e pal Rilanç dal Friûl
UNIVERSITA'
DEL FRIULI
Lettera
aperta
alla
politica regionale
Comunicato
stampa
In
questi giorni di lutto per il mondo autonomista friulano che vede la
grave perdita di Marzio Strassoldo, Alberto di Caporiacco ed anche di
Tullio de Mauro di cui rimpiangeremo a lungo la competenza e
attenzione rivolta alla lingua friulana, vogliamo ricordarli
riprendendo un argomento fondamentale per il Friuli ovvero la difesa
e valorizzazione della sua università.
E'
di questi giorni la pubblicazione della lista dei fondi statali agli
atenei da cui risulta che, questa volta, quello di Udine subirà una
riduzione, tra
il 2015 ed il 2016, per 2,7 ml (cfr
http://www.roars.it/online/dati-ufficiali-ffo-premiale-messina-37-catanzaro-33-milano-statale-9-udine-14-siena-39/)
.
La
perdita finanziaria effettiva si ferma a 1,1 ml solo perché non può
andare sotto la soglia del -2,25% del fondo totale. Ma la perdita di
qualità della ricerca a Udine, se è avvenuta ed è di quella
entità, è un problema serio. E’ davvero così? E se è così
perché ciò è avvenuto? Il Rettore De Toni dovrebbe chiarire questo
punto.
Nel
confronto con Trieste, inoltre, risulta che Udine avrà ben 14 ml in
meno di fondo statale.
Udine,
purtroppo, a livello nazionale, nonostante la quota premiale e la
quota perequativa, sarà sempre penalizzata nei confronti di Trieste
perché, la gran parte del fondo statale è ancora assegnato su base
storica (Udine 49 ml; Trieste 60 ml) e cioè non sulla dimensione
attuale, che è pressoché simile, ma su quella che avevano gli
atenei diversi anni fa (quando Udine era più piccola di Trieste).
Bisogna premere, quindi, affinché, a livello nazionale, i
finanziamenti vengano attribuiti sulla base dei costi standard e del
numero attuale degli studenti. Ma c’è anche un altro strumento che
può e deve essere usato subito e cioè
l’art. 6, comma 3, lettera d, della legge regionale 97/2011 (quella
sul sistema universitario regionale) che prevede appunto la
“perequazione dei finanziamenti ministeriali”.
Quella
clausola doveva consentire all’Università del Friuli di avere,
dalla Regione, qualche milione in più ogni anno a compensazione
delle minori entrate ministeriali.
Forse
il modo migliore per ricordare Marzio Strassoldo e tutte le voci che
in questi decenni si sono levate per il Friuli non sono le
occasionali lacrime di cordoglio, in particolare da parte di
assessori e consiglieri regionali friulani, ma l’applicazione
dell’art. 6 comma 3 della legge regionale 97/2011 – comma 3
lettera d –
fino ad oggi mai applicato.
Udine,
8.1.'17
Il
presidente
Paolo
Fontanelli
..........
La "Lettera aperta alla politica regionale" a firma di Paolo Fontanelli, Presidente del "Comitât pe autonomie e il rilanç dal Friûl" è stata pubblicata mercoledì 11 gennaio 2017 sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA, nella rubrica "Giornale aperto" e con il significativo titolo "Che succede all'Università?"
Che Trieste e tutta la politica triestina non vogliano dare attuazione all'art. 6 comma 3 lettera d) della legge regionale 97/2011 - che prevede la perequazione a favore dell'Università friulana dei finanziamenti ministeriali, può essere comprensibile tenendo conto dell'elevatissimo campanilismo della città alabardata.
RispondiEliminaMeno comprensibile è però il motivo per cui fino ad ora l'Università friulana non abbia PRETESO l'attuazione dell'art. 6 comma 3 lettera d) della legge regionale 97/2011.
Oltretutto l'Università friulana pur avendo un numero maggiore di iscritti rispetto all'Università triestina, viene ancora finanziata come avesse solo 9.000 studenti, mentre ne ha moltissimi di più. Il che determina un ingiustificato sotto finanziamento ministeriale di ben 14 milione di euro: sotto finanziamento da sempre denunciato dai Friulani!
PRESIDENTE SERRACCHIANI non pare anche a Lei che le leggi regionali vanno applicate anche quando possono "dare qualche dispiacere" alla SUA "amatissima" Trieste?
Le ricordo che votano anche i friulani e sono moltissimi di più dei triestini....
A questi gravi lutti si è aggiunto ora anche quello relativo a pre Meni Zannier, già candidato per ben due volte al Nobèl per le sue opere in lingua friulana.
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