venerdì 11 luglio 2014

UNIVERSITA': LE REGIONE DIFENDA L'ESISTENTE SENZA DISPERDERE FINANZIAMENTI PREZIOSI.



UNIVERSITA'

LA REGIONE DIFENDA L'ESISTENTE
SENZA DISPERDERE
FINANZIAMENTI PREZIOSI

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COMUNICATO STAMPA
del
COMITATO PER L'AUTONOMIA E
IL RILANCIO DEL FRIULI



Allo scrivente Comitato è giunta notizia che la Regione vuole intervenire nel polo universitario di Pordenone con fondi regionali importanti (si parla di minimo 1,5 milioni di euro all'anno già alla partenza) da investire in un nuovo dipartimento. L’iniziativa depotenzierebbe nel contempo in maniera sensibile le due università di Udine e Trieste sul piano sia del numero e importanza dei corsi universitari, che del numero dei docenti disponibili già carente, (minimo 40 docenti delle Università di Udine e Trieste ci risulta dovrebbero essere spostati nel Polo universitario di Pordenone).
 
Se il desiderio della città di Pordenone è legittimo, il Comitato si chiede se, in un momento di tagli finanziari pesanti alle Università da parte del Governo centrale che oltre tutto risulta non apprezzare le sedi distaccate tanto da pensare di eliminarle, non sia preferibile difendere e potenziare l'esistente nei due poli centrali di Udine e Trieste.

Il Comitato ricorda inoltre che c'è una legge regionale approvata circa 3 anni fa, che prevede la perequazione finanziaria tra l'Università di Trieste e di Udine, essendo quest'ultima notoriamente sotto-finanziata da un Governo centrale che eroga i finanziamenti statali ancora in base al criterio del costo storico. Tale legge regionale ancora non è attuata perchè priva di Regolamento.

Inoltre, come segnalato dal MIUR stesso, in Italia le immatricolazioni all'università sono in costante calo e dal 2003 le matricole sono diminuite di ben 78mila unità.

Lo stesso Consiglio Universitario Nazionale (CUN) l'anno scorso ha segnalato la perdita di attrazione dell'università: se nel 2003-2004 in Italia c'erano ben 338mila matricole, nel 2012-2013 il loro numero era calato a ben 260mila.

Le cause di questo pesante calo di immatricolazioni a fronte di un aumento costante di diplomati sono da iscrivere a una crisi economica che sta mettendo in difficoltà moltissime famiglie italiane e il sempre più marcato decremento dei fondi statali e regionali destinati alle borse di studio. E’ noto che gli studi universitari, non sono più considerati dai ragazzi e dalle famiglie importanti per la ricerca del posto di lavoro.

In questo preoccupante quadro sia regionale che nazionale, non è preferibile tutelare l'esistente finanziando adeguatamente le Università di Udine e Trieste nelle loro sedi centrali, piuttosto che cercare “avventure” nei poli distaccati? E poi perchè solo a Pordenone? I poli di Gorizia, Gemona o Cormons non hanno forse diritto a pari opportunità?

In conclusione, in un momento di crisi economica e politica così pesante, il Comitato ritiene sia prioritario tutelare l'esistente e non disperdere preziosi fondi regionali e preziose risorse scientifiche in intraprese rimandabili a “tempi migliori”.

10 luglio 2014

Per il "Comitato per l’Autonomia
e il Rilancio del Friuli"
 
il portavoce
Giancarlo Castellarin

3 commenti:

  1. DOMANDE:

    1) Posto che nel 2011, dopo lunga e ampia discussione, è stata approvata dal Consiglio regionale la legge nr. 2/2011 che norma i finanziamenti regionali alle Università di Udine e Trieste (+ Sissa e Conservatori di Musica), i fondi che “pare" siano destinati al Consorzio universitario di Pn, non dovrebbero essere decisi e valutati dalla Conferenza del sistema universitario regionale, istituita ancora nel febbraio 2011 con la legge regionale sopra citata?

    Questo il link della legge regionale 2/2011

    http://lexview-int.regione.fvg.it/fontinormative/xml/xmllex.aspx?anno=2011&legge=2

    Legge che così recita all'art. 5 - L.R. 2/2011

     (Conferenza del sistema universitario regionale)

    1. È istituita la Conferenza del sistema universitario regionale, di seguito definita Conferenza.
    2. La Conferenza esercita funzioni di impulso e proposta ai fini dello sviluppo del sistema universitario regionale (...).

    2) perchè alla legge regionale 2/2011 manca ancora, a tre anni dalla sua approvazione, il Regolamento attuativo? Forse perchè la politica preferisce “avere la mani libere”?

    3) A cosa è servito dibattere così tanto in Consiglio regionale nel 2010/2011 se poi si continua a distribuire i fondi regionali in maniera “feudale”?

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  2. La riforma sanitaria in discussione in regione parte dal presupposto che ci siano ospedali e presidi sanitari che non raggiungono un livello minimo di sicurezza e sui quali dunque si deve intervenire con la chiusura o un ridimensionamento.

    Perché lo stesso criterio non vale anche per i Poli decentrati delle università di Udine e Trieste?

    Il Polo di Pordenone quale capacità attrattiva ha rispetto al mondo studentesco veneto e friulano? E se la risposta fosse negativa (ossia attrazione scarsa), ha senso rifinanziarlo in maniera così corposa seguendo la strada opposta a quella che si sta seguendo per la riforma sanitaria regionale?

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  3. Sul settimanale IL FRIULI - del 18 luglio 2014 - pagina 23 - è stato pubblicato un articolo dal titolo "Università sul Noncello, il Comitato dice "no", ove è stato riportato gran parte del Comunicato stampa a firma di Giancarlo Castellarin.

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    In precedenza anche il MESSAGGERO VENETO (Udine) aveva pubblicato un articolo che riportava gran parte del Comunicato stampa e pubblicava la replica del Consorzio universitario di Pordenone.

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