giovedì 3 settembre 2015

LA CLASSE POLITICA FRIULANA? E' LA "BRUTTA ADDORMENTATA"!



 


LA CLASSE POLITICA FRIULANA?


E' LA “BRUTTA ADDORMENTATA”!

 
 
 
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La “Brutta addormentata”.





La classe politica eletta in Friuli? E' la “Brutta addormentata” persa per i corridoi del Parlamento e del Consiglio Regionale.

Nessuna sua forte reazione di denuncia a difesa del Friuli (Provincie di Udine, Pordenone e Gorizia) di fronte all'incredibile e non accettabile blitz triestino “Russo/Blazina/Rosato - con la Presidente Serracchiani in silenzio stampa - che garantirà alla città di Trieste, grazie ad un collegio elettorale triestino extra large e il capolista bloccato e pluricandidato, la elezione del 40% dei deputati previsti per la nostra regione a fronte del 18% di abitanti della provincia triestina. Tutti d'accordo nel far valere un voto triestino come tre voti friulani? Pare proprio di sì.

Ma non bastasse ciò, ha anche fatta sua la incredibile frottola che il collegio triestino “taglia XXL” è stato creato in funzione della tutela della minoranza linguistica slovena. Una balla semplicemente spudorata e a denunciarlo è la stessa minoranza slovena. Lo scopo reale del blitz è esclusivamente quello di aumentare il potere politico triestino alla Camera a discapito del 90% del resto del territorio regionale. Ma la classe politica eletta in Friuli pare non esserne turbata.

Qualcuno ha già garantito la sua rielezione se non protesta a difesa del Friuli?

Risulta non si sia neppure accorta – né a Roma, né a Trieste in Consiglio regionale - che nella recente riforma della RAI le minoranze linguistiche regionali, friulane e germaniche, non sono neppure nominate. In Sardegna invece se ne sono accorti, eccome che se ne sono accorti, e parlamentari e consiglieri regionali sardi “hanno fatto il diavolo a quattro”. A dire il vero inutilmente perché il Partito Democratico ha stoppato tutte le richieste sarde (ma c'è ancora qualcosa di democratico in questo partito?) . Ma almeno ci hanno provato. I politici eletti in Friuli non si sono neppure accorti del problema! Ma dov'erano? A dormire su qualche sofà del Parlamento e del Consiglio regionale?

Incredibile poi che di fronte alla possibilità inserita nella modifica statutaria con un blitz dal super-campanilista triestino Francesco Russo, di creare l'area metropolitana della città di Trieste, l'unica reazione dei politici friulani (sic!) sia la preoccupazione che la comunità friulana giustamente “pretenda” pari autonomia della città metropolitana triestina mettendo così a rischio ciò che loro giudicano intoccabile: l'unità regionale sotto il tallone triestino. Da non credere!

Ma lo sanno che il Friuli (Provincie di Udine, Pordenone e Gorizia) è stato frantumato in ben 17 UTI prive di potere contrattuale e con i Sindaci spossessati dei loro diritti costituzionali?

Gli eletti in Friuli si risvegliano dal loro lungo letargo solo davanti al pericolo che i friulani legittimamente protestino: allora si attivano.... ma contro il Friuli!

Meno male che ci restano i Sindaci che non ubbidiscono agli ordini dei partiti nazionali e i Comitati popolari.....

Roberta Michieli - Tavagnacco
 
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La lettera è stata pubblicata mercoledì 26 agosto 2015 sul quotidiano IL GAZZETTINO (edizione di Pordenone) a pagina 23 con il titolo "Legge elettorale - Un voto triestino varrà come tre friulani" .

La lettera è stata pubblicata il 27 agosto 2015 sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud) con il titolo "La Brutta addormentata".
 

