lunedì 6 gennaio 2014

SALVIAMO IL PALIO STUDENTESCO !




SIMPRI MANCUL
PAL PUAR FRIÛL

APPELLO
PER LA CULTURA FRIULANA

di Bepi Agostinis

Il Friuli sempre più sottomesso alle necessità di Trieste in particolare nella cultura.

I 14 MILIONI di euro per il loro Teatro li hanno subito trovati. Denaro che è servito a pagare i debiti di una non oculata e leggera gestione del loro Teatro.

Ora niente fondi anche al nostro Palio Studentesco di Udine: questo vuol dire chiudere un lavoro che da 40 anni ha coinvolto migliaia di ragazzi, e non solo della città ma anche della Provincia. Una manifestazione che dava ai ragazzi la possibilità di aprirsi ad un mondo nuovo per loro e per alcuni anche la possibilità di continuare poi come professionisti nel Teatro.

Certamente i ragazzi che avevano scelto questa manifestazione, l’avevano preferita alle inutili perdite di  tempo passate a gozzovigliare nelle strade o nei locali pubblici: dunque ragazzi più posati e sicuri per un loro avvenire più tranquillo.

Diamo tutti una mano al Teatro Club per il Palio Studentesco, mandando una e mail di sostegno a questo indirizzo:


COSI’ DIAMO UNA MANO
AI GIOVANI FRIULANI


Bepi Agostinis
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ASSESSORE REGIONALE
GIANNI TORRENTI,

NON ESISTE SOLO
IL TEATRO LIRICO VERDI
DI TRIESTE!


12 commenti:

  1. «Azzerati 60 anni di storia»

    La lettera del direttivo del Teatro club di Udine sul Palio studentesco

    Nell’Italietta così spesso incline allo sport della memoria corta, è obbligatorio ogni tanto fare un ripasso della storia e ricordare agli smemorati di turno il passato, remoto e prossimo, che sta loro alle spalle e getta le fondamenta del presente.

    Ciò vale per il mare grande delle piazze nazionali, così come per quello piccolo delle microaree periferiche, rannicchiate all’ombra di vari campanili.

    Nella fattispecie, eccoci arrivati al cortile del teatro friulano e, zoomando quanto serve, al ruolo che vi ha svolto (e vi svolge) il Teatro Club Udine, dall’alto – è proprio il caso di dire – dei suoi 60 anni e più di ininterrotta e creativa attività.

    Nato negli anni ’50 grazie a Rodolfo Castiglione e Ciro Nigris e al loro spirito di intraprendente servizio per la comunità (altri tempi, si sa), quella struttura non solo ha fondato e incentivato il teatro di professione, ma soprattutto ne ha creato e indotto il bisogno, per una comunità educata e cresciuta così alla consapevolezza di essere e sapersi “pubblico”.

    Su quelle basi e da quel primo motore è uscito per partogenesi un ventaglio di costole successive, di cui –sempre a buon pro’ degli smemorati di cui sopra- è utile stilare l’elenco: il recupero a uso di spettacolo dello spazio del Palamostre, inizialmente destinato ad altri scopi; la produzione di spettacoli, in friulano e non, rodati con le forze congiunte del Piccolo Teatro; la geniale e pionieristica ideazione del Palio Teatrale Studentesco, da cui, oltre a schiere di spettatori, sono stati formati tutti o quasi gli operatori friulani –artistici, organizzativi, tecnici- che oggi animano la scena, anche nazionale; la creazione del cosiddetto circuito regionale, l’Ert, rete di decentramento pensata inizialmente insieme al Rossetti di Trieste; infine, la fattiva collaborazione con il Comune di Udine per la costruzione di uno spazio teatrale degno della città, un progetto poi coronato dal manufatto del Giovanni da Udine.

    Da 14 anni il Teatro club organizza un suo originale, inconfondibile cartellone di teatro civile, per nicchie di spettatori che chiedono alla scena occasioni non di intrattenimento ma di riflessione. Insieme alla Nico Pepe, con cui spesso entra in sinergia, vanta meritori traguardi nel campo della formazione giovanile grazie al Palio teatrale studentesco, che nel 2014 giungerà alla 43° edizione ininterrotta e che, di recente, è stato monitorato dal Ministero pubblica istruzione tra le (poche) rassegne nazionali rimaste ancora vitali nel settore del teatro-scuola.

