domenica 6 settembre 2015

LA REGIONE FRIULI-VG CAPOFILA IN ITALIA DELLA CANCELLAZIONE DELL'AUTONOMIA COMUNALE!!!



REGIONE FRIULI - VENEZIA GIULIA
 
CAPOFILA IN  ITALIA
 
DELLA CANCELLAZIONE
 
 DELL'AUTONOMIA COMUNALE!!!
 
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Cosa aspettano i Sindaci friulani
a ribellarsi
alla sistematica violazione
in Regione
della Costituzione italiana
(art. 114)
e dello Statuto di Autonomia
(art. 4 - 8 - 11)?

 
"Le regioni a statuto speciale dovevano essere un presidio dell'autonomia, il FRIULI-VG sta diventando  il capofila del soffocamento delle libertà comunali."
 
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1) Regione Friuli-Vg e i piccoli Comuni.


La legge nazionale esenta quelli sotto i mille abitanti, ma dal 2016 solo da noi saranno colpiti.

 
4.09.2015 - I danni del Patto di stabilità interno sull'economia e sui lavori pubblici sono sotto gli occhi di tutti, bloccando anche gli investimenti per i quali ci sono i soldi. Eppure, incredibilmente in Friuli-Venezia Giulia il Patto di stabilità sarà applicato anche ai comuni sotto i 1000 abitanti a partire dal 2016: tale novità è stata inserita – e non preannunciata - nella L.18/2015 in vigore da agosto mentre a livello nazionale si esclude tale applicazione e anzi si discute per un allentamento del patto. (…..)



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2) Il dipendente comunale? Lo selezionerà e assumerà la Regione


3.09.2015 - Pur sospendendo il giudizio in attesa di leggere il testo completo, Anci (l'associazione dei Comuni del Friuli-Venezia Giulia) lancia l’allarme sul Comparto Unico dopo aver esaminato il primo documento per la riforma regionale. “Siamo preoccupati. - commenta il presidente Mario Pezzetta - A meno che da documenti più completi non ancora disponibili emerga una realtà diversa, siamo in presenza di un’operazione di accentramento di tutti i processi gestionali riguardanti i dipendenti comunali, con buona pace della regione “leggera” e delle competenze delle Uti appena istituite.
    
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3) Panontin diffida, ma i sindaci ‘ribelli’ non mollano

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PUO' BASTARE?







10 commenti:

  1. COSTITUZIONE ITALIANA

    Articolo 114

    La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni [cfr. art. 131] e dallo Stato.

    I COMUNI, le Province, le Città metropolitane e le Regioni SONO ENTI AUTONOMI CON PROPRI STATUTI, POTERI E FUNZIONI secondo i princìpi fissati dalla Costituzione.

    Omissis
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  2. Statuto speciale della Regione autonoma Friuli - Venezia Giulia

    Legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 e successive modifiche e integrazioni

    "Art. 11

    La Regione esercita NORMALMENTE le sue funzioni amministrative DELEGANDOLE alle Province ed ai COMUNI, AI LORO CONSORZI ED AGLI ALTRI ENTI LOCALI, O AVVALENDOSI DEI LORO UFFICI.

    I provvedimenti adottati nelle materie delegate sono soggetti al controllo stabilito nell’articolo 58.

    Le spese sostenute dalle Province, dai Comuni e da altri enti per le funzioni delegate sono a carico della Regione."

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    COMMENTO DELLA REDAZIONE DEL BLOG:

    AL CONTRARIO DA QUANTO STABILITO ALL'ART. 11 DELLO STATUTO DI AUTONOMIA, LA GIUNTA SERRACCHIANI STA CENTRALIZZANDO TUTTO NELLE MANI DELLA BUROCRAZIA REGIONALE TRIESTINA E CANCELLANDO SISTEMATICAMENTE L'AUTONOMIA COSTITUZIONALMENTE PREVISTA A FAVORE DEI COMUNI ALL'ART.114.

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  3. Comunicati Agenzia Consiglio Notizie


    M5S: Regione impone volontà politica ai Comuini, il caso Muggia

    3 Settembre 2015, ore 16:31

    (ACON) Trieste, 3 set - COM/AB - Il pronto soccorso della maggioranza e del centro sinistra nel Friuli Venezia Giulia ha un nome e un cognome: Paolo Panontin. Esercitando i poteri sostitutivi attraverso i cosiddetti "commissari ad acta", l'assessore regionale alle Autonomie locali, a Muggia, sta facendo le prove per garantire il funzionamento delle Uti (Unità territoriali intercomunali), aiutando al tempo stesso il sindaco Nesladek a uscire dall'impasse in cui si è ficcato e a riconquistare una parvenza di maggioranza. Con pratiche di questo tipo tutti sono avvisati: l'esercizio democratico della politica è definitivamente fuori moda".

