mercoledì 9 marzo 2011

L. R. 2/2011 - Finanziamenti al sistema universitario regionale - Commento




L. R. 17 FEBBRAIO 2011, N. 2

FINANZIAMENTI
AL SISTEMA UNIVERSITARIO REGIONALE

Bollettino ufficiale regionale
del 23/2/2011 n.008
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LETTERA INVIATA

ALLA STAMPA

dal

COMITATO PER L’AUTONOMIA

E IL RILANCIO DEL FRIULI

MARZO 2011


L'Università


         Con voto di larga maggioranza, il Consiglio Regionale ha approvato, dopo un lungo iter iniziato un anno fa, la legge per le Università e per i Conservatori della Regione.
         Anche il Comitato per l'Autonomia ed il Rilancio del Friuli ha dato, a più riprese (a partire dall'udienza conoscitiva in Commissione consiliare), un contributo critico – costruttivo e propositivo, volto a migliorare il testo inizialmente presentato.
         E' positivo l'aver previsto che per l'assegnazione dei fondi regionali si debba tener conto, in aggiunta ad altri requisiti, anche di “criteri perequativi” a parziale compensazione delle mancate o limitate erogazioni statali. E' l'antica questione del “sottofinanziamento” che oggi riguarda Udine e che domani potrebbe riguardare Trieste, questione che la Regione non può sanare ma che non può neppure ignorare.
         Va dato atto agli esponenti di tutti i Gruppi Consiliari, relatori ed Assessore in particolare, di essersi impegnati nella ricerca di soluzioni rispettose della realtà regionale, anche se, come spesso accade, restano aperti alcuni problemi.
         Quanto alla “Conferenza del sistema universitario regionale”, organo piuttosto affollato, speriamo possa svolgere nel concreto e con visione di prospettiva gli importanti compiti che la legge ad essa attribuisce.
         Va rilevato che rispetto a mesi fa è certamente cambiato il “clima” del dibattito sulla questione Università in Regione.
         Allora si parlava spesso di “Fondazione” pubblico – privata come strumento di raccolta di fondi a sostegno dell'Università e di gestione degli stessi. Oggi non si parla di questo. Ed è un bene anche perchè non basta creare un nuovo contenitore per ottenere nuovi mezzi specie in periodi di difficoltà economica come gli attuali.
         E' bene parlare di “premialità”, di “sistema universitario regionale” nel quale coesistano la cooperazione e la competizione tra Atenei quale presupposto importante per risultati di “qualità” che sono nell'interesse della comunità regionale.
         Questa è la strada giusta da seguire, non già quella che di tanto in tanto taluno evidenzia, della Università unica. Le ragioni sono tante e ben note.
         E' la Regione che, nel rispetto di “specificità” e “identità” di ciascuna Università, deve sviluppare politiche attente, equilibrate, organiche. Un ruolo questo che richiede pure mezzi finanziari. E' apprezzabile lo stanziamento aggiuntivo inserito in legge non solo per il 2012 ma anche per il 2013. Serve però  continuità nel tempo e integrazione dello stesso.
         Una valutazione complessiva sulla legge? Francamente non ha la caratura di  una grande legge di riforma né, penso, avesse l'ambizione di esserlo. E' una “buona legge” di funzionamento con taluni spunti innovativi anche se, come già rilevato, non esaustiva sulle questioni aperte.
         Qui si innesta un ulteriore argomento, forse il più rilevante guardando soprattutto alla prospettiva: l'attribuzione alla Regione, in nome del federalismo, delle competenze, che ora non ha, in materia di Università. Chi crede nell'autonomismo non può che essere per principio a favore del trasferimento di sempre maggiori competenze dallo Stato alla Regione. Bisogna però vedere come ed a quali condizioni. Con un incremento della compartecipazione regionale ai tributi incassati dallo Stato sul territorio regionale? Con il semplice trasferimento dei fondi che ora lo Stato assegna in entità sperequata e comunque insufficiente alle Università di Trieste e di Udine? Sono temi da approfondire, da valutare attentamente sul versante degli “oneri” per non trovarsi “scoperti”. L'esempio del Trentino, realtà diversa dalla nostra, non va invocato acriticamente, ma va seriamente “pesato”. Se nuove competenze si vogliono invocare si comincia dal basso con la materia “istruzione”.
         Sarebbe poi utile che la Regione facesse uno studio serio su ciò che l'acquisizione della competenza “Università” comporta nel medio lungo periodo.
         Stiamo sempre attenti a non dar vita ad operazioni che gioverebbero si allo Stato ma che potrebbero non giovare alla Regione.
         Un'ultima questione con specifico riguardo alla elaborazione del nuovo statuto dell'Università del Friuli.
         Senza entrare nel merito di quella che sarà la “strumentazione statutaria” è da sottolineare positivamente il richiamo del Rettore alla “funzione”, in un certo senso particolare, dell'Ateneo Friulano che è quella, come dice il tante volte citato articolo 26 della legge 546 del 1977 (legge sulla ricostruzione e istitutiva dell'Università), di “contribuire al progresso civile, sociale e alla rinascita economica del Friuli e di divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli.”
         Questo per esplicitare nell'atto fondamentale, quella che è la “mission” del nostro Ateneo

Roberto Dominici
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La lettera è stata pubblicata

 il 4 marzo 2011

sul Settimanale

LA VITA CATTOLICA  - Udine






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