    Ebbene, tutto questo pedigree, con la sua attuale carta d’identità, non basta e –incredibile ma vero- il Teatro Club risulta bellamente estromesso dal sostegno regionale previsto dalla Finanziaria 2014.

    L’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti è uomo di teatro, maturato in questa competenza soprattutto a Trieste. Sa bene dunque che l’azzeramento economico in corso d’opera comporta conseguenze devastanti e, forse, irrimediabili, come il classico fulmine a ciel sereno. Nel caso del Teatro Club, sulla porta incombono il mancato rispetto degli impegni presi con le compagnie già annunciate in cartellone, con conseguente pagamento di penali; la cassazione del Palio, il licenziamento del personale e la rottura dei rapporti con i vari collaboratori; lo smantellamento della struttura, anche nelle forme possibili di una lillipuziana reimpostazione.
    Razionalizzazione, dunque?

    A sentire il buon Tacito, gli antichi Romani colonizzatori chiamavano “pace” i luoghi in cui avevano fatto il “deserto”. Prima di questo scongiurabile day-after, urge un chiarimento pubblico. Dopo di che, ognuno si prenda le sue responsabilità, risponda al suo territorio di riferimento e soprattutto faccia i conti con la sua coscienza. Omnia munda mundis.

    Il direttivo del Teatro Club

    06 gennaio 2014

    Dal quotidiano il Messaggero Veneto del 6 gennaio 2014

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/01/06/news/azzerati-60-anni-di-storia-1.8417977


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  2. «Avete le carte in regola per ottenere il contributo»

    L’assessore regionale Torrenti chiede tempo per la pubblicazione dei bandi. Ma la direttrice Felice replica: «Per noi potrebbe essere troppo tardi»

    (…) L’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti assicura che l’azzeramento del finanziamento al Teatro club di Udine è frutto soltanto del nuovo sistema messo a punto proprio con l’obiettivo di premiare gli eventi più significativi ed evitare sprechi in tempi in cui le risorse sono limitate.(…)

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/01/06/news/avete-le-carte-in-regola-per-ottenere-il-contributo-1.8417976

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    COMMENTO:
    Siamo proprio sicuri che il nuovo sistema messo a punto dall’assessore regionale (TRIESTINO) alla Cultura non sia “funzionale” al finanziamento prioritario delle realtà teatrali triestine?

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  3. .... ossia - con il nuovo sistema messo a punto dall'assessore Torrenti - non è che si difende solo il "posto di lavoro" delle realtà teatrali che fanno "produzione" (ossia le realtà teatrali triestine), senza alcuna valutazione meritocratica ?

    In questo caso, essendo in regione la "produzione" quasi esclusiva dei teatri triestini, questi finiscono con l'essere premiati finanziariamenti senza alcun merito....

    Si premia chi spreca da anni e anni con una politica teatrale megalomane, ed è stato commissariato per anni (il Verdi di Trieste), e si castiga chi ha ben lavorato per decenni...

    E questo il nuovo sistema messo a punto dal "TRIESTINO" assessore regionale Gianni Torrenti?

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  4. E i consiglieri regionali eletti in Friuli dove sono? Cosa stanno facendo per difendere le eccellenze della regione Friuli (di cui non fa parte la provincia di Trieste) ? C'è qualche consigliere regionale friulano che si è opposto all'azzeramento del finanziamento al Palio studentesco friulano, o dormivano tutti quando è stato approvato in Consiglio regionale questo azzeramento?

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  5. Dal Blog di Giampaolo Carbonetto

    http://carbonetto-udine.blogautore.repubblica.it/2014/01/06/i-rospi-da-inghiottire/

    I ROSPI DA INGHIOTTIRE

    (...) Terzo avvenimento, apparentemente piccolo, ma importantissimo: la decisione di Gianni Torrenti – ma evidentemente avvallata dalla nostra intera giunta regionale – di tagliare completamente i fondi al Teatro Club e, di riflesso, al Palio Teatrale Studentesco che è una delle manifestazioni scolastiche più antiche e più apprezzate in Italia. Sarebbe questa la sinistra che dice di difendere la cultura e va a colpire proprio gli ambiti e le età nei quali la cultura comincia non soltanto a formarsi, ma soprattutto a radicarsi? (...)
    ...................