    A lanciare l'allarme è la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Elena Bianchi.

    "Per capire quanto accaduto bisogna soffermarsi su alcuni passaggi - spiega Bianchi. Il prossimo anno a Muggia ci sono le elezioni e il tentativo di approvare il nuovo Piano regolatore (PRG) ha mandato in tilt il Consiglio comunale. Due dimissioni e il dissenso di alcuni consiglieri della maggioranza, usciti al momento del voto insieme all'opposizione, hanno fatto cadere due volte di seguito il numero legale. In sostanza al momento non c'è più una maggioranza".

    "Molto probabilmente, con l'ingresso dei due nuovi consiglieri che dovranno sostituire i dimissionari, il sindaco Nesladek è convinto di avere nuovamente i numeri per governare e per portare avanti almeno due opere certamente utili alla sua campagna elettorale: la sede della Protezione civile e la messa in sicurezza del terrapieno Acquario. Quello che è certo - afferma la portavoce del M5S - è che quanto accaduto a Muggia rappresenta un vero e proprio campanello di allarme. La democratica e dialettica opposizione alla politica del sindaco Nesladek viene azzerata da un "commissario ad acta", imponendo di fatto - conclude Bianchi - la volontà politica della Regione sulle assemblee comunali". AB

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  4. TITOLO - Unioni dei Comuni, la Regione non teme la pioggia di ricorsi: «Si va fino in fondo»

    SOTTO-TITOLO: Panontin: se il Tar ci darà torto, appello al Consiglio di Stato. «I sindaci ribelli? Si tratta soltanto di una manovra politica»

    di Lodovica Bulian - 23 agosto 2015

    "(…) Intanto, il tempo per approvare gli statuti delle unioni è scaduto, e domani scatteranno le diffide ai ribelli - sono state bocciate le Uti del Friuli Centrale, del Medio Friuli, e Alto Friuli, del Fella, del Natisone, mentre a quella del Livenza è mancato il quorum - .

    Trascorsi cinque giorni arriveranno anche i commissari ad acta.

    Un passaggio che si poteva evitare» allarga le braccia Panotnin. Ma tant’è. Saranno i commissari, con poteri sostitutivi, ad approvare d’ufficio gli statuti. A bordata, però, corrisponde ricorso. E i legali dei ricorrenti, Enrico Bulfone e Teresa Billiani, impugneranno la nomina dei commissari che di fatto si «sostituiranno» ai comuni con «un atto senza precedenti - sostengono i legali - che viola la costituzione».

    Gli avvocati allegheranno la richiesta di sospensiva al Tar, insieme all’istanza di rimessione degli atti alla Corte Costituzionale.

    Stessa procedura nel caso dovesse giungere anche un secondo commissariamento, quello previsto per i consigli comunali che non approveranno in aula lo statuto delle loro Uti. Dovranno farlo entro 30 giorni a decorrere da domani (...)

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/08/23/news/la-regione-non-teme-la-pioggia-di-ricorsi-si-va-fino-in-fondo-1.11974803

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  5. FUSIONI DEI COMUNI

    Le poche fusioni già effettuate in Regione sono state PAGATE a peso d'oro dall'amministrazione regionale.

    Se, come previsto dalla legge nazionale, i comuni sotto i 1000 abitanti sono esentati dal Patto di stabilità, la Regione ha in mano un'arma in meno per ricattarli e obbligarli a fondersi.

    In definitiva il patto di stabilità, inserito SOLO nella regione Friuli - Vg, a danno dei piccoli Comuni, è nei fatti uno strumento di ricatto della politica regionale nei confronti dei piccoli Comuni sotto i 1000 abitanti.

    Ma, in Regione, si può andare avanti in questo modo incostituzionale e antidemocratico di "fare politica"?

    La Regione pretende da Roma il rispetto della SUA autonomia ma contemporaneamente SOFFOCA l'autonomia COSTITUZIONALE dei Comuni.

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  6. Dal sito FRIULI.IT

    http://anteprima.ilfriuli.it/articolo/Politica/“Il_Friuli_è_la_‘cavia’_del_taglio_della_spesa_pubblica”/3/146186

    Intervista a Elena Cecotti

    Elena Cecotti, reduce dalla Conferenza nazionale dei Piccoli Comuni a Cagliari: “Le contrarietà alla riforma degli Enti locali non ha nulla di politico. Non tenere conto delle specificità territoriali è irrazionale”

    23/08/2015

    La riforma è ineludibile, su questo non ci piove. Ma il cambiamento va condiviso e va tarato a seconda dei territori e delle sensibilità delle comunità. Per questo “sulle Uti c’è troppo silenzio”: questo pensa la coordinatrice della Consulta dei Piccoli Comuni del Friuli Venezia Giulia, Elena Cecotti, sindaco di Visco, reduce dalla Conferenza nazionale dei Piccoli Comuni tenutasi quest’anno a Cagliari, dove si è discusso della legge nazionale di riforma degli Enti Locali, la cosiddetta ‘Delrio’.

