mercoledì 18 maggio 2011

Legge regionale sulle cave: "comuni espropriati della gestione del loro territorio"



Dal quindicinale “DOM

Anno XLVI n. 9

15 maggio 2011

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LEGGE SULLE CAVE
COMUNI ESPROPRIATI

DELLA GESTIONE

DEL LORO TERRITORIO


IL CONSIGLIO REGIONALE ha approvato la nuova normativa che toglie alle amministrazioni locali il potere di decidere.

di R.D.

Nel 2007 ci fu la richiesta di apertu­ra di una cava di pietra piasentina a Cedermas, in comune di Pulfero. Avrebbe rappresentato un nuovo sfregio al territorio delle Valli del Natisone, già costellato da numerose ferite infertegli dai cavatori. Il consiglio comuna­le, sollecitato dall'azione del comitato «Di­fendiamo il Craguenza» che raccolse 1236 firme, all'unanimità diede parere negativo e la cava non si fece. Ora, però, l'opposizione degli enti locali non sarebbe più possibile, in quanto la decisione sulla concessione di nuove attività estrattive spetta alla Regione.
Il Consiglio regionale lo scorso 4 mag­gio ha approvato, infatti, la nuova normati­va. Gli schieramenti hanno votato compat­ti: centrodestra a favore, centrosinistra con­trario. È rientrato, quindi, il dissenso della Lega Nord, che lo scorso marzo, assieme alle opposizioni, aveva rifiutato la volontà di passare sopra la testa dei sindaci e delle amministrazioni locali.

«I comuni sono stati espropriati della ti­tolarità della gestione del loro territorio, laddove si dice che le autorizzazioni pos­sono essere date anche contrariamente a quanto previsto dal piano regolatore co­munale. C'è il rischio che un comune si ri­trovi una cava in casa senza sapere niente», ha tuonato il relatore di minoranza, Gior­gio Brandolin (Pd), che ha sottolineato pu­re «l'incoerenza» della Lega Nord. Anche Stefano Ristette (Sel) ha evidenziato che «la legge in vigore aveva un suo perché, questa ha delle forzature e degli eccessi».
Alessandro Colautti (Pdl) ha sostenuto, invece, che la nuova normativa «permette di uscire da una fase di anarchia, in cui non c'è una visione d'insieme.  Non si può la­sciare al comune un diritto d'arbitrio».  Non è dello stesso avviso Alessandro Corazza (Idv). «Sei mesi di continui ri­mandi — ha dichiarato - che hanno dato tempo a chi ha interessi nel settore di fare quegli affari e compravendite, denunciate durante la lunga discussione in Consiglio regionale, che marchiano l'entrata in vigo­re di questa legge come una brutta pagina per la politica regionale, oggetto di sparti­zioni di un mercato ancora poco aperto. Si sarebbe dovuto mettere la tutela dell'am­biente davanti al "partito dei cavatori", che trova supporter trasversalmente nei due maggiori partiti di maggioranza e opposi­zione, che in Italia fa enormi guadagni da concessioni che non fanno rientrare nelle casse pubbliche più del 4% del profitto: uno sfruttamento dell'ambiente non sostenibile».
In ogni caso le norme approvate sono transitorie. La regolamentazione sull'aper­tura di nuove cave sarà compito del Piano regionale per le attività estrattive. Brandolin ha scommesso, però, che esso «non ve­drà la luce durante il mandato di questo consiglio». Colautti, si è detto certo, inve­ce, che il piano «sarà approvato entro un anno o, comunque, entro la fine della legi­slatura», dunque entro la primavera 2013.

Nelle Valli del Natisone l'approvazione della nuova normativa suscita grande pre­occupazione. Si teme l'apertura di nuove cave, con nuovi danni al territorio e senza alcun vantaggio per la popolazione locale. L'attività delle cave, infatti, contrariamente a quanto si possa pensare, non ha portato nelle valli del Natisone nessun tipo di gua­dagno. Non crea nuovo lavoro in quanto molto materiale viene usato per la costru­zione di scogliere a rinforzo degli argini dei fiumi per il quale non c'è bisogno di un particolare lavoro di modellatura, senza contare che di solito le imprese che si occu­pano delle estrazioni portano spesso con sé gli operai, non coinvolgendo minimamen­te la forza lavoro della zona. Inoltre, nono­stante i comuni ricevano un compenso in denaro da queste imprese, la somma spes­so non è nemmeno sufficiente per sistema­re le strade danneggiate dal transito dei ca­mion carichi di pietra.

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2 commenti:

  1. "Federalismo" e "rispetto dell'autonomia locale"? Concetti sconosciuti per Giunta e Consiglio regionale, dal momento che stanno accentrando tutto nelle mani del potere regionale spossessando il territorio di ogni autonomia!

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  2. Veramenti un gran volte stomi che societât chi. Ancje il nestri Friûl al'è gambiât, tirât dentri in ta li logjchis mesonichis capitalistichis.FEDERALISMO. Ducju i partîs si emplin la bocje di chiste peraule par cjapânus in sir e fanus sta cuiès. ......e la leghe nord ce fasie?

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