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  6. Dal Blog "DIARIO DI SCUOLA"

    http://diariodiscuola-udine.blogautore.repubblica.it/2014/01/06/settecento-ragazzi-25-scuole-dovrebbero-rinunciare-al-palio-studentesco/comment-page-1/#comment-4157


    "La notizia viene sparata agli occhi del lettore domenica 5 gennaio 2014, alla pagina 13 di questo giornale: “Addio al palio studentesco, azzerati i fondi regionali”.

    L’autore dell’articolo è Cristian Rigo, e l’articolo occupa praticamente tutta la pagina d’apertura del Messaggero Veneto, cronaca di Udine.

    Come l’articolo chiaramente precisa, il contributo regionale che era concesso al Palio Studentesco di Udine (45.000 euro annuali) è stato azzerato nel tempo di uno schiocco di dita.

    Un fulmine a ciel sereno, nessuno se l’aspettava, nemmeno la direttrice del Teatro Club Udine, Angela Felice. Il Palio Studentesco coinvolge da 42 anni studenti provenienti da tutte le scuole della Provincia di Udine.

    Non è esagerare ammettere che il Palio è un evento atteso da moltissimi (lo scorso anno, in tutto, ci sono stati settemila spettatori), circa 25 gruppi scolastici l’anno sognano il momento in cui saliranno sul palcoscenico.

    Eppure, la freccia scagliata dalla politica dei “tagli alla cultura” ha deciso di centrare il cuore del teatro studentesco friulano.

    E la manifestazione rischia davvero grosso. Il Palio non può restare a galla con l’aiuto dei privati (come la Fondazione Crup) e il costo del biglietto (4 euro a persona).

    Sempre prendendo spunto dall’articolo di Rigo, l’Associazione Teatro Club non sarebbe la prima colpita dai tagli operati dall’assessore Torrenti: già l’Associazione teatrale Friulana si è vista negare i 40.000 euro che riceveva dalla Regione e adesso rischia la chiusura.

    Non riesco a pensare ad una fine del Palio. È il mio terzo anno, questo.

    Già due volte sono stato sul palco del Palamostre, e mi sto preparando con grande voglia e emozione alla terza.

    Non riesco a concepire che questa terza volta non ci sarà.

    A livello culturale il Palio Studentesco è una delle più grandi ed importanti occasioni per le scuole e gli studenti di mettersi in luce e di coltivare la propria passione.

    Cosa si può pretendere, poi, da noi giovani? Che ci interessiamo alla cultura, che coltiviamo un interesse, se poi il più grande gesto che riescono a fare nei nostri confronti è tagliarci i fondi e negarci questa importante possibilità? Allora restiamo a casa a guardare la televisione, che è praticamente la stessa cosa.

    Questo, purtroppo, è il messaggio che ci viene lanciato quando accadono eventi del genere.

    La cultura, il pilastro fondamentale del nostro paese e (in teoria) anche delle nuove generazioni, sta cadendo in ginocchio sotto i numerosi colpi che sta subendo, l’ultimo dei quali questo di cui sto scrivendo ora. Capisco il clima attuale e capisco che (purtroppo) uno dei primi settori che vengono colpiti dai tagli è la cultura: ma nonostante ciò non intendo rassegnarmi, e sono sicuro che non sarò l’unico.

    La perdita del Palio studentesco rappresenterebbe non solo una perdita per i 700 studenti coinvolti da 25 scuole di tutta la provincia di Udine, ma anche una grandissima perdita per Udine stessa: infatti il nostro Palio, come dice l’articolo di Rigo, è stato recentemente monitorato dal Ministero della Pubblica Istruzione come una delle ultime rassegne che si occupa ancora di teatro – scuola.

    Ebbene, anche questa rassegna sta per essere depennata dalla lista del Ministero e sta per diventare un’altra martire, vittima dei tagli alla cultura. Io questo non lo voglio. E voi?

    Francesco Masala
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  7. E questo l'appello della On.le Prof.ssa Silvana Fachin Schiavi:

    "APPELLO

    Nella mia funzione di presidente del Consiglio d'Istituto ho avuto l'opportunità di assistere alla 'nascita' di questa esperienza educativa, ideata e promossa dal prof.Gianni Cianchi, accolta con entusiasmo dagli studenti e dagli insegnanti di quel liceo che negli anni hanno collaborato col prof.Cianchi per estendere l'attività ad altre classi.

