giovedì 2 agosto 2018

LAGO DI CAVAZZO - SICCITA': NO A INTERVENTI PARZIALI ED EGOISTICI!!


 
 
Lago di Cavazzo
(foto di Roberta Michieli)
 
 
Lago di Cavazzo in estate
paradiso dei velisti
(foto di Roberta Michieli)
 
 
Lago di Cavazzo,
controluce al tramonto
(foto di Roberta Michieli) 
 
 
RICEVIAMO
DA FRANCESCHINO BARAZZUTTI
E PUBBLICHIAMO

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COMUNICATO STAMPA

Siccità.
No a interventi parziali ed egoistici,
 sì a soluzioni complessive e rispettose
dell’ambiente e delle comunità locali.
 

 
Le alte temperature di questi giorni stanno provocando siccità in tutta la nostra regione, dalla montagna al mare: annaffia il proprio orticello la vecchierella nei paesi di montagna con acqua del rubinetto sempre più cara, irriga i vasti campi l’agricoltore di pianura. 
Mentre la vecchierella della montagna tace e nessuno parla per lei, invece, dalla pianura friulana puntuali come la morte si alzano, come in ogni calura estiva, un lamento ed una sollecitazione alla Regione.
Il lamento riguarda il pericolo della perdita dei raccolti e pertanto è comprensibile e condivisibile. La sollecitazione alla Regione riguarda invece la derivazione irrigua dallo scarico del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni. Sollecitazione non comprensibile e non condivisibile, poiché basata su una soluzione del problema inadeguata, parziale ed egoistica, soddisfacente solo e soltanto il proprio parziale bisogno a danno di altri territori e comunità. 
La presidente del Consorzio di Bonifica Friulana, Rosanna Clocchiatti, ha dichiarato alla stampa che “diventa imprescindibile dare attuazione alla realizzazione del collegamento tra il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento e lo scarico del Lago di Cavazzo”. Già, lo scarico. E il lago di Cavazzo? Chi se ne frega! Problemi loro, della gente della Val del Lago! Alla pesante servitù a monte dello scarico della centrale di acque gelide e fangose nel lago si aggiungerebbe un’ulteriore servitù a valle con i prelievi del Consorzio. 
Il Consorzio prelevi pure l’acqua all’attuale scarico del lago ma se e solo quando l’acqua vi giungerà direttamente dallo scarico della centrale mediante una condotta che bypassi il lago, salvandolo dall’interrimento previsto da recenti studi, tra poco più di cento anni. La prelevi lasciando un’adeguata portata al Tagliamento e per la sua sponda pordenonese. 
Di fronte all’immane “problema acqua” che sta diventando tragico per l’umanità i dirigenti del Consorzio dovrebbero avere posizioni meno egoistiche e parziali e più attente alle soluzioni globali e condivise. Anche complementari con bacini nella stessa pianura. 
Peraltro, al Consorzio non possono non conoscere quanto il Piano Regionale di Tutela delle Acque prevede abbinato al loro progetto derivatorio dal Lago di Cavazzo “Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico - economica di realizzazione di un canale di by – pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”. 
Inoltre, i dirigenti del Consorzio dovrebbero sapere che con l’art 11 della L.R. 6 febbraio 2018 n.3 la Regione è autorizzata ad indire un concorso di ideeal fine di recuperare le condizioni di naturalità del Lago dei Tre Comuni e di garantirne la fruibilità in conformità al Piano regionale di tutela delle acque”. 
Condizioni di naturalità e di fruibilità del lago: sono possibili unitamente alla produzione idroelettrica ed al prelievo irriguo. E’ una sfida di civiltà. 
Recentemente sulla sponda del lago i neo assessori regionali all’ambiente Scoccimarro e alle finanze Zilli hanno incontrato i Comitati Salvalago, Legambiente, il sindaco di Trasaghis, il presidente dell’Ecomuseo e varie persone interessate al futuro del lago.
Ci auguriamo che i buoni intendimenti espressi abbiano un concreto seguito. Al neo direttore generale dell’assessorato all’ambiente, ing. Canali, auguriamo buon lavoro, confidando sul suo equilibrio e sulla sua competenza più che sulla sua provenienza di direttore del Consorzio. 
 
I Comitati Salvalago
Val del Lago, 02 agosto 2018

 

 

5 commenti:

  1. Non possiamo che essere d'accordo con la denuncia dei "Comitati salvalago" e più che volentieri pubblichiamo il loro comunicato stampa.

    LA REDAZIONE DEL BLOG

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  2. (15.07.15) Come in ogni annata siccitosa, ci si accorge che la monocoltura maidicola della pianura lombarda causa danni inaccettabili agli ecosistemi acquatici dei fiumi e dei laghi. Inutile sottolineare come la diffusione delle centrali a biogas abbia ulteriormente aggravato il problema

    La "sete" insostenibile della mais monocoltura

    La libertà d'impresa dovrebbe avere dei limiti nell'interesse sociale. In teoria. In pratica, nell'epoca dell'ipocrisia trionfante, delle finte energie rinnovabili, della crescita infinita ma "sostenibile" (e come?), le cose vanno all'opposto. Se tutti coltivano mais è ovvio che in anni di scarse precipitazioni estive il fabbisogno idrico si impenna a valori insostenibili. E così il "minimo deflusso vitale" dei fiumi va a farsi benedire. Non parliamo di quello che succede ai laghi Compromettendo un prezioso sistema dai molti servizi ecologici a mero collettore e distributore di volumi idrici

    di Giancarlo Moioli

    http://www.ruralpini.it/agroindustria(15.07.15)Mais_e_siccit%C3%A0.html

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  3. Una parziale soluzione al problema siccità in agricoltura può anche essere la scelta di colture agricole che abbisognano di meno acqua.
    Perché si continua con il mais che ha bisogno di moltissima acqua? Possibile non ci sia una alternativa alla coltivazione intensiva del mais?

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  4. RISPARMIO IDRICO - METODI E SISTEMI IRRIGUI

    Le aziende agricole adottano sempre i sistemi irrigui migliori, ossia quelli che prevedono un risparmio idrico?

    http://www.rmirrigation.com/bibliografia/11_bib140906.pdf

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  5. IL lago di Cavazzo "non e' un serbatoio d'acqua", ma - al contrario - è un lago NATURALE da preservare e proteggere: è il lago naturale più grande della regione e sulle sue sponde ci sono due campeggi molto frequentati, una società velica con oltre 200 soci (Nautilago), alcune attività turistiche (bar e noleggio pedalò) e si sta ristrutturando anche un albergo. Tutto ciò deve essere distrutto per favorire la coltivazione delle pannocchie del mais? Gli agricoltori sostituiscano il mais con altre coltivazioni che meglio sopportano la scarsità di piogge e scelgano il sistema di irrigazione meno dispersivo di acqua!

    NO ALLA MONOCOLTURA DEL MAIS!!

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