    DOMANDA - Che ne pensano i sindaci dei piccoli Comuni?
    RISPOSTA - “La voce unanime e trasversale degli amministratori, senza alcuna strumentalizzazione politica di parte, è stata quella di rilevare l’inefficacia nell’applicazione della norma. L’Italia è un Paese diverso da regione a regione e, anche all’interno di ogni regione, da zona a zona, i territori sono diversi e, conseguentemente, lo sono anche le criticità e le risorse. Pertanto, l’individuazione di ambiti demografici numericamente preconfezionati che non tiene conto del territorio, delle precedenti forme associative già attuate in passato, della conoscenza diretta dei sindaci, è irrazionale”.

    DOMANDA - Cosa vuol dire oggi per voi amministrare?
    RISPOSTA - “Alla Conferenza sono stati molti gli interventi degli amministratori presenti che hanno individuato le criticità nell’amministrare i territori con i molti, troppi vincoli  imposti e che aumentano costantemente”.

    DOMANDA -E delle riforma delle Uti cosa pensano i piccoli Comuni friulani?
    RISPOSTA - “Tenuto conto del fatto che la nostra Regione legifera autonomamente in materia di enti locali, la riflessione d’obbligo è che la legge di riforma emanata a fine 2014 è molto più rigida e restrittiva di quanto previsto dalla ‘Delrio’, ma le voci di dissenso degli amministratori locali, formalizzate con il ricorso al Tar, vengono etichettate come un contrasto puramente politico nei confronti del governo regionale e non vengono valutate rispetto alle ripercussioni e alle conseguenze sui servizi erogati ai cittadini, o sul rapporto fra i cittadini e gli amministrazioni locali”.

    DOMANDA - Cosa pensano invece della riforma friulana gli altri coordinatori regionali?
    RISPOSTA - “A loro è chiaro che la contrarietà degli amministratori non ha niente di politico: la considerazione dell’inefficacia di norme eccessivamente rigide non è di una o dell’altra parte, ma deriva dalla visione d’insieme di chi, amministrando il proprio territorio, è in grado di riconoscere le sue potenzialità e gli aspetti che rendono più o meno realizzabile l’associazionismo”.

    PRIMA PARTE (CONTINUA)

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  7. Dal sito FRIULI.IT

    http://anteprima.ilfriuli.it/articolo/Politica/“Il_Friuli_è_la_‘cavia’_del_taglio_della_spesa_pubblica”/3/146186

    Intervista a Elena Cecotti


    SECONDA E UILTIMA PARTE:

    DOMANDA - Secondo lei i cittadini della nostra Regione sanno cosa cambierà per loro con le Uti?
    RISPOSTA - “Non so se sanno che in molti casi dovranno spostarsi di diversi chilometri per le necessità burocratiche, visto che nel proprio municipio resterà solo uno sportello al cittadino. Non so se sanno che le decisioni sui propri territori non saranno più in capo al sindaco che hanno eletto, ma dovranno essere valutate da un’assemblea di sindaci che ovviamente non possono conoscere i problemi e le risorse di tutti gli altri Comuni dell’Unione! Quale sarà il valore di un programma elettorale, quando è evidente che sindaco e amministrazione comunale dovranno condividere le decisioni con altri sindaci? E non è detto che ci sarà condivisione…”.

    DOMANDA - Come si gestiranno le questioni relative al personale?
    RISPOSTA - “Un altro silenzio che personalmente trovo incomprensibile è quello dei sindacati: le Uti andranno rivoluzionare il lavoro di centinaia di dipendenti comunali, che in molti casi hanno manifestato la loro preoccupazione”.

    DOMANDA - Però le finanze statali impongono un cambiamento...
    RISPOSTA - “Certamente nessun obbligo, come già sperimentato in passato, porta a nessun risultato. Di contro, obblighi troppo stringenti non porteranno ugualmente a buoni risultati… Peccato, perché il Friuli Venezia Giulia è sempre stata una Regione modello per il resto dell’Italia… La preoccupazione oggi, invece, è che la Regione stia diventando una specie di cavia per testare la tenuta del sistema amministrativo, sociale e sanitario rispetto a riforme troppo spesso non condivise con chi tutti i giorni è sul territorio fianco a fianco, e sotto attento esame, dei cittadini”.

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  8. L'ASSESSORE REGIONALE PAOLO PANONTIN continua ad affermare che i Comuni che sono contrari alla SUA riforma degli Enti Locali lo sono esclusivamente per motivi politici.

    UNA DOMANDA: quanti sono in regione i Comuni guidati da un Sindaco di centro sinistra che UBBIDISCONO agli ordini dell'Assessore Panontin e conseguentemente approvano lo Statuto della loro Uti e non manifestano PUBBLICAMENTE la loro contrarietà a questa folle riforma degli Enti Locali?

    Folle perché IMPOSTA dall'alto a forza di "commissari" e non tiene conto della realtà territoriale, né delle contrarietà che sono fortissime anche se i Sindaci legati al carro della attuale Giunta regionale mugugnano di nascosto....pena non essere ricandidati "il prossimo giro".....

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  9. NATISONE E FELLA . NO ALL'UTI

    Fallito anche il secondo tentativo, ora è certo che lo statuto dell’Unione intercomunale (Uti) del Natisone sarà approvato da un commissario ad acta nominato dalla Regione.

    La conferenza dei sindaci dei 17 comuni facenti parte dell’Unione, tornata a riunitasi a Cividale il 7 settembre su richiesta della Regione, si è risolta nuovamente con un nulla di fatto.

    Anzi, I VOTI FAVOREVOLI SONO DIMINUITI, in quando questa volta si sono astenuti anche Savogna e Stregna. Germano Cendou e Luca Postregna hanno deciso di non sostenere il documento dopo che si sono visti bocciare i propri emendementi (redatti in collaborazione anche con Drenchia) sulla TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE, prima fra tutte la denominazione ufficiale trilingue italiano-friulano-sloveno.

    Così SOLO CINQUE SONO STATI I VOTI FAVOREVOLI ALLO STATUTO: Buttrio, Cividale, Manzano, Remanzacco e San Giovanni al Natisone.

    SETTE I CONTRARI: Corno di Rosazzo, Grimacco, Prepotto, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone e Torreano.

    QUATTRO ASTENUTI: Savogna, Stregna, Moimacco e Premariacco. Assente Drenchia.

    Commissariamento necessario anche per l’Uti del Fella (Canal del Ferro e Valcanale). Alla riunione del 7 settembre hanno partecipato tutti i sindaci (in quella di agosto erano presenti solo Pontebba e Resiutta), ma hanno detto no Chiusaforte, Dogna, Moggio Udinese, Resia e Tarvisio.

    http://www.dom.it/nediza-in-bela-potrdili-ne-uniji_natisone-e-fella-no-alluti/

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  10. E L'UTI TRIESTINA? PARE CHE ANCHE IN PROVINCIA DI TRIESTE IN POCHISSIMI SIANO CONTENTI DI QUESTA BISLACCA RIFORMA DEGLI ENTI LOCALI TARGATA PANONTIN/SERRACCHIANI.
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    Dal quotidiano IL PICCOLO di Trieste:

    (…) «Una forzatura. Di fatto il Comune di Trieste diventa una circoscrizione dell’Uti giuliana», spiega Rovis. «Siamo di fronte a una riforma regionale assurda contraria ai principi costituzionali.

    I consigli comunali saranno svuotati di potere per degli enti non elettivi», aggiunge Paolo Menis (Movimento 5 Stelle) che critica il mancato dibattito a livello comunale. «Andavano aboliti i comuni sotto i tremila abitanti. E invece sono state create 18 “provincette”.

    Trieste rischia di restare ostaggio di tre comuni con meno di 10mila abitanti. Un capolavoro democratico (nel senso di partito, ndr)», dichiara Camber. In commissione succede di tutto, persino che sia Michele Lobianco (Impegno civico) a chiedere l’audizione dei sindacati per capire il destino delle risorse umane dentro l’Uti. «Assomiglia a un Soviet supremo», aggiunge rivolto al presidente del Consiglio Iztok Furlanic (Federazione della sinistra) che per l’occasione indossa una camicia rossa polinesiana (ricordo del viaggio di nozze).

    «Ho visto tanti stati statuti nella mia vita, a partire da quello delle bocciofile, ma nessuno come questo dell’Uti una volta approvato non potrà più essere modificato da chi l’ha votato - commenta Furlanic -. La riforma regionale difficilmente poteva essere peggiore di questa».

    Daniela Gerin (Sel) parla senza mezzi termini di «una carenza pesante di democrazia». Di sicuro è che l’Uti, da statuto, aprirà uno sportello per il cittadino in ogni Comune (totale sei sportelli). L’ultimo giorno Uti(le) per approvare lo statuto è il 23 settembre. Altrimenti arriva il commissario a far digerire l’Uti al capoluogo di Regione che aspirava a diventare città metropolitana.

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/09/08/news/trieste-dal-2016-la-polizia-locale-passa-al-supercomune-1.12058016?ref=hfpitser-1

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