Elettrodotto
Wurmlach-Somplago
RICEVIAMO
E PUBBLICHIAMO
COMUNICATO
STAMPA
Unicuique
suum
A
ciascuno il suo (Cicerone)
La
presidente della giunta regionale Serracchiani sotto un titolo
a piena pagina annuncia che l’elettrodotto Wurmlach-Somplago
potrà
essere totalmente interrato, attribuendo il merito di ciò “al
lavoro dell’amministrazione e del confronto con Alpe Adria energia
spa”, cioè a se stessa.
I Comitati popolari che operano nella nostra montagna salutano l’abbandono della disastrosa variante aerea di tale elettrodotto e, nell’occasione, ricordano alla debole memoria della presidente alcuni momenti salienti della vicenda:
- Il merito non è suo ma dei 4000 carnici che qualche anno fa sono scesi in piazza a Tolmezzo ed a Paluzza a manifestare la loro decisa opposizione all’elettrodotto aereo;
- Il merito è dei Comitati popolari che hanno tenuto tante assemblee nei paesi delle valli ed organizzato le manifestazioni nell’indifferenza della classe politica e delle istituzioni. E’ di quei Comuni e loro sindaci della Val But che si sono fermamente opposti.
- Il merito è di tutti coloro che non hanno mai creduto, contestandola, alla bufala dell’impossibilità dell’interramento dell’elettrodotto sparsa a piene mani da esponenti politici, tecnici servizievoli e, purtroppo, qualche amministratore comunale. Costoro hanno diffuso la bufala per coprire un interesse privato a scapito di quello pubblico. Ora la smentita.
- Il merito è dei vicini carinziani e delle loro amministrazioni comunali che si sono opposte con dimostrazioni popolari ed in sede giudiziaria sino ad ottenere la bocciatura del progetto aereo da parte del Consiglio di Stato di Vienna (non di Roma!)
- Il demerito è invece di quelle amministrazioni comunali e loro sindaci (Cavazzo Carnico, Lauco, Tolmezzo) che a suo tempo diedero il proprio nulla osta alla variante aerea o che non si opposero.
- L’elettrodotto aereo Wurmlach- Somplago è stato proposto anni fa dalla privata Alpe Adria Energia spa all’Unione Europea - tant’è che tuttora figura nella lista dei collegamenti energetici europei prioritari - quando sui banchi del parlamento europeo sedeva proprio l’on. Serracchiani, che nulla fece per fermare il percorso di quest’opera, fonte di tante preoccupazioni per gli abitanti delle valli attraversate.
- Preoccupazione che tuttora rimane per il fatto che l’elettrodotto “potrà” essere interrato, il che non significa che “sarà” interrato. Tanto più che in materia di elettrodotti nella nostra regione se ne sono viste e se ne stanno vedendo di tutti i colori grazie alla sudditanza della Regione a Terna spa.
- Per questo motivo, pur prendendo atto del superamento di quello che sinora è stato il tabù dell’interrato, siamo e saremo particolarmente vigili, pronti alla mobilitazione. Sin da ora chiediamo che del progetto della variante interrata sia data piena informazione alla popolazione.
- Siamo convinti che l’interramento degli elettrodotti sia non solo possibile ma necessario: è una questione di civiltà. Per questo il nostro pensiero scende dalle nostre montagne verso la piana friulana ed inorridisce alla vista di quei minareti-sostegno dell’elettrodotto aereo Redipuglia-Udine ovest: uno sfregio al Friuli ed alla credibilità del piano paesaggistico regionale. Anche quell’elettrodotto va interrato! Per di più l’interramento in pianura è più facile che in montagna.
- Non ci sfugge la imbonitoria “tempistica referendaria” della presidente Serracchiani in cerca di voti. Ma in materia di energia può gabbare gli sprovveduti, non chi ha ben esaminato la legge di riforma costituzionale che, togliendola alla competenza concorrente della Regione, ha introdotto all’art.31 (Modifica dell’art. 117) lettera v) la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di: produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia. Il che significa che il governo di Roma farà quello che vorrà senza confrontarsi con regioni, territori, popolazioni.
Conseguentemente, ove la riforma costituzionale fosse approvata, l’annuncio “interrato” della Serracchiani da Trieste potrebbe nuovamente diventare “aereo” da Roma, dove la lobby energetica è ben più introdotta e protetta di quanto non lo sia già a Trieste.
