REGIONE FRIULI - VG
RICEVIAMO
E PUBBLICHIAMO
L’IDROELETTRICO
E
LA NOSTRA
AUTONOMIA
SPECIALE
di
Franceschino
Barazzutti
Nell’aprile del 2015 in sede di esame del DDL 82 “Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzo delle acque” uno schieramento trasversale di Consiglieri regionali (Revelant, Riccardi, Colautti, Boem, Dal Zovo, Lauri, Violino, Edera) presentava il seguente emendamento:
Art.35 bis (Società
Energia Friuli Venezia Giulia)
che al comma 1 così recitava
“L’Amministrazione regionale è
autorizzata, entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente
legge, a costituire una Società di capitali denominata "Società
energia Friuli Venezia Giulia – SEFVG", nella forma ritenuta
più confacente all’oggetto sociale, totalmente partecipata della
Regione FVG, che abbia ad oggetto l’organizzazione dei mezzi
tecnici, economici, finanziari ed umani per le attività di ricerca,
produzione, trasporto e distribuzione di energia al fine di
raggiungere l’autonomia energetica del Friuli Venezia Giulia
tutelandone nel contempo l’ambiente”.
Questo
opportuno e coraggioso emendamento non finì nel testo approvato
della legge, ma ….nel nulla!
Ad
esso seguì la ritirata su un flebile Ordine del Giorno
(presentatori Revelant, Riccardi, Colautti, Boem, Shaurli, Lauri,
Paviotti, Ciriani, Piccin, Frattolin, Barillari) accolto dalla
Giunta, che la impegnava “a presentare al Consiglio regionale
entro 12 mesi un disegno di legge recante la disciplina delle
concessioni di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico”.
A
quasi due anni da allora tale impegno è inevaso. Nel frattempo,
operatori energetici “foresti” hanno sguazzato a loro piacere
nell’idroelettrico del Friuli.
Vediamo
chi e come. Alla fine del 2015 veniva portata a
termine un’operazione finanziaria che ha cambiato profondamente
l’assetto proprietario del settore idroelettrico in Friuli.
L’operazione è avvenuta nel disinteresse della Regione, degli
enti locali, degli imprenditori e della società friulana. I
protagonisti di tale operazione sono stati:
Edipower spa, nel cui assetto azionario
figuravano a quel tempo la controllante potente multiutility A2A dei
comuni di Milano e Brescia per 79,5%, alcune banche per l’11,96%,
la Società Elettrica Altoatesina (SEL) per l’8,54%. Edipower
allora era proprietaria di ben 26 centrali idroelettriche in regione
localizzate sull’asta del Cellina, sul canale derivato dall’Isonzo,
sul canale Ledra e in Carnia le centrali Tramba, di Luincis, di Arta
e – le più importanti - di Ampezzo e di Somplago.
Società Elettrica Altoatesina (SEL), allora
controllata dalla Provincia Autonoma di Bolzano, avente
partecipazioni con Edison nelle società Hydros (60%) e in Seledison
(58%) proprietarie di centrali idroelettriche in Alto Adige, nonché
in Edipower (8,54%) come suesposto.
Edison spa, controllata da Electricité de France
(EdF), con SEL è azionista nelle società bolzanine Hydros (40%) e
Seledison (42%), è proprietaria in Friuli delle 5 centrali dell’asta
del Meduna (Valina, Chievolis, Meduno, Colle, Istrago con
concessioni in scadenza nel 2020-21)) e della centrale turbogas di
Torviscosa.
L’operazione finanziaria tra questi tre protagonisti
si è attuata in due fasi.
La
prima fase riguarda il rapporto tra SEL ed Edipower ed è esposta
nel comunicato stampa di A2A del 28.12.2015: “Per effetto
dell’operazione, viene assegnato a Cellina Energy srl, società
interamente partecipata da Società Elettrica Altoatesina spa (SEL)
, il compendio costituito dal complesso di impianti idroelettrici di
titolarità di Edipower costituenti il cd. “Nucleo di Udine”,
fatta eccezione per gli impianti idroelettrici di Ampezzo e Somplago
e le opere ad essi inerenti, insieme ai rapporti giuridici attivi e
passivi ad essi funzionali e cassa per complessivi 38,5 milioni di
ero, previa acquisizione da parte di SEL, titolare di una
partecipazione in Edipower pari all’8,54 del capitale sociale,
delle restanti partecipazioni detenute in Edipower dai soci
Finanziari Banca Popolare di Milano S.c.a.r.l., Fondazione Cassa di
risparmio di Torino e mediobanca – Banca di Credito Finanziario
Spa, pari all’11,96 del capitale sociale di Edipower. La scissione
avrà efficacia il 1 gennaio 2016; è previsto un meccanismo di
aggiustamento in relazione alla situazione patrimoniale del compendio
scisso al 31 dicembre 2015. Per effetto dell’operazione A2A deterrà
il !00% del capitale sociale di Edipower”. E così la quota
azionaria di SEL è liquidata con il trasferimento in proprietà alla
stessa di 24 centrali idroelettriche di Edipower in Friuli.
La seconda fase riguarda i rapporti tra SEL ed Edison.