7 commenti:

  1. La differenza tra i politici eletti a Trieste e i politici eletti in Friuli?

    I primi, quelli eletti a Trieste si VANTANO di difendere e tutelare gli interessi della città che li ha eletti. L'essere campanilisti è per loro una logica e ovvia VIRTU'! Del resto della regione non "glienepotrebbefregardimeno"......

    I politici eletti in Friuli, al contrario, si VERGOGNANO di difendere e tutelare il Friuli,..... sia mai che qualcuno li accusi di campanilismo!

    Cercasi "DISPERATAMENTE" un FRANCESCO RUSSO friulano!

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  2. http://www.triesteprima.it/politica/russo-citta-metropolitana-grande-opportunita.html

    “io sono convinto possa rappresentare un'opportunità per tutti: un’area metropolitana sarebbe vantaggiosa non soltanto per Trieste, ma per l'intero territorio regionale.” dichiara Francesco Russo.

    E ancora: “ Perché valorizzare le potenzialità del territorio giuliano – penso ad esempio alle economie di scala possibili in ambito portuale con Monfalcone e Capodistria – significa attrarre investimenti, aumentare il gettito fiscale e creare nuove opportunità di lavoro per tutte le imprese regionali e non solo per quelle triestine.” dichiara Francesco Russo

    COMMENTO DELLA REDAZIONE DEL BLOG:

    Al solito, ciò che porta vantaggio a Trieste, per i super campanilisti triestini alla Francesco Russo è per definizione a vantaggio dell'intero FRIULI.

    TRIESTE è l'ombelico del mondo? Anche lo sviluppo autonomo del Friuli, allora, rovesciando il ragionamento alla RUSSO, va a vantaggio di Trieste, o no?

    Ma per favore basta con queste stupidaggini alla RUSSO via. Lo sviluppo di Trieste non è affatto lo sviluppo dell'intera Regione, ossia del Friuli. Lo sviluppo di Trieste è esclusivamente lo sviluppo di Trieste, una città oggi in forte declino e priva di capacità imprenditoriali che è alla ricerca di privilegi, assistenzialismo e posti di lavoro e capitali a discapito del resto della Regione.

    Regione che sta centralizzando tutto a discapito dei Comuni friulani che vedono cancellata completamente la loro autonomia garantita dalla Costituzione italiana e dallo Statuto di autonomia regionale.

    TRIESTE E FRIULI VANNO DIVISE SUL PIANO AMMINISTRATIVO: A OGNUNO IL SUO!

    Il Friuli non è il contado di Trieste.

    Curioso poi che da Trieste si continui ad accusare il Friuli di campanilismo ogni qualvolta non è d'accordo con le proposte triestine........forse i RUSSO e amici sanno perfettamente quanto pieni di complessi di inferiorità siano i politici eletti in Friuli e hanno buon gioco con questa accusa senza senso!

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  3. TRIESTE NON E' LA CAPITALE DEL FRIULI

    "Dalla stampa locale apprendiamo che il sindaco di Trieste Roberto Cosolini ha affermato: “Il Porto Vecchio dovrà essere anche un moderno centro servizi che si rivolgerà a più territori consentendo a Trieste di guardare verso tre direzioni in particolare: il Friuli Venezia Giulia rilanciandosi nel ruolo di capoluogo regionale, l’Europa centrale proponendosi come porta sul Mediterraneo di un retroterra vasto, l’Istria e parte di Slovenia e Croazia che storicamente gravitavano sulla città.”

    L'auspicio di Cosolini per Trieste di un futuro da grande metropoli al centro di un vastissimo retroterra rientra in quel libro dei sogni che ha sempre accompagnato la propaganda politica di ogni sindaco triestino.

    La realtà è un'altra. Trieste non è mai stata storicamente la capitale della Regione Friulana (quasi il 90% della attuale Regione amministrativa Friuli-Venezia Giulia) e il territorio friulano (provincie di Go, Ud e Pn) non può essere ritenuto il suo contado.

    Realtà difficile da “digerire” da Trieste che proprio per scongiurare ogni pretesa friulana, continua ad opporsi allo sviluppo culturale, scientifico e universitario del Friuli.