    Vi è stato infatti un graduale ma costante ampliamento dell'esperienza che ha coinvolto altri istituti superiori cittadini.

    Fu allora che, grazie al sostegno di Ciro Nigris e di Rodolfo Castiglione, l'attività fu inclusa nel calendario delle manifestazioni del Teatro Club, contribuendo alla crescita delle professionalità che nel frattempo andavano maturando nella scuola, al coinvolgimento di numerosi istituti del territorio e - last but not least !- all'innalzamento dell'interesse dell'opinione pubblica nei confronti del teatro.

    Mi auguro che gli studenti , gli insegnanti, le famiglie e la cittadinanza tutta uniscano le loro voci a quella autorevolissima della prof.ssa Angela Felice che ha raccolto, consolidato e sviluppato questa fondamentale esperienza culturale ed educativa per impedire che il Palio studentesco rischi l' azzeramento, "... cancellato da un colpo di spugna e senza alcun preavviso dai tagli cui è stato “obbligato” l’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti",come denuncia la prof.ssa Angela Felice.

    Silvana Schiavi Fachin"
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  8. E così risponde lo scrittore ROBERTO MEROI all'appello lanciato dal Palio studentesco di Udine:

    "Mi unisco molto volentieri all'appello a favore del Palio studentesco di Udine.

    Vorrei soltanto sottolineare un concetto.

    Questo è uno dei tanti problemi che ha comportato la creazione di una Regione male assortita con due componenti in perenne conflitto tra loro.

    Udine, la città più popolosa e importante del Friuli, ha risentito e continua a risentire in modo pesante di questa situazione paradossale. L'ho anche denunciato nel mio ultimo libro Mandi Trieste ovvero la guerra senza cannoni contro Udine, ma forse sono stato deriso da qualcuno...

    Ora che la scure si abbatte su molte (tutte, praticamente) realtà culturali udinesi, saranno in tanti ad ammettere che Meroi un pochino di ragione ce l'ha!

    Con i migliori auguri.

    Roberto Meroi - scrittore"



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  9. Dal quotidiano il Messaggero Veneto – Udine

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/01/08/news/palio-studentesco-in-primavera-tutti-sul-palco-con-l-assessore-in-prima-fila-1.8431394

    "Palio studentesco, in primavera tutti sul palco con l’assessore in prima fila"

    di Paolo Medeossi

    (PRIMA PARTE)

    UDINE. Erano chiamati “lazaroni” gli udinesi che abitavano nel borgo San Lazzaro dove sorgeva una chiesetta medioevale dedicata a tale santo, anche se poi la strada venne intitolata ad Anton Lazzaro (comunque, sempre Lazzaro è!) Moro, geologo friulano del Settecento.

    E, tanto per non farsi mancare niente, all’altezza dell’attuale piazzale Diacono sorgeva un lazzaretto, accanto a una delle porte per entrare in città. Notizie storiche, citate nel libro di Luciano Provini “Una vita a Udine”, per inquadrare il quartiere in cui risorse il teatro visto che a due passi c’è l’amatissimo auditorium Zanon. Proprio mezzo secolo fa, nel 1964, venne demolito in via Stringher il vecchio Puccini e per gli spettacoli non c’erano proprio spazi.

    Si ricominciò, in pieno pionierismo, grazie a personaggi con la passione di Rodolfo Castiglione e Ciro Nigris che fondarono il Teatro club individuando come struttura quello strano e ibrido complesso che, progettato dall’architetto Avon, venne sorgendo in piazzale Diacono dove c’erano un ponte sulla roggia e una spiaggetta, frequentata in estate dai “lazaroni”.

    Fu chiamato Palamostre in quanto doveva ospitare la fiera della Casa moderna, che aveva mosso i primi passi nell’area dell’ex ospedale. Ma poi la costruzione finì per diventare un po’ tutto, e cioè sala teatrale, polo natatorio, con la piscina esterna e quella interna (grazie ai 300 milioni di lire messi dal Coni presieduto da Manlio Benedetti), galleria d’arte moderna e anche discoteca, in quanto si andava a ballare in taverna.