La politica energetica della Provincia Autonoma di Bolzano punta al
potenziamento di SEL escludendo dal proprio territorio operatori
esterni, Edison compresa. Pertanto SEL ha liquidato le quote
azionarie di Edison in Hydros ed in Seledison trasferendo ad Edison
le 24 centrali friulane ricevute da Edipower, diventando così
proprietaria al 100% di Hydros e di Seledison. Nel
2016 SEL e la energetica altoatesina AEW si sono fuse nella nuova
società Alperia, a seguito di che il presidente della Provincia Arno
Kompatscher poteva dichiarare "L'energia
è in mani altoatesine"
e “
un
grande passo avanti dal punto di vista della nostra autonomia….che
porterà tariffe ancora più competitive a beneficio di imprese e
famiglie”. Ciò
che la presidente Serracchiani non può, purtroppo, affermare
relativamente alla situazione nella nostra regione.
E così lor
signori si sono tutti sistemati:
la Lombarda multiutility A2A ha potuto assorbire in sé Edipower
essendone diventata l’unica proprietaria e conservare le grandi
centrali di Ampezzo e Somplago, oltre alla termoelettrica di
Monfalcone. SEL si è liberata dalla presenza dell’esterna Edison.
Edison, che già deteneva le 5 centrali del Meduna e quella
termogas di Torviscosa ha acquisito attraverso SEL altre 24 centrali
idroelettriche in Friuli, diventandovi una presenza dominante. Così,
il suo amministratore delegato Bruno Lescoeur dichiarava: “Edison
si rafforza nell’idroelettrico e allunga la vita media del proprio
portafoglio idroelettrico riducendo i rischi legati ai rinnovi delle
concessioni”.
Già,
le concessioni! In
assenza
(voluta?)
della sopracitata società energetica regionale, che possa
concorrere all’assegnazione o all’acquisizione delle
concessioni, la Giunta regionale continua a concedere i rinnovi agli
stessi concessionari.
Di
fronte all’operazione Edipower-SEL-Edison del valore di 230
milioni circa, eseguita sotto gli occhi (bendati o che guardavano
altrove?) dei nostri governanti, al disinteresse dei friulani, al
quadro che ne è risultato la nostra autonomia speciale ne esce
umiliata: non è accettabile che in Friuli società “foreste” se
la facciano da padrone assolute nell’idroelettrico. Così non va!
Io
vorrei che,
come Kompatscher, anche una/un Presidente della nostra Regione
potesse quanto prima affermare "L'energia
è in mani friulane"
e
che ciò costituisce “un
grande passo avanti dal punto di
vista
della nostra autonomia”.
Sì,
perché l’autonomia, per essere veramente tale e non solo teorica,
va realizzata (e ampliata!) nel concreto, utilizzando (e
disponendo!) a loro vantaggio le risorse dei territori, di cui
l’idroelettrico è fondamentale particolarmente in quelli montani.
Purtroppo non lo si è fatto sinora, ma non è mai
troppo tardi per imparare dalle positive esperienze dell’Alto Adige
e del Trentino, per iniziare un percorso partecipato che, attraverso
la costituzione della Società energia
Friuli Venezia Giulia, realizzi
l’acquisizione in capo alla stessa del maggior numero di
concessioni, comprese quelle delle centrali di Ampezzo e Somplago,
sui dissesti ambientali delle quali necessita un intervento. Un
percorso in cui un ruolo importante devono avere sin dall’inizio
gli operatori idroelettrici locali quali la Società Elettrica
Cooperativa Alto But, la Società Cooperativa Idroelettrica di Forni
di Sopra, la Comunità Montana della Carnia, l’Idroelettrica
Valcanale Sas e altri produttori minori.
Un
percorso che attui il passaggio dall’attuale
situazione di “acque
nostre ma centrali, kilowatt e profitti loro”
ad una nuova di “acque
nostre quindi centrali, kilowatt e redditi pure nostri!”.
Franceschino Barazzutti
già
presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM)
Tagliamento, già sindaco di Cavazzo Carnico 1977-1995
L'autonomia speciale della nostra regione?
RispondiEliminaServe esclusivamente per destrutturare il Friuli, imporre al "POPOLO SOVRANO" riforme che svuotano i Comuni di competenze e violentano la democrazia, come la riforma regionale degli enti locali (cancellazione delle Provincie e istituzioni delle UTI)....
Franceschino Barazzutti e tutta la montagna friulana sono anni che denunciano la situazione illustrata nel documento e da anni stanno richiedendo alla politica regionale di intervenire imitando la regione Trentino-Alto Adige.
RispondiEliminaRisultati? NESSUNO!! La Giunta regionale e la Presidente Debora Serracchiani continuano a straparlare di "regione virtuosa" e dunque "meritevole" di essere a autonomia speciale, come se questa fosse una motivazione sufficiente per pretendere la specialità! Più volte è stato osservato che è ora di smetterla con questa "CIALTRONERIA" perché non c'è alcun legame tra la virtuosità e il diritto di essere ad autonomia speciale: ma non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire!
L'autonomia speciale va usata a favore del territorio e della sua popolazione e non contro come sta facendo la Presidente Debora Serracchiani e come prima di lei ha fatto l'ex-Presidente Renzo Tondo.
Perché non è stato accolto l'emendamento che prevedeva la creazione della "Società Energia Friuli Venezia Giulia"? Perché è stata appoggiata e sostenuta TERNA nella sua determinazione nel non voler interrare l'elettrodotto (AEREO!!!) che corre nella bassa friulana? Perché si continua a svendere il Friuli agli interessi lobbystici estranei al Friuli?