    Secondo Trieste, il Friuli può solo produrre PIL, ossia reddito, da dividersi poi con Trieste stessa, ma non deve permettersi altro.

    Non corrisponde al vero neppure l'affermazione di Cosolini che “l’Istria e parte di Slovenia e Croazia storicamente gravitavano sulla città”, in quanto la capitale storica dell'Istria, fin dai tempi degli antichi romani, è la città di Pola. Ed è su Pola che gli istriani hanno sempre gravitato, non su Trieste che semmai fu solamente la destinataria di forza/lavoro durante gli anni del suo grande sviluppo portuale all'epoca dell'Impero Asburgico. L'attuale Lubiana - l'antica Aemona -, oggi città di 280.000 mila abitanti, è la capitale storica dell'attuale Slovenia. C'è poi Zagabria, capitale della Croazia.

    Pertanto, vanno respinte con forza le pretese triestine di egemonia su territori che non appartengono in nessun modo alla loro città!

    Roberta Michieli - Tavagnacco
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    La lettera è stata pubblicata sul quotidiano IL GAZZETTINO (Ud, Pn e Ve) in data 4 luglio e sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud) in data 10 luglio 2015
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    Pubblicato da Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl nel luglio 2015

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  4. Riceviamo e pubblichiamo questo commento di Giancarlo CASTELLARIN:

    "La Regione cioè il funzionariato triestino preposto, con l’inneffabile Torrenti, hanno preteso anche di assumere la gestione di tutti i musei regionali con il solito appoggio della Serracchiani, che ha invitato il ministro Franceschini a Trieste IN UNA RIUNIONE DOVE NON C'ERA ALCUN RAPPRESENTANTE FRIULANO, TANTO ORMAI PENSANO CHE E' OVVIO CHE I FRIULANI DICANO DI SI'.

    Gli è andata storta perché finalmente un Ministro della repubblica ha avuto il coraggio di fermare la manovra affermando che le due più prestigiose realtà storiche del Friuli, cioè Aquileia e Cividale dovevano rimanere sotto la gestione nazionale.

    E’ sembrato per un istante di essere tornati ai tempi in cui i ministri non mancavano quando venivano a Trieste di ammonire i rappresentanti locali, ad accontentarsi delle già ampie protezioni, iniziative, programmi e prebende che erano seguite al rientro della città alla madrepatria, e che continuano ben oltre la caduta del muro di Berlino, incoraggiate anche con la Serracchiani.

    Questo in modo troppo spesso finalizzato a mettere il Friuli in un angolo, come ci ricorda in modo purtroppo solitario, il presidente della commissione regionale cultura Martines.

    Giancarlo Castellarin
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  5. Inutile aggiungere che la classe politica friulana risulta aver totalmente ignorato che l'ITALICUM presenta gravi profili di incostituzionalità relativamente al mancato rispetto dell'art. 6 della Costituzione italiana.

    Ma chi abbiamo mandato in Consiglio regionale e in Parlamento? Dei babbei che ignorano la Costituzione italiana e che la nostra regione non può essere trattata come le altre regioni italiane perché ci vivono 600 mila friulanofoni, 50 mila slovofoni e qualche migliaio di germanici ?

    E speriamo che nessun si permetta più di discriminare tra minoranze con Stato e minoranze senza Stato, distinzione che non esiste né nella Costituzione italiana, né nella L.482/99., né nelle sentenze della Corte Costituzionale....

    Ma dove li abbiamo trovati questi "ignoranti"?

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  6. I politici friulani hanno in testa solamente la difesa del sacro dogma della unità regionale e il “loro” no alla città metropolitana di Trieste è motivato esclusivamente dalla paura che i Friulani pretendano pari autonomia di Trieste

    Ossia il loro è un "no" alla autonomia e all’autogoverno del Friuli.

    SCANDALOSO!

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