venerdì 6 gennaio 2017

QUANDO IL TG RAI REGIONALE IN LINGUA FRIULANA?




 
 
MINORANZE LINGUISTICHE

Tg RAI in lingua slovena
ore 20.30
su RAI 3 Bis



QUANDO ANCHE

IN LINGUA FRIULANA
 
IL TG RAI ?

 
COSA ASPETTA LA GIUNTA REGIONALE
A PRETENDERE UN  TG RAI
ANCHE IN LINGUA FRIULANA?
 
 
Nessuno ovviamente mette in discussione i giusti diritti linguistici e il livello di tutela già raggiunto dalla minoranza slovena che vive in regione, ma vanno garantiti pari diritti, tutela e finanziamenti anche ai 600 mila friulanofoni!
 
Da quanti anni - invano! -  la minoranza linguistica friulana sta richiedendo ad alta voce e del tutto inascoltata un  TG Rai (televisione e radio) in lingua friulana? Per risposta solo e sempre  promesse mai mantenute salvo  qualche breve programma esclusivamente "culturale"  in fasce orarie di basso ascolto....

Contemporaneamente "RADIO ONDE FURLANE", la gloriosa emittente radio privata che trasmette giornalmente  e da moltissimi anni un radiogiornale in lingua friulana, continua a non essere adeguatamente finanziata dalle Giunte regionali che si succedono in Regione (ma quando la Giunta Serracchiani decide di regalare agli "invalidi (sic!)" istriani un abbonamento annuale ai bus al costo di euro cinque, i soldi pubblici si trovano senza alcun problema!).
 
La Regione Friuli-VG. è a autonomia speciale esclusivamente perché in regione oltre il 50% della popolazione regionale (600 mila friulanofoni, 50 mila slovenofoni e qualche migliaio di germanofoni)  è minoranza linguistica riconosciuta e tutelata dalla Repubblica italiana ai sensi dell'art. 6 della Costituzione italiana e dalla Unione Europea.

Peccato che la Giunta regionale e la Presidente Debora Serracchiani se lo dimentichino sistematicamente e si inventino  altre motivazioni di specialità, in gran parte fasulle e indifendibili.....
 
La presidente Debora Serracchiani che ha utilizzato l'autonomia speciale per destrutturare il Friuli dividendolo in 17 UTI (Unioni Territoriali Intercomunali) "calate dall'alto e imposte con ricatti incredibili",  ora si attivi per garantire un Tg RAI alla radio e in televisione anche in lingua friulana.

L'autonomia speciale della nostra regione si difende tutelando e rispettando i diritti linguistici di tutte e tre le minoranze che vivono in Friuli-VG: concetto semplice ma evidentemente di difficile comprensione per chi siede in Consiglio e in Giunta regionale.....
 
LA REDAZIONE DEL BLOG

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NOTE PER GLI SMEMORATI:
 
 

1) Così la Corte Costituzionale

nella sua sentenza nr. 215

del 18 luglio 2013



Comitât – Odbor – Komitaat – Comitato 482

c/o “Informazione Friulana” soc. coop.

V. Volturno, 29 33100 Udin

Tel.: 0432 530614 Fax: 0432 530801 D.p.e.: com482@gmail.com



Anche per la Consulta i friulani
non sono una minoranza di serie B
 

Con la sentenza numero 215, depositata il 18 luglio (2013 -  n.d.r.), la Corte Costituzionale è finalmente intervenuta sull’articolo 19, comma 5, del decreto legge n. 98 del 6 luglio 2011 (decreto legge sulla revisione della spesa pubblica) chiarendo a quanti ancora non l’avessero capito che la comunità di lingua friulana è una delle minoranze linguistiche storiche riconosciute dalla Repubblica italiana la cui tutela discende direttamente dall’articolo 6 della Costituzione e non una minoranza di serie B.

Da dove nasceva la questione? In pratica, intervenendo in materia di “razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione scolastica”, l’allora Governo Monti aveva deciso di ridurre l’interpretazione del concetto di “aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche” a quello di aree “nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera”. Un intervento apparentemente di natura tecnica, ma che nelle sostanza introduceva un’aberrazione linguistica, storica e giuridica che creava minoranze linguistiche di serie A (quelle “di lingua madre straniera”) e di serie B (quelle che la Relazione Tecnica che accompagnava il decreto legge definiva, in spregio alla legge statale 482/99, dei “particolari dialetti” tra cui citava esplicitamente “il friulano, l’occitano e il sardo”).

In occasione della conversione in legge di tale decreto avevamo invitato l’Amministrazione regionale del Friuli – Venezia Giulia a intervenire presso la Corte Costituzionale se il Governo italiano non avesse cancellato tale aberrazione e oggi, a poco più di un anno di distanza, possiamo leggere la sentenza della Consulta che così recita “La norma impugnata attribuisce alla definizione di «aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche» una portata indiscutibilmente limitativa […] infatti, nel conferire a tale previsione il significato di aree «nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera», il legislatore statale determina una rilevante contrazione dell’àmbito applicativo della precedente disposizione […] la qual cosa determina una non giustificata discriminazione della lingua e della comunità friulana.

Il concetto si sembra abbastanza chiaro e ci auguriamo possa evitare nuovi episodi di discriminazione nei confronti dei friulani (ma anche dei sardi, degli occitani, ecc.).

Non possiamo però non chiederci come sia possibile che, in un paese che si definisce civile e democratico, ci si trovi ancora a dover ricorrere alla Corte Costituzionale per affermare quelle che dovrebbero essere ormai delle ovvietà. Il problema è purtroppo molto più profondo e infatti, a oltre un decennio dalla sua approvazione, non solo buona parte di quanto previsto dalla legge 482/99 sulla tutela delle minoranze linguistiche rimane lettera morta, ma i suoi stessi principi di base continuano ad essere ignorati da molti politici, amministratori, funzionari e anche giornalisti italiani. C’è allora da chiedersi quando la Repubblica italiana riuscirà davvero a riconoscere pienamente la propria diversità linguistica e nazionale? A tale domanda però, neppure la Consulta può dare una risposta.

Udine, 19 luglio 2013

Il portavoce del Comitato 482

Carlo Puppo
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2)  COMUNICÂT STAMPE
Zenâr 2013
 
Comitât – Odbor – Komitaat – Comitato 482
Edinost družbeno politično društvo

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50° anniversario dello Statuto di Autonomia

per le lingue minorizzate
non è ancora tempo di festeggiare


Il 31 gennaio 2013 il Consiglio regionale festeggerà i cinquant’anni dello Statuto speciale della Regione autonoma Friuli - Venezia Giulia.
Si tratta indubbiamente di un’occasione importante per evidenziare i cambiamenti e le opportunità di crescita che la Carta fondativa della Regione ha permesso in questo mezzo secolo di storia ai cittadini del Friuli - Venezia Giulia. Sarebbe però un errore cadere nella trappola della retorica dimenticando quanto, di quello Statuto, rimane ancora lettera morta.
È il caso dell’articolo 3 dello Statuto regionale, relativo alla tutela dei diritti delle minoranze linguistiche, cui si è data e si continua a dare un’interpretazione tanto restrittiva che la stessa Corte Costituzionale nella sentenza n. 15 del 1996 si era sentita in dovere di denunciare tale carenza legislativa.
A chi si chiedesse il perché di una tale affermazione, basterebbe ricordare che ai quindici anni di ritardo rispetto agli Statuti speciali della Valle d’Aosta e del Trentino - Alto Adige e al mancato rispetto della X disposizione transitoria che stabiliva l’immediata applicazione della “tutela delle minoranze linguistiche in conformità con l’art. 6”, si sono infatti aggiunte prima l’assenza e poi la violazione delle norme riguardanti l’uso delle lingue minoritarie nell’insegnamento, nella pubblica amministrazione, nei mezzi di comunicazione, nella toponomastica.
In un periodo in cui la nostra Regione si trova al centro di ripetuti attacchi tesi a ridurne, quando non a cancellarne completamente l’autonomia, tale tematica assume  una rilevanza ancora maggiore considerato che l’unica ragione che ancora ci permette di considerarci una Regione speciale nell’ambito dello Stato italiano è la presenza maggioritaria di comunità linguistiche e nazionali diverse da quella italiana.
Riteniamo pertanto opportuno, nel 50° anniversario della promulgazione dello Statuto regionale, richiamare l’attenzione su questo tema. Questa legislatura regionale è ormai agli sgoccioli, ma crediamo sia fondamentale per chi siederà nel prossimo Consiglio regionale assumere tale questione come centrale non solo per dare corpo a quanto enunciato dall’articolo 3 dello Statuto di Autonomia, ma anche per dare finalmente una risposta alle ripetute violazioni delle norme statali e regionali di tutela delle minoranze,  per ridare senso alla specialità e all’autonomia del Friuli - Venezia Giulia rispondendo così a quanti ne vorrebbero celebrare il funerale.

Edinost družbeno politično društvo
Samo Pahor


Comitât – Odbor – Komitaat –
Comitato 482
 



 

1 commento:

  1. Quando l'autonomia speciale non sarà più utilizzata contro il Friuli (leggi riforma regionale enti locali) ma a favore del Friuli e della sua caratteristica di essere una regione storica plurilingue e pluriculturale?

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