    L’inaugurazione avvenne il 12 novembre 1970 con 600 spettatori accalcati e contenti nell’applaudire “Le smanie della villeggiatura”, commedia goldoniana interpretata dalla compagnia del Piccolo teatro Città di Udine, regista e attore sempre Castiglione, affiancato da Aldo Rinaldi. E appena due anni dopo questa sala, che ha salvato e rianimato la passione degli udinesi per la prosa, vide nascere il palio teatrale studentesco, geniale invenzione concepita in tempi furiosi di scontro sociale e politico fra i ragazzi, ma l’iniziativa riusciva a creare un terreno di dialogo e crescita, facendo da chioccia a tanti talenti.

    (CONTINUA)

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  10. Dal quotidiano il Messaggero Veneto – Udine

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/01/08/news/palio-studentesco-in-primavera-tutti-sul-palco-con-l-assessore-in-prima-fila-1.8431394

    "Palio studentesco, in primavera tutti sul palco con l’assessore in prima fila "

    di Paolo Medeossi

    (SECONDA E ULTIMA PARTE)

    (...) Rievocare quei momenti non è un rigurgito nostalgico, ma delinea un’operazione di chiarezza, verità e onestà nei confronti di chi, in maniera disinteressata e sincera, ha fornito a Udine e a cittadini di ogni generazione uno strumento unico e condiviso.

    L’apertura del palamostre, le stagioni organizzate dal Teatro club, la popolarità fiorita attorno al palio posero le basi per un fenomeno che portò in seguito al teatro Giovanni da Udine, quando venne inaugurato, nell’ottobre del 1997, un patrimonio di ben 4.500 abbonati. Tutto questo si è verificato anche grazie al confronto generazionale con chi voleva percorrere strade inedite

    E ciò avvenne quando apparve sulla scena cittadina il Css di Quaglia, Aniello, Bevilacqua, per cui la piccola Udine, in attesa di avere la grande struttura, se la spassava bene proponendo spettacoli e personaggi di qualità in un’epoca in cui il teatro non era stato ancora massacrato dalla tv commerciale.

    Pur nella precarietà, vissuta fra sedi sorprendenti (come il deposito delle locomotive in stazione), il teatro divenne un evento vissuto e partecipato, in primo luogo dai ragazzi che poi a primavera avevano per sé una ribalta come il palio.

    Tutto ciò va ricordato mentre è in atto una sollevazione a difesa di questa manifestazione studentesca, finita nelle spire di una politica culturale che, pur dovendo fare i conti con tagli e comprensibili sacrifici, sta misurando gli effetti di un fallimento per non aver previsto e anticipato certi scenari.

    In Friuli fanno scalpore i 14 milioni di euro con cui la Regione, in tempi di drammatiche ristrettezze, è andata in soccorso del teatro Verdi di Trieste per evitarne la chiusura.

    Intervento che alimenta stupore, amarezza e rabbia fra tutti e in particolare fra chi da sempre denuncia una eccessiva sudditanza verso la città giuliana.

    Comprensibili allora i richiami a una classe politica friulana assopita o arrendevole.

    A fine dicembre il Messaggero Veneto ha pubblicato gli elenchi con i 155 ex consiglieri regionali destinatari di pingue vitalizio: fra loro, solo una ventina sono i politici triestini, quindi un’ampia minoranza. Eppure sono capaci di autentici exploit, come quello servito su un piatto d’oro al Verdi, teatro da 270 dipendenti e in cui il 40% del bilancio è destinato all’apparato.

    Di fronte a tutto questo, cosa sono i 25 mila euro necessari a far andare avanti il palio?

    Certamente Udine lo salverà in qualche modo, sperando che l’operazione non alimenti la solita bagarre a livello amministrativo tra chi si dice più o meno bravo (con i soldi pubblici).

    Dopo quello che ha combinato, un’intera classe politica, di qualsiasi colore essa sia, dovrebbe abbassare umilmente le ali e cercare di farsi perdonare almeno un po’. Morale della favola (che continua): in primavera il palio studentesco si farà nonostante la Regione, e al palamostre naturalmente. Idea: invitate l’assessore Gianni Torrenti, da tutti definito uomo di teatro, alle sue tredici serate. Guai se ne perde una. Altrimenti ci arrabbiamo davvero.

    8 gennaio 2014

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  11. "Dopo quello che ha combinato, un’intera classe politica, di qualsiasi colore essa sia, dovrebbe abbassare umilmente le ali e cercare di farsi perdonare almeno un po’. "

    Paolo Medeossi sul MV

    E l'assessore Gianni Torrenti, invece di scusarsi, che cosa dichiara? Accusa i consiglieri regionali di "non aver chiesto un euro per il Teatro Club di Udine" !

    Da non credere! Pazzesco! Ma forse Torrenti se lo è scordato che è LUI l'assessore regionale alla cultura e dunque Lui dovrebbe conoscere le realtà territoriali regionali e finanziare tutte le realtà più meritevoli in quanto hanno una importante ricaduta sul territorio regionale.

    Torrenti, non c'è solo il Campanile di San Giusto! Sveglia!

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  12. Dal Blog di Fabiana Dallavalle

    http://chiediscena-messaggeroveneto.blogautore.repubblica.it/2014/01/09/io-sto-con-il-palio-teatrale-studentesco/

    IO STO CON IL PALIO TEATRALE STUDENTESCO

    "Ho fatto il Palio nel 1983. Con il Copernico.

    C’era un giovane regista e autore, tale Gian Paolo Polesini che cercava musicisti, ballerine, attori per un musical. Un’idea bizzarra. Al palio non si era mai visto niente del genere. Immaginate cosa doveva essere portare un gruppo di giovani musicisti scatenati e dei ballerini su un palcoscenico calcato principalmente da giovani impegnati con Eschilo, Aristofane, Pirandello, Shakespeare. Fu un successo.

    Da allora, a parte la pausa in cui non ero a Udine, non mi sono persa un’edizione, tanto che il mio primo incarico, al Messaggero Veneto fu proprio quello di seguire la rassegna.

    “Sono i ragazzi della nostra città, mi disse l’allora capo redattore della cultura, Paolo Medeossi, è giusto che il nostro giornale ne scriva.”

    Il Palio dagli anni settanta ad oggi è cambiato. Sono cambiati i ragazzi che lo facevano. Negli anni ottanta eravamo molto competitivi e spensierati. Non ci perdevamo uno spettacolo degli altri, ne parlavamo e discutevamo in classe, partecipavamo a tutte le serate e molti di noi, eravamo anche formatori di altri nostri coetanei.

    Tra gli anni ottanta e novanta sono usciti dal palio gli attori che attualmente calcano le scene nazionali, ma anche gli operatori teatrali, scenografi, i tecnici, i musicisti, i macchinisti, i drammaturghi, i registi e soprattutto molto del pubblico che paga il biglietto nelle tre stagioni teatrali di questa città.

    Da una decina d’anni il palio è diventato una rassegna teatrale di alto livello.

    Gli attori, grazie a coordinatori professionisti, quasi tutti ex paliensi, vanno in scena molto preparati. Costumi e scene sono curatissimi. Il palio è occasione di crescita ma anche di ascolto per molti.

    I ragazzi di oggi scelgono testi classici e contemporanei e non mancano riflessioni amare o critiche sul presente.

    In tempi di comunicazione virtuale l’occasione del teatro spesso è l’unica possibilità che hanno gli studenti di mostrare ad altri le proprie emozioni, mettere in gioco le proprie fragilità e talenti, avere una voce.

    Perché a teatro si impara a fare gruppo, si impara il rispetto degli altri e il rispetto delle regole. Il palcoscenico è un piccolo mondo che si appoggia su equilibri sociali delicati e particolari. Molti dei miei amici sono ancora quelli dei tempi del palio. Per per molti di noi quell’esperienza teatrale che comincia ad ottobre e si consuma ad inizio di primavera, ha segnato l’ingresso nella giovinezza.

    Per me in particolare che venivo dal mondo disciplinato e severo della danza fu un’esperienza di libertà. Non riesco a pensare questa città senza il palio.

    Non riesco a pensare che questa esperienza formativa possa essere negata ad altri ragazzi.

    Trovo incomprensibile che una realtà che è esempio virtuoso di gestione di formiche soccomba, mentre realtà gestite da cicale vengono premiate.

    E se il supporto di una intera comunità di cittadini, uomini e donne di cultura, giornalisti, attori, ex paliensi, associazioni, intellettuali, genitori, insegnanti, presidi che in migliaia stanno testimoniando la loro vicinanza al palio in questi giorni, mi rincuora, la politica, questa politica, mi intristisce.

    FABIANA DALLAVALLE
    .........................

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