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TRIESTE “SCIPPA” GERIATRIA
ALL’UNIVERSITA’ FRIULANA !
Il Ministero accorpa le scuole di specializzazione
e opta per il capoluogo regionale.
Il prorettore Sechi protesta: ingiustizia
Dal Messaggero Veneto – martedì 3 maggio 2011
Articolo a firma di Giacomina Pellizzari
La facoltà di Medicina dell'ateneo friulano perde la scuola di specializzazione in Geriatria. Quella dove, fino allo scorso anno, si formavano i camici bianchi che curano gli anziani. A "scippare" il corso di studio a Udine è stata Trieste grazie al decreto ministeriale del 31 marzo scorso che ha imposto l'aggregazione delle due scuole di geriatria. Un'aggregazione anomala che sta sollevando un mare di proteste anche perché è stata attuata all'insaputa dei rettori. Certo è che se prima Trieste aveva tre borse di studio in Geriatria ora ne ha sei perché si ritrova assegnate anche quelle di Udine.
Considerato che il Friuli - Venezia Giulia, dopo la Liguria, è la regione con l'età media più alta d'Italia, oltre ai rettori, Cristiana Compagno e Francesco Peroni, e al senatore Ferruccio Saro che ha portato il caso in Parlamento, anche il presidente de la Quiete, Gabriele Renzulli, ha chiesto, per iscritto, al ministro della sanità Ferruccio Fazio, di ripristinare la scuola di specializzazione in Geriatria di Udine. Una richiesta tutt'altro che banale visto che l'azienda per i servizi alla persona (Asp) "La Quiete" ha attivato un percorso di collaborazione con la facoltà di Medicina dell'ateneo friulano per accogliere gli specializzandi nei suoi reparti in grado di mettere a disposizione 450 posti letto e quindi una vasta casistica «tale da costituire un ottimo terreno di formazione per medici e di infermieri "geriatrici" » (…)
(...) Ma non è ancora tutto perché al fianco di Udine c'è anche il presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), Nicolò Marchionni, che ha già chiesto ai ministri Gelmini e Fazio, «urgente rettifica» del decreto ministeriale. A suo avviso, infatti, l'accorpamento delle scuole di specializzazione di Udine-Trieste, alla pari di quello di Bari-Foggia, rappresenta un'anomalia non motivata da esigenze di contenimento del numero di contratti, in quanto «per entrambi gli aggregati i contratti deliberati risultano essere sei, e quindi ciascuna delle singole sedi è in grado di raggiungere in modo indipendente il numero minimo prescritto di tre».
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Un po' difficile credere che dietro non ci sia lo zampino della lobby triestina....
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