RASSEGNA STAMPA
La legge 482 e la Rai.
Rai, giù le mani dal friulano
Messaggero Veneto
17 marzo 2011
Rubrica “Per posta e per e-mail”
FRIULANO E TUTELA:
LA LEGGE 482 E LA RAI
di Roberta Michieli
È veramente disarmante commentare le "sparate" dell'assessore alla Cultura Elio De Anna sul tema della tutela della minoranza linguistica friulana. L'ultima in ordine di tempo è relativa all'obbligo della Rai di ottemperare alla legge 482/99 mandando in onda trasmissioni in lingua friulana. Da ben nove anni la Rai sta violando questo suo obbligo di legge. Oggi finalmente è stata inserita nel contratto di servizio Rai-governo anche la lingua friulana. Però poi, nel contratto di servizio, hanno aggiunto anche una clausola che parla di convenzioni. Ossia, in concreto, nulla di fatto è mutato, dal momento che la Rai pare non avere alcuna intenzione di finanziare con il suo bilancio trasmissioni in lingua friulana.
Tuttavia Elio De Anna, così leggiamo sulla stampa, dichiara: « Friulano in Rai i fondi ci sono » e « i 200.000 euro necessari arriveranno dallo Stato ». Poi specifica che « i soldi, che ci sono, saranno parte di quella quota che lo Stato trasferisce ogni anno alla Regione per l'attuazione della legge 482 ». Incredibile! Ma Elio De Anna ha mai letto un qualsiasi testo che illustri questa legge? Che cosa sa di politica linguistica di tutela di una lingua minore? Ma come? Vuol ridurre i finanziamenti alla scuola in lingua friulana, alla toponomastica, agli sportelli linguistici eccetera per « regalare » 200 mila euro a Rai Ts per la messa in onda di meno di 30 minuti il giorno (dal lunedì al venerdì), in orario di basso ascolto e di qualità molto discutibile, di trasmissioni in lingua friulana?
Mi scusi, assessore, ma non ci siamo proprio! Non è con i fondi della legge 482/99 che si devono finanziare le trasmissioni radiofoniche Rai in lingua friulana, bensì con fondi specifici assegnati dallo Stato e con il bilancio della Rai. Non è così che avviene per le altre minoranze indicate nel contratto di servizio della Rai? E poi mi scusi, assessore: noi friulani il canone Rai lo paghiamo sì o no? Com'è che Rai Ts trasmette in orario di grande ascolto "El campanon" in dialetto triestino e poi vuol essere pagata per meno di 30 minuti al giorno di scadenti trasmissioni in lingua friulana?
E posso chiederle perché ha azzerato i finanziamenti alle emittenti radiofoniche locali che da anni, e con un livello qualitativo altissimo, "producono" trasmissioni in lingua friulana da mattina a sera? Mi riferisco in particolare a Radio Onde furlane e Radio Spazio 103, che si sono viste cancellare da lei e da Molinaro (Finanziarie 2010 e 2011) i fondi previsti anche dalla legge regionale 29/2007, articolo 20. Quand'è che finalmente questa legge regionale troverà attuazione? La prima cosa che deve fare, e al più presto, è emanare il regolamento dell'articolo 20 punto 3 della Lr 29/2007 che così recita: «La Regione sostiene le emittenti radiofoniche che trasmettono programmi in lingua friulana. Il sostegno è proporzionato alla percentuale di programmi trasmessi in lingua friulana e a quelli prodotti in proprio». E obblighi la Rai a rispettare i suoi obblighi di legge con fondi propri!