Carnia, 21.11.2016
Hans Puntel
– Comitato “Carnia in Movimento” , Alto But
Franceschino
Barazzutti – “Comitato tutela acque del bacino montano
del Tagliamento, Tolmezzo”
Antonino Galassi
- “Comitato acqua Libera”, Paluzza
Ira Conti – Comitato “Per altre strade Carnia –
Cadore”, Val Tagliamento
Paolo Querini
– “Comitato Val Degano”
Marco Lepre – “Legambiente della Carnia”
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"Non ci sfugge la imbonitoria “tempistica referendaria” della presidente Serracchiani in cerca di voti. Ma in materia di energia può gabbare gli sprovveduti, non chi ha ben esaminato la legge di riforma costituzionale che, togliendola alla competenza concorrente della Regione, ha introdotto all’art.31 (Modifica dell’art. 117) lettera v) la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di: produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia. Il che significa che il governo di Roma farà quello che vorrà senza confrontarsi con regioni, territori, popolazioni. "
RispondiEliminaSe le modifiche costituzionali non vengono fermate il 4 di dicembre, il governo di turno a Roma potrà IMPORRE a tutti i territori regionali TUTTO CIO' CHE LE LOBBY ENERGETICHE CHIEDERANNO!!!
Dal sito internet della CISL Udine:
RispondiEliminahttp://www.cisludine.it/Archivio-Articoli/Il-nostro-monumento-all-ingordigia-Mercoledi-26-Ottobre-2016
Dal settimanale LA VITA CATTOLICA - editoriale di Roberto Pensa (Direttore responsabile) - 26 ottobre 2016
TITOLO - Il nostro monumento all’ingordigia
di Roberto Pensa
"Ogni dittatura ama immortalarsi plasticamente in monumenti che ne dimostrino la potenza e la proiettino verso il futuro. È successo in tutte le ere storiche e a tutte le latitudini. In questo senso forse era logico che anche in Friuli dovesse essere eretto un memoriale alla dittatura del profitto e del capitale finanziario che ammorba questi nostri anni di crisi e di bolle speculative. O, se volete vedere l’altra faccia della medaglia, un monumento alla debolezza della politica, della legalità e della capacità di una comunità di perseguire il bene comune.
Qui in Friuli abbiamo voluto esagerare, perché a ricordarci l’onnipotenza degli interessi superiori del capitale sarà una infrastruttura che, con la sua ingombrante bruttezza, si staglia a 30-40 metri da terra per ben 39 chilometri, attraversando tutta la pianura friulana orientale fino alle pendici del Carso, sconvolgendo il paesaggio rurale da Palmanova in su.
La Conferenza dei servizi lo scorso 18 ottobre ha infatti confermato che il mega elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia si farà.
Fossimo ingenui, potremmo pensare che si tratti dell’esito di un ponderato processo decisionale che abbia soppesato in ogni aspetto i pro e i contro dell’infrastruttura. Invece altro non è che un classico inciucio all’italiana, dove le procedure non hanno la luce limpida della legalità ma le untuose argomentazioni degli azzeccagarbugli. Una di quelle vicende che si risolve con un «blitz» ferragostano nelle stanze del potere romano fino ad arrivare a Palazzo Chigi.
Cerchiamo di riepilogare in pillole la vicenda. Terna dice che l’infrastruttura è necessaria per dare alle nostre aziende l’energia necessaria, ma i dati smentiscono questa tesi: il Friuli è in surplus energetico. Dicono che serve anche a diminuire i costi dell’energia, ma di questo non vi è evidenza e dimostrazione. I critici fin da subito non chiedono di rinunciare all’opera, ma solo di interrarla per eliminare il drammatico impatto visivo. Terna risponde che non è possibile, per due motivi, uno comprensibile (fin troppo) e l’altro no. Il primo è che costerebbe di più. Non tanto da rendere l’opera non economicamente sostenibile, ma sicuramente in modo tale da frenare un po’ i dividenti della società privata ma che svolge un ruolo pubblico di gestore delle reti di energia nazionali. Il secondo è che ci sarebbero non meglio precisati ostacoli tecnici all’interramento. Viene chiamato anche un esperto «indipendente» a confermare questo assunto. Poco più tardi si scoprirà che suo figlio è dirigente di Terna. Intanto in tutto il mondo si fanno elettrodotti interrati anche nelle regioni più impervie. Alla fine anche la Terna si arrende all’evidenza, e tra il Piemonte e la Savoia francese progetta un elettrodotto interrato che attraversa le Alpi per ben 190 km.
Ma in Friuli, la cui classe dirigente evidentemente ha molta meno influenza di quella piemontese, l’interramento continua ad essere un tabù. Intanto il tempo passa, la giunta regionale Tondo approva l’opera, quella Serracchiani le dà il via libera definitivo dicendo di non poter cