domenica 19 gennaio 2014

ABOLIRE LE PROVINCE? UDINE CAPITALE !


Abolire
le province?

Udine capitale!

di Paolo Fontanelli

Stiamo assistendo all'avvio del percorso legislativo per l'abolizione delle provincie, "agnello sacrificale" sull'altare di un'ipotetico risparmio e stanno emergendo le dimenticanze e i disequilibri che si creeranno.

In realtà, visto il parere di autorevoli costituzionalisti e l'opinione recentemente espresso dallo stesso Letta che con legge ordinaria non si possa intervenire sulle Province vista la Costituzione vigente e che quindi sia necessaria la modifica della stessa e, per la nostra Regione, dello Statuto, prima (e non dopo) di qualunque passaggio legislativo. Dunque serietà vorrebbe che in piazza Oberdan a Trieste ci si limitasse eventualmente ad una mozione rivolta al Parlamento affinché cambi la Costituzione (e lo Statuto) per poi prenderne atto e, prudentemente, applicare le nuove norme costituzionali.

Altrimenti mettiamo il carro davanti ai buoi, facciamo i primi della classe a spese dei friulani senza nulla di concreto in cambio ed anzi con la scomparsa delle Province si determinerà nel Friuli-Venezia Giulia uno squilibrio “geopolitico” in particolare con la perdita di presenza politico-istituzionale (e quindi di potere) dell'area friulana. Il problema sta emergendo con forza, ha pesanti riflessi sul funzionamento e sui costi dell'intero sistema-regione e quindi va trovato un punto di bilanciamento.

Questo nuovo equilibrio potrebbe, o meglio dovrebbe, essere dato dal trasferimento della capitale della Regione a Udine e la contemporanea istituzione dell'area metropolitana (o di un'analoga forma amministrativa) a Trieste.

In questo modo avremo, finalmente, un'articolazione amministrativa regionale più coerente con la storia, le caratteristiche socio-economiche e culturali dei territori. Trieste potrebbe ottenere un riordino delle competenze amministrative ed urbanistiche quanto mai necessario per uno sviluppo della città nonché una definizione oggettiva delle risorse disponibili mentre l'area friulana non dovrebbe rivolgersi ad una capitale eccentrica e oggi ripiegata su se stessa per trovare un luogo ove poter vedere discusse le proprie esigenze.

E per evitare che Udine diventi la nuova Trieste, in termini di accentramento, si potrebbe completare il progetto con la riforme della legge elettorale regionale adottando quella oggi in uso nelle provincie. Tale legge garantisce la governabilità, la proporzionalità dei risultati e, soprattutto, il legame di ciascun eletto al proprio territorio grazie ai collegi uninominali.

Progressivamente il nostro territorio ridiventa, come un tempo e più di un tempo, luogo di servitù (da quelle militari di non lontana memoria a quelle del passaggio di ferrovie, autostrade, elettrodotti ecc. di oggi) espropriato del proprio patrimonio idrico ed impoverito nel sistema produttivo, forse è ora di osare nuove scelte. 

Paolo Fontanelli
già consigliere regionale VIII legislatura 
………………. 

L’intervento a firma di Paolo Fontanelli è stato pubblicato sul quotidiano IL GAZZETTINO di Udine, sabato 18 gennaio 2014.

L’intervento a firma di Paolo Fontanelli è stato pubblicato sul settimanale LA VITA CATTOLICA (Ud), giovedì 23 gennaio 2014.

4 commenti:

  1. Intervento molto apprezzabile. E anche condivisibile.
    Ma ,ahi noi, sarà dura sullo spostamento del capoluogo per tanti motivi e non solo perchè chi ha i privilegi non li vuole lasciare e se li tiene stretti. Ecco che qui però si potrebbe fare qualcosa. Si potrebbe cominciare con l'introdurre almeno l'elemento tipico del federalismo che non assegna nessun sovrafinaziamento alle città capitali e capoluogo. Per questo motivo Berna, Ottawa, Washington, Camberra non sono diventate le più grandi e più ricche città dei rispettivi paesi.
    Molto interessante, e da perseguire a prescindere, la necessità di riformare i collegi per l'elezione del consiglio regionale. Collegi piccoli, uninominali al limite, garantiscono meglio la rappresentazna territoriale e consentono di superare la sovrarappresentanza delle città, che sono uno dei fattori di debolezza del Friuli e dei friulani. Per molte tornate commuità friulane come la splimberghese non hanno avuto consiglieri regionali, in compenso ( si fa per dire) c'erano più consiglieri pordenonesi. E questo spiega molte cose...
    o no?
    Spiega, tra l'altro, come mai la maggioranza friulana non abbia mai trovato corrispondenza nel consiglio regionale;
    Chiarisce quale sia l'istituzione usata come un ascia per spaccare e indebolire il FRiuli
    Spiega, se si vuol comprendere, perchè sarebbe indispensabile, superare le province e trovare un latro modo per riaggregare amminsitrativamente il Friuli.
    Per tutto questo l'interveto di PAOLO FONTANELLI è
    il benvenuto. Grazie!

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  2. Dal quotidiano IL MESSAGGERO VENETO – giovedì 16 gennaio 2014

    http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2014/01/16/NZ_09_02.html

    UDINE Arriva il no anche delle minoranze slovene e dal costituzionalista Mario Bertolissi.

    Ieri la V commissione consiliare, presieduta da Vincenzo Martines (Pd), ha scoperto nuovi dubbi sul sistema di elezione delle Province, ideato dall’assessore Paolo Panontin (Cittadini).

    I rappresentanti della Province, da Alessandro Ciriani (Pordenone) a Maria Teresa Bassa Poropat (Trieste), hanno usato toni duri, com’era annunciato.

    Non erano annunciate invece le altre perplessità.

    Rudi Pavsic dell’Unione culturale economica slovena e Drago Stoka della Confederazione delle organizzazioni slovene hanno spiegato che se il Fvg ha una sua peculiarità lo deve anche alla presenza della comunità slovena e alle forme di tutela che a esse derivano dai trattati internazionali, da Londra a Osimo. «Ma di questo dato si è tenuto conto quando si è affrontato il disegno di riforma? No, così la comunità slovena si sente figlia di un Dio minore», hanno assicurato Pavsic e Stoka. Che hanno invitato la maggioranza di centrosinistra a fare un passo indietro, anche perché nemmeno a livello nazionale la riforma è stata ancora ben definita.

    Tecnico, invece, il ragionamento di Bertolissi, ordinario di diritto costituzionale all’università di Padova. «Una norma che preveda la trasformazione delle Province in enti di secondo grado, cioè eletti dai Comuni, a parere di molti studiosi del diritto appare incostituzionale.

    Varrebbe la pena – ha detto Bertolissi – riflettere sull’indispensabilità della riforma. Quando si vanno a toccare temi importanti come questo, i provvedimenti di legge dovrebbero avere un’ispirazione diversa, non testi senz’anima e meramente descrittivi, incapaci di intercettare le aspettative dei cittadini».

    Severo il giudizio di Ciriani. «La sensazione è che la riforma venga portata avanti non perché serve, ma per lanciare un segnale politico, senza conoscerne costi e benefici. Si lede il diritto di voto dei cittadini, mentre nessuno – ha concluso Ciriani – ci ha ancora spiegato quali saranno i vantaggi reali di questa riforma per cittadini, famiglie, imprese».

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  3. Dal sito della Regione Friuli - vg

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=316425

    Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

    Pdl: Ziberna, soppressione Province aumenterà i costi

    16 Gennaio 2014, ore 15:03

    (ACON) Trieste, 16 gen - COM/AB - Dopo le audizioni ha avuto inizio in V Commissione l'esame del disegno di legge sulla soppressione delle Province, alla presenza dell'assessore Panontin.

    "Doppiamo denunciare - ha affermato il consigliere regionale Rodolfo Ziberna - una vera e propria guerra ideologica di questa Giunta, non già per migliorare i servizi e contenere i costi, bensì per una battaglia elettorale che non riconsegni la Provincia di Pordenone al centrodestra: per fare ciò è disposta a un salto nel buio destinato a destabilizzare le istituzioni nella nostra regione" "È ormai appurato - ha rilevato Ziberna - che questa Giunta non si sia mai posta la domanda se si riescono a migliorare i servizi o abbattere i costi. Il suo obiettivo è offrire argomenti elettorali a sostegno della Serracchiani. Infatti è assodato che solo per il personale la Giunta spenderà dai 3 ai 25 milioni di euro in più, a seconda del grado di regionalizzazione dei dipendenti provinciali, visto che questi ultimi costano da 8.000 a 16.000 euro in meno dei colleghi regionali.

    A ciò si aggiungeranno almeno 4 milioni in più per la manutenzione delle strade, visto che la Provincia oggi provvede alla manutenzione a un costo di quasi 1.800 euro a km in meno che Fvg Strade, per gli oltre 2.200 km gestiti".

    "Vogliamo cambiare la Provincia - ha precisato Ziberna - per far sì che ogni soggetto che eroghi servizi al cittadino, alle imprese e al territorio lo faccia senza accavallarsi ad altri, specializzandosi e costando di meno. Questa Giunta evidentemente crede di potersi permettere di scialacquare i denari dei cittadini provocando gravi disservizi, SE NON ALTRO PERCHE' LA LEGGE SARA' CERTAMENTE IMPUGNATA E DICHIARATA INCOSTITUZIONALE, COME PREANNUNCIATO DA EMINENTI GIURISTI".

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  4. Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

    GM/FI: De Anna, legge Province aumenta poltrone e spesa

    21 Gennaio 2014, ore 16:03

    (ACON) Trieste, 21 gen - COM/ET - "Il centrosinistra continua a dare prova di essere il partito della spesa e dell'inadeguatezza amministrativa. La loro riforma della riforma delle Province, così come esaminata in Commissione, è solo una modifica della legge elettorale per le Province (da elezione diretta a una nomina di secondo grado del presidente e del Consiglio provinciale) e un moltiplicatore di poltrone e quindi di spesa".

    Ad intervenire è il consigliere regionale del GM/FI Elio De Anna, che critica fortemente la legge presentata in Commissione dall'assessore Panontin. "Una settimana fa l'assessore ci ha presentato una legge con 33 articoli, a distanza di sette giorni è tornato in Commissione con ben 23 emendamenti di Giunta (2 soppressivi di articoli, 9 modificativi, 9 sostitutivi e 3 articoli aggiuntivi). Praticamente ha presentato un'altra legge, che fa la moltiplicazione dei pani e dei pesci raddoppiando in alcuni casi i consiglieri provinciali (Pordenone da 10 a 20, Trieste da 16 a 22, Udine ha già il tetto massimo di 30) e introducendo l'Assemblea dei sindaci con parere obbligatorio non vincolante per l'approvazione del bilancio e parere vincolante per lo Statuto".

    "Un apparato amministrativo - continua De Anna - che già sulla carta rallenta i processi, per non parlare dell'aumento dei costi. A tal fine, infatti, ho presentato un emendamento che stabiliva la gratuità dell'incarico per i consiglieri, assemblea dei sindaci, assessori e presidente. L'emendamento, inizialmente approvato da tutti, è stato successivamente sub emendato dalla maggioranza di centrosinistra che ha stabilito la sola gratuità per i consiglieri provinciali, rimandando alla Giunta il compito di fissare la nuova indennità per presidente e assessori".

    "A questo punto - conclude il consigliere di centrodestra - il PD e il centrosinistra hanno gettato la maschera e non vengano più a parlarci di legge transitoria (in italia non c'è nulla di più definitivo che il transitorio), di snellire i processi amministrativi e tagliare la spesa nell'interesse dei cittadini.

    L'unico interesse di questa maggioranza, dimostrato dai fatti, è moltiplicare le poltrone, meglio se di loro appartenenza, e garantire loro le prebende".



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