E ORA
UNA
LEGGE ELETTORALE
PIENAMENTE
COSTITUZIONALE!
Chiuso
il capitolo Referendum con la stra-vittoria dei NO con ben 20
punti di differenza, ora va mandata in soffitta la legge elettorale
ITALICUM (imposta al Parlamento dal Governo di Matteo Renzi, approvata utilizzando anche il voto di fiducia) e sostituita - tenendo conto della futura e vicinissima sentenza della Corte Costituzionale - con una nuova legge rispettosa della
Costituzione italiana e della SOVRANITA' popolare (art. 1 della
Carta Costituente).
Una legge elettorale che non discrimini più tra minoranze linguistiche come fa invece ora l'ITALICUM!
Una legge elettorale che non obblighi i friulani ad essere "donatori di voti" a favore dei parlamentari triestini grazie ad un collegio elettorale triestino extra-large: a ognuno il suo!
LA REDAZIONE DEL BLOG
Una legge elettorale che non discrimini più tra minoranze linguistiche come fa invece ora l'ITALICUM!
Una legge elettorale che non obblighi i friulani ad essere "donatori di voti" a favore dei parlamentari triestini grazie ad un collegio elettorale triestino extra-large: a ognuno il suo!
LA REDAZIONE DEL BLOG
....................
Dal
Blog del senatore
FELICE
BESOSTRI
“Ripartire dopo la vittoria del no per una legge elettorale pienamente costituzionale”
Pubblicato da: Felice Besostri 18 dicembre 2016
I Comitati
direttivi dei Comitati per il No nel referendum costituzionale e
contro l’Italicum riuniti congiuntamente il 14 dicembre a Roma
hanno espresso un forte ringraziamento alle elettrici e agli elettori
che con la loro partecipazione straordinaria, al di sopra di ogni
previsione, hanno consentito una vittoria del No, contro le
deformazioni della Costituzione del governo Renzi.
Lo straordinario
risultato nel referendum del 4 dicembre non solo ha bocciato la
deformazione della Costituzione proposta dalla Renzi-Boschi ma ha
reso inservibile la legge elettorale ipermaggioritaria per la Camera
(Italicum), che per di più è in attesa del giudizio della Corte
dopo le istanze degli avvocati del nostro Comitato che ne hanno
denunciato l’incostituzionalità in punti fondamentali. L’affluenza
al voto del 4 dicembre è un fatto politico di grande forza che
inverte la tendenza all’astensione e che conferma che elettrici ed
elettori hanno ben compreso la posta in gioco e hanno deciso di
partecipare al voto bocciando le modifiche costituzionali del
governo.
Ha votato il
70% degli aventi diritto, in controtendenza con le recenti
consultazioni, confermando che gli elettori quando sanno di poter
contribuire a decidere partecipano e votano. Per di più questo
conferma che la Costituzione non è affatto lontana dall’attenzione
dei cittadini, che invece si sono dimostrati ben consapevoli della
sua importanza a garanzia della convivenza civile nel nostro paese,
della qualità della nostra democrazia, dell’attuazione effettiva
di diritti fondamentali (lavoro, salute, istruzione, ecc.) in essa
ben descritti e per la cui attuazione occorrono assetti istituzionali
e modalità decisionali coerenti con gli obiettivi. Chi pensava che
aumentando il numero dei votanti avrebbe vinto il Si ha sbagliato i
suoi conti. Gli elettori hanno votato in tanti per bocciare a
stragrande maggioranza la deformazione della Costituzione voluta
dalla Renzi- Boschi, smentendo questa predizione, che in sostanza
giudicava gli elettori immaturi. Il movimento referendario ha sempre
chiesto agli elettori di andare a votare, ritenendo che il voto sia
anzitutto una prova di maturità e di democrazia e ha sempre avuto
fiducia negli elettori, nella convinzione che convincere astenuti ed
indecisi a votare è in sé un contributo importante alla
partecipazione democratica. Questo i Comitati referendari lo
rivendicano con orgoglio. Il voto non lascia dubbi, il No ha
stravinto. Dal 4 dicembre scorso chiunque proporrà modifiche della
Costituzione dovrà prestare grande attenzione alla loro coerenza con
lo spirito e l’impianto della nostra Carta fondamentale, che non
può e non deve essere stravolta nei principi fondamentali. Inoltre
in futuro dovranno essere sottoposte agli elettori solo proposte
chiare, mettendoli in grado di scegliere, senza i confusi imbrogli
contenuti nella deformazione Renzi- Boschi.