Roberta Michieli - Tavagnacco
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La Vita Cattolica
16 marzo 2011
Rubrica “Giornale aperto” - La lettera
RAI, GIU’ LE MANI
DAL FRIULANO
di Lorenzo Fabbro
In questi giorni la vicenda dei programmi in lingua friulana in Rai sta tenendo banco sulla stampa mentre i friulani continuano a veder negato un loro diritto costituzionale sancito tra l'altro in maniera chiara dalla Legge 482/99. Nonostante un impegno pluriennale e trasversale della politica e delle istituzioni locali non si è ancora riusciti a far inserire nel contratto di servizio tra il ministero delle Comunicazioni e la Rai i livelli minimi di tutela e le sedi locali cui affidare la programmazione come previsto dalla legge 482. Nel nuovo contratto di servizio, l'unica novità riguarda l'aggiunta del friulano tra le lingue in cui la Rai si impegna ad effettuare trasmissioni radiofoniche e televisive sulla base di apposite convenzioni.
Se l'introduzione del friulano nel contratto di servizio rappresenta un passo avanti ed è un'importante dichiarazione «di principio», è altamente improbabile che solo attraverso questa strada si possa cambiare qualcosa. La programmazione Rai in francese, tedesco, ladino e sloveno, infatti, è garantita da una legislazione specifica che da contenuto all'enunciazione riportata nel contratto di servizio. Per il friulano l'unico riferimento legislativo utile - che prevede cioè un impegno diretto da parte del governo italiano e della Rai - rimane la legge statale 482, le cui modalità di attuazione non trovano spazio nel contratto di servizio. Finché non saranno indicati i livelli minimi di tutela e le sedi locali competenti, dunque, la situazione non cambierà. Lo stesso assessore De Anna ha recentemente parlato di «tempi lunghi» e di «percorso non agevole». Sul versante regionale diamo atto della pronta reazione dell’assessore ma registriamo, come abbiamo già fatto altre volte, che mentre lo Stato e la Rai continuano a non applicare la legge 482, la situazione viene scaricata sui soggetti che maggiormente si impegnano per la promozione della lingua friulana a livello locale.
Nel 2010 l'amministrazione regionale di centro destra ha confermato la convenzione con la Rai (200 mila euro), ma ha azzerato le risorse per i programmi in friulano realizzati e trasmessi dalle emittenti radiotelevisive private. In pratica si è deciso di finanziare chi produce meno di 30 minuti di programmi radiofonici in friulano al giorno e si sono negate risorse vitali per altri soggetti che producono anche otto ore di programmi radiofonici ogni giorno in tale lingua.
Nonostante numerose proteste e segnalazioni, nel bilancio regionale 2011, con una decisone grave ed incomprensibile sotto il profilo della politica linguistica, l'azzeramento è stato mantenuto sia per i programmi in convenzione con la Rai sia per quelli con le emittenti radiotelevisive locali. Per queste ultime l'assessore si è impegnato a provvedere con le variazioni di bilancio (ma lo aveva già fatto il suo predecessore l'anno prima senza rispettare l'impegno preso...) mentre per la Rai era stato annunciato che la Regione non avrebbe più messo un euro e le spese sarebbero state a carico del servizio pubblico in virtù del nuovo contratto di servizio.
Sulla stampa abbiamo letto che De Anna annuncia che per il «Friulano in Rai i fondi ci sono» ed i «200 mila euro necessari arriveranno dallo Stato», salvo poi specificare che «i soldi, che ci sono, saranno parte di quella quota che lo Stato trasferisce ogni anno alla Regione per l'attuazione della legge 482».
Se è così, proprio non ci siamo, anzi, ci risiamo. I programmi in Rai devono essere finanziati solo con appositi fondi dello Stato o della Rai stessa e non con i fondi della 482 o fondi regionali. Basta fondi regionali alla Rai per i programmi in convenzione! L'assessore dovrebbe fare quello che si è sentito ripetere in tantissimi interventi durante gli Stati Generali della lingua friulana: emanare i regolamenti attuativi della Legge regionale 29/07 e finanziarla adeguatamente, e rispristinare immediatamente, prima che i danni diventino ancor più gravi, il finanziamento ad un settore strategico e fondamentale della politica linguistica ovvero i programmi in lingua friulana in convenzione con le emittenti radiotelevisive locali.
Lorenzo Fabbro
membro segreteria provinciale di Udine
del Partito democratico
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