invece che come originariamente previsto a Pordenone – e di allestire nel magazzino 5 del porto una sede per le attività di assemblaggio, spedizione e stoccaggio di tv, infatti, ha scatenato le ire della Destra Tagliamento, ma, più in generale, le preoccupazioni di quanti vedono nelle nuove opportunità offerte dallo scalo regionale – fiscali e logistiche prima di tutto – una falla all’interno della quale rischia di inserirsi un processo di trasferimento delle industrie locali dal Friuli alla Venezia Giulia, come sostiene Unindustria Pordenone (...)"

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2017/09/27/news/seleco-vira-su-trieste-pordenone-noi-traditi-1.15906090?ref=hfmvudec-4

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  3. LA DIFESA DI TRIESTE?

    Legittima la concorrenza interna perché c'è la "LIBERTA' D'IMPRESA"!!!

    Peccato che il porto di Trieste "mangi" una bella fetta del bilancio regionale e che la concorrenza interna sia senza senso!!

    https://www.facebook.com/772439236200402/photos/pb.772439236200402.-2207520000.1506602464./1282366291874358/?type=3&theater

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  4. Da Facebook "PATTO PER L'AUTONOMIA":

    "UNO SCIPPO CON DESTREZZA CHE APRE UNA ASSURDA GUERRA TRA TERRITORI

    Dopo le prime notizie dei giorni scorsi, oggi la certezza. Il PICCOLO di TS spiega la decisione della proprietà del marchio SELECO, a suo tempo storica azienda produttrice di televisori ed elettronica nata a PN dalla Zanussi e con un importante stabilimento anche a Campoformido, di collocarsi in un Punto Franco del Porto di Trieste per un suo rilancio produttivo. Nei mesi passati c’erano stati degli accordi per una riapertura a Vallenoncello ma oggi la scelta è diversa.

    A Pordenone non l’hanno presa bene anche perchè la sua nomenclatura, a partire da Agrusti e Ciriani, uno scherzo simile se lo sarebbero aspettato dagli udinesi e non certo dai triestini. Va detto che il Punto Franco permette ad una attività produttiva di ricevere merci semilavorate dall’estero, lavorarle ed assemblarle, e poi rispedirle all’estero in totale esenzione doganale e senza che lo stato italiano metta il becco nei risvolti finanziari. Probabilmente nel settore dell’elettronica e del digitale questo è un grosso vantaggio.

    Ma se questo avviene a spese del settore produttivo regionale non ci siamo proprio. Dopo la questione della Camera di Commercio questo è il secondo sgarbo che viene fatto a PN. Nell’insieme un ulteriore brutto segnale per una Regione che deve cominciare a capire che il rispetto dei territori è un suo dato costitutivo e non un opzional."

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  5. CHI E' ZENO D'AGOSTINO:

    E' il presidente dell'Autorità del sistema portuale del mare Adriatico Orientale. Questa Autorità "comanda" sui Porti di Trieste, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro: nei fatti con l'istituzione di questa autorità che risulta voluta dal trio Serracchiani/Russo/Rosato, il porto di Monfalcone e di San Giorgio di Nogaro hanno perso ogni autonomia gestionale a favore del Porto di Trieste

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  6. Messaggero Veneto di mercoledì 28 giugno 2017:

    Agrusti: "Destra Tagliamento strategica per il Veneto e per l'export in Europa"

    "(...) All'assemblea di Unindustria di Pordenone il grande assente, infatti è stato il Friuli (...). Si è parlato di porto di Trieste come volano per l'economia regionale e di un asse, sempre più stretto, con l'interporto della Destra Tagliamento metafora economica di una strategia di collaborazione e sinergie che rischia di schiacciare il capoluogo friulano. (...)

    Commento:
    Forse AGRUSTI AVEVA FATTO I CONTI SENZA L'OSTE....OSSIA TRIESTE!! Che fa sempre e solo i suoi interessi e se ne frega di Pordenone (come di Udine e Gorizia...), e si allea solo quando c'è un alto suo tornaconto. E in questo caso risulta che Zeno D'Agostino fossero mesi che girava per il Friuli (Ud, Go e Pn) facendo una forte campagna acquisti presso le imprese friulane alettandole con una fiscalità di vantaggio...

    AGRUSTI....SVEGLIA!!!

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  7. Da facebook Patto per l'Autonomia

    "IL PORTO DI TRIESTE E' UNA OPPORTUNITA' CHE NON DEVE DIVENTARE UNA MINACCIA.

    Il ruolo del porto di Trieste è una grande opportunità per tutta la regione ma solo se la Regione lo saprà governare in un’ottica di rilancio dell’intero territorio regionale. La presidente Seracchiani cita spesso la visione del “porto-regione” -elaborata peraltro in area friulana-, con lo scopo di dimostrare che oggi, un porto internazionale, non può essere inteso come un settecentesco porto-città ma come un porto dai complessi legami infrastrutturali, logistici, produttivi e di governance con sistemi territoriali vasti alle volte come grandi regioni.

    Tuttavia le politiche del porto di Trieste, soprattutto dopo il rilancio del punto franco, rimangono “settecentesche” e rischiano di diventare sempre più politiche centrate sulla sola città di Trieste!

    Anche l’Autorità portuale, che è diventata “di sistema”, è sempre e solo incentrata su Trieste. E, di un tanto, il caso Seleco è solo una prova che più evidente di così non si poteva.

    Va detto chiaramente, o il porto viene inteso e governato come “porto-regione” e, quindi, con indirizzi strategici ed attuativi che siano in capo alla Regione (l’attuale Titolo V della Costituzione afferma la concorrenza, tra Stato e Regione, sulla materia dei “porti e grandi reti di trasporto”) o il punto franco rischia di trasformarsi in un boomerang, prima per il Friuli e poi per Trieste stessa perché non potrà assolvere, contemporaneamente, a due ruoli in conflitto tra di loro e cioè punto franco e capitale regionale. Ma, in fin dei conti, si trasformerà in un boomerang per l’esistenza stessa dell’intera regione.

    La Regione, quindi, intervenga subito e non a chiacchiere, con un disegno di governo della portualità e delle logistica che riequilibri, integrandolo e rilanciandolo, tutto il complesso di funzioni che definiscono e generano il “porto-regione”, compresi i ruoli di Monfalcone e Porto Nogaro. Inoltre, gli interporti di Cervignano e di Pordenone, la ferrovia Pontebbana e tutta la rete stradale friulana non siano intese solo come un “retroporto” inerte di sole infrastrutture “di servizio”.

    Il livello va alzato e spostato dal piano economico e infrastrutturale a quello logistico, politico e giuridico: il “porto-regione” deve diventare un quadro unitario atto a rilanciare la regione nel suo complesso. Ma intanto, la vicenda dimostra come il destino della Regione sia oggi in mano ad apprendisti stregoni pronti a farne strame per obiettivi spesso personali e dimostra, infine, come vada al più presto “riscritto” il Patto che lega tra di loro i territori della Regione.

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  8. Intanto il consigliere regionale triestino Edera dà addirittura del PROVINCIALISTA a chi si oppone a questa operazione ...

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    1. SNAIT tu conosci forse qualche triestino che non sia campanilista alla ennesima potenza? Il municipalismo è alla base di tutta la cultura triestina, altro che città internazionale!! Sono talmente miopi che non riescono a vedere oltre Barcola....

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    2. Il loro motto potrebbe essere "Servo-la-Trieste"

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  9. Dal sito triestino "RINASCITA TRIESTINA":

    Trieste rinasce grazie al Porto Franco : OGGI STAPPIAMO UNA BOTTIGLIA!

    Ecco l' articolo del Piccolo (QUI la versione on-line):

    "Sèleco in Porto vecchio con 50 posti di lavoro

    L’azienda produttrice di tv attratta dai vantaggi della zona franca di Trieste. Previsto a giorni il trasferimento in città anche della sede legale ora a Milano

    Sèleco, lo storico marchio italiano produttore di elettrodomestici ed elettronica di consumo, trasferisce la sua sede legale e il suo stabilimento produttivo a Trieste. L’Autorità portuale ha appena rilasciato un’autorizzazione di anticipata occupazione del Magazzino 5 in Porto vecchio. È la prima azienda che opera in ambito non portuale a sbarcare a Trieste - prospettando una cinquantina di posti di lavoro -, attratta dall’accelerazione sul regime di zona franca. È l’inizio di un processo che il presidente dell’Autorità portuale dell’Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, aveva anticipato all’entrata in vigore del decreto che regolamenta le nuove free zone di Trieste. Allora infatti raccontò di una decina di investitori fortemente interessati alla zona extradoganale, aggiungendo che entro la fine dell’anno avremmo assistito ai primi insediamenti di nuove aziende che opereranno in regime di Punto franco anche per realizzare trasformazioni industriali. «L’anticipata occupazione è stata rilasciata per consentire alla Sèleco di iniziare immediatamente i lavori che permetteranno di mettere a norma quella struttura e di trasformarla nel loro stabilimento - precisa D’AGOSTINO NON NASCONDE SODDISFAZIONE PER LA RIUSCITA DELL'OPERAZIONE -, ora servono i tempi tecnici per sbrigare questioni amministrative e poi nell’arco di qualche settimana verrà rilasciata la concessione». A operare in attività non portuale in regime di zona franca c’è già anche Saipem, la società del gruppo Eni di carattere logistico-marino, titolare di una concessione decennale in forza della quale gestisce l’area su cui è operativo il capannone 23. Il magazzino 5 dove sbarcherà Sèleco è invece adiacente alla sede distaccata dei Vigili del fuoco in Punto franco vecchio, e vanta un’estensione di 6mila metri quadrati. Sèleco spa attualmente ha sede legale a Milano e strutture operative nel capoluogo lombardi e a Como. Ma il marchio di tv venne fondato nel 1965 a Pordenone. Nei mesi scorsi era stata annunciata la riapertura con rilancio proprio dello storico stabilimento produttivo di Pordenone. Un progetto che comunque non verrà abbandonato, precisano dell’azienda, anche se l’operazione Trieste ne farà inevitabilmente slittare i tempi. «Abbiamo deciso di ripartire proprio dal Fvg e da Trieste in particolare – spiega Aurelio Latella, consigliere di amministrazione delegato di Sèleco e di origini triestine - attratti certamente dal regime di Porto franco, ma anche dal fermento che si respira oggi in questa città che ha caratteristiche che incarnano il nostro progetto legato all’innovazione.

    (PRIMA PARTE)

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  10. Dal sito triestino "RINASCITA TRIESTINA":

    Trieste rinasce grazie al Porto Franco : OGGI STAPPIAMO UNA BOTTIGLIA!

    Ecco l' articolo del Piccolo (QUI la versione on-line):

    (SECONDA E ULTIMA PARTE DELL'ARTICOLO)

    Non si tratta però di un addio a Pordenone: la città si inserirà in un progetto più ampio». Entro una decina di giorni la sede legale verrà spostata a Trieste in uno studio professionale sulle Rive. «Siamo felicissimi per l’anticipata occupazione - dichiara Latella -, a breve partirà il progetto operativo per convertire il magazzino nello stabilimento in cui faremo progettazione, assemblaggio, stoccaggio e commercializzazione». Entro pochi mesi verranno aperti a Trieste gli uffici amministrativi della spa «mentre per l’inizio della produzione e l’entrata a regime dello stabilimento servirà più tempo ma meno di un anno», assicura. L’azienda avvierà anche nuove assunzioni. «A regime, nella prima fase, lavorerà una cinquantina di persone», valuta Latella. L’idea di spostare la sede a Trieste è nata di recente. «Ad agosto con esattezza - racconta il manager -, abbiamo colto che quell’area stava diventando il punto di massima energia del territorio, con opportunità incredibili, peculiarità uniche supportate anche da un grande sostegno delle istituzioni». Sèleco, nei mesi scorsi, ha affidato a dei professionisti triestini uno studio di valutazione sui vantaggi che l’azienda avrebbe tratto dall’operare in regime di zona extradoganale. Viste le prospettive, il cda ha deliberato per lo spostamento. «Devo sottolineare che le istituzioni, Autorità portuale e Comune, hanno dimostrato concretezza, competenza e rapidità: valori aggiunti per un’azienda che intende prendere una decisione così importante», aggiunge Latella. Il quale, in veste anche di imprenditore nell’ambito dell’innovazione e del design, anticipa che «Sèleco farà da apripista per altri progetti, ora allo studio, per quella zona». Il gruppo Sèleco, proprietario anche del marchio Magnadyne e produttore pure delle cuffie audio e radio Dab, ha da sempre una particolare sensibilità per lo sport. Oggi è sponsor della Lazio, del Napoli basket, della Pallanuoto Catania e con il marchio Magnadyne dell’Udinese e della Spal. Un aspetto che lascia intravvedere la possibilità di veder comparire il logo Sèleco anche sulle maglie della Triestina calcio.

    Fine dell'articolo.

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    COMMENTO:

    Al municipalismo triestino poco importa che siano posti di lavoro RUBATI agli stabilimenti del Friuli occidentale. Si guarda, come sempre, solo in casa E SI STAPPANO BOTTIGLIE DI SPUMANTE...

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    1. Adesso comunque il marchio Seleco è sulle maglie del Pordenone, che in classifica è mooolto più avanti della Triestina!

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  11. Siamo sicuri che Agrusti sia solo un povero tonto in buona fede? Forsi si sgarfìn miôr.......

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    1. Di certo Agrusti non rappresenta il Friuli occidentale né lo ha mai rappresentato.

      Non credo sia un tonto ingenuo, e ancor meno credo sia in buona fede...

      Si è inventato il nemico Udine, quando il nemico era Trieste...

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  12. Dalla stampa locale:

    " "Devo ancora approfondire nei dettagli – ha spiegato Agrusti – il funzionamento di questa nuova legislazione (attuazione porto franco di Trieste - n.d.r.) perché sarebbe quantomeno curioso che servisse ad alimentare un sistema di dumping interno tale da spingere un buon numero di imprese a spostare le aziende a Trieste da Udine e Pordenone. Anche perché noi abbiamo protestato, e a ragione, quando la Polonia, grazie alle agevolazione dell’Unione europea, si è presa Electrolux e non potremmo certo accettare una situazione simile in casa nostra."
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    COMMENTO

    Servono commenti davanti ad un concorrenza INTERNA così pesante a danni del Friuli?

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  13. Dal sito on-line del settimanale IL FRIULI

    27 settembre 2017

    Ciao Pordenone, Trieste sto arrivando.

    La Seleco, dopo mesi di illusioni, decide di mettere da parte lo storico sito pordenonese di Vallenoncello, dove il marchio di Treviso era nato nell’orbita della Zanussi, per sfruttare i vantaggi economici e fiscali del Porto franco di Trieste. E così, a Pordenone, restano l’insegna e le linee produttive già pronti, ma non ci saranno operai a utilizzarle, almeno al momento.

    L’azienda che ha rilanciato il marchio attraverso sponsorizzazioni importanti, come la Lazio in serie A, ha optato legittimante per Trieste. Peccato che si sia scordata di avvisare Unindustria Pordenone, che aveva aperto le porte al nuovo gruppo imprenditoriale che avrebbe dovuto trasferissi da Milano a Vallenoncello.

    “Abbiamo appreso con stupore e disappunto dagli organi di stampa che Seleco ha scelto, quale sede produttiva, il punto franco nel Porto di Trieste", spiegano da Unindustria precisando che la proprietà aveva già stipulato un contratto di locazione con i titolari degli immobili dell’ex Seleco. "Restava solo l'attesa di ricevere dall’azienda la conferma circa la data di apertura dello stabilimento e, soprattutto, le modalità con cui si sarebbero attivate le selezioni delle maestranze”.

    Rischia, a questo punto, di saltare anche l’assorbimento di 50 addetti dell’Electrolux, ipotesi valutata attentamente dalle parti sociali quale opportunità per la ricollocazione di una parte degli esuberi della fabbrica di Porcia nell'ambito degli accordi sottoscritti al Mise anche dalla Regione. E così, Unindustria alza la voce: “Serve chiarezza, almeno una telefonata di cortesia da parte dell’azienda e, anche, dall’AUTORITA' PORTUALE, VISTO CHE LA TRATTATIVA SULLA SEDE DI PORDENONE ANDAVA AVANTI DA MESI.".

    http://www.ilfriuli.it/articolo/Economia/Seleco_tradisce_Vallenoncello_per_Trieste/4/171357


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  14. Il problema è che gente come Agrusti e molti altri non c'entra nulla nè col friuli nè con la destra tagliamento nè con pordenone.... Stesso discorso per l' attuale presidente FVG.
    Per quale motivo delegare a loro il nostro destino?

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