Ora occorre
continuare non solo con la vigilanza sul rispetto dell’esito del
voto, ma anche un impegno a sostegno delle iniziative referendarie
promosse sul lavoro. Rivendichiamo il diritto di Comitati come il
nostro, che sono rappresentanti dei cittadini e da essi partecipati
(oggi sono circa 750 i nostri comitati territoriali) di essere
ascoltati e messi in condizione di fare circolare le loro opinioni. I
direttivi proporranno alla prossima assemblea nazionale dei comitati
locali che si svolgerà il 21 dicembre a Roma di mantenere attivo e
vitale il movimento che si è creato durante la campagna referendaria
come insieme di cittadini che vogliono fare sentire la loro voce e
pesare nelle scelte. Cittadini protagonisti, senza alcuna tentazione
di trasformarsi in partito, che hanno l’obiettivo di fare crescere
la partecipazione, di contrastare il tentativo di ridurre gli spazi
di democrazia di cui lo stravolgimento della Costituzione era un
tentativo per fortuna respinto dalla vittoria del No. E’ tuttora in
atto un tentativo mediatico strumentale, presente durante tutta la
campagna elettorale, di ignorare i Comitati di cittadini, di
schiacciare il No sui partiti, perfino quando la loro presenza è
stata irrilevante o tardiva nella campagna referendaria. E’ una
lettura del referendum e della vittoria del No sbagliata e spesso
strumentale che vuole nascondere il ruolo dei cittadini protagonisti
del risultato, che ignora il grande ruolo non solo dei Comitati ma
anche dell’Anpi, dei sindacati confederali e di base e di altre
importanti associazioni e dei giovani delle donne e dei cittadini del
Mezzogiorno. Questa lettura ha l’obiettivo di oscurare le
rappresentanze dei cittadini come del resto è già stato fatto per
mesi, con una vera e propria discriminazione , in assenza di una
reazione vera dell’Agcom. Per questo faremo sentire in tutti i modi
possibili la nostra opinione sul futuro della legge elettorale, che
deve essere una svolta di sostanza rispetto non solo al Porcellum ma
anche all’Italicum che ne è l’erede.
L’Italicum
è una legge elettorale di cui i Comitati referendari hanno promosso
l’abolizione e l’incostituzionalità.
La nuova legge elettorale
deve avere questi capisaldi: rispetto dei principi fondamentali della
Costituzione, scelta degli eletti da parte degli elettori,
rappresentanza proporzionale perchè il voto dei cittadini deve avere
lo stesso peso. Al fine di elaborare una proposta dei Comitati
referendari per la legge elettorale, comprendente modifiche al voto
degli italiani all’estero e garanzie per una vera parità di
accesso all’informazione, i direttivi hanno costituito un gruppo di
lavoro. Una legge elettorale coerente per Camera e Senato deve essere
approvata rapidamente dal parlamento, che si deve assumere la
responsabilità politica di consentire alle italiane e agli italiani
di andare a votare appena possibile, per dare vita ad una
rappresentanza parlamentare rinnovata e credibile. I direttivi
ritengono necessario inoltre che avvalendosi delle competenze di
tanti autorevoli costituzionalisti, magistrati, giuristi, cittadini
si svolga con i tempi necessari una iniziativa di merito per
l’attuazione della Costituzione e per identificare le singole
modifiche necessarie a partire dall’articolo 81, la cui versione
attuale è inaccettabile.
L’attività
dei Comitati che si sono mobilitati per il referendum nei territori e
nazionalmente proseguirà, accogliendo la richiesta corale che viene
dai territori. Quindi non ci sarà nessun rompete le righe dei nostri
Comitati nazionali e territoriali ma il proseguimento vigile, attento
e combattivo dell’iniziativa nei prossimi mesi, per questo è
convocata il 21 gennaio 2017 a Roma dalle 10 alle 17 l’assemblea
nazionale.
a cura
dei Comitati per
il No
Sempre dal Blog dell'On.Felice Besostri
RispondiEliminaPubblicato da: Felice Besostri 10 dicembre 2016
NON DIAMO I NUMERI!
http://www.felicebesostri.it/non-diamo-numeri/
"Nella nuova fase vanno evitati grilli parlanti e mosche cocchiere. Va evitato anche l’assalto alla diligenza dei vincitori. Il referendum non è stato vinto da Salvini, Meloni e casa Pound (Basta vedere dove il NO ha stravinto), ma dai comitati del No con l’ANPI e soprattutto dagli elettori ignoti, fino all’ultimo indecisi se votare e come votare.
Ora dobbiamo rispondere a loro. Alcune delle cose impropriamente messe nella deforma costituzionale possono essere fatte con semplici modifiche dei regolamenti parlamentari.
Per esempio evitare che i ddl non pubblicati in Gazzetta decadano con la fine della legislatura, l’esame a data certa dei progetti di legge di iniziativa popolare e i limiti alla decretazione d’urgenza.
Il PD ha una maggioranza, abusiva, frutto del “Porcellum”, alla Camera la adoperi per dimostrare la sincerità delle sue proposte di riforma. Vuol modificare l’ItaliKum, Basta dare istruzioni all’Avvocatura dello Stato che dipende funzionalmente dalla Presidenza del Consiglio, che sostenga l’autoremissione dell’intera legge, come previsto dal ddl-cost. Boschi-Renzi e richiesto dagli avvocati anti-ItaliKum.
Sarebbe anche un modo per salvare la faccia a Cuperlo e dimostrare che Renzi era sincero.
I Comitati per il NO devono diventare Comitati per il SI all’attuazione della Costituzione e per revisioni condivise.
Per Pisapia: “Il bel tacer non fu mai scritto” (Carmela Loro nata a Monzambano e morta a Pozzolengo).
Nei comitati per il NO, che avevano composizione diversa, quello che ha funzionato è stata l’assenza di capi autonominati e di competizione egemonica. Tutti potevano sentirsi a casa propria, nessuno ti chiedeva da dove venivi, perché era più importante sapere dove si volesse andare tutti insieme. Anche dove c’erano esponenti strutturati di partito, nessuno ha tentato di mettervi sopra il cappello.
Un’esperienza diversa da tutti i tentativi falliti di riunire la sinistra, come sommatoria di parrocchie, DOVE GLI UOMINI DI FEDE ERANO POCHI, sicuramente in minoranza, ma con molti aspiranti alla tiara vescovile o alla porpora cardinalizia.
Felice C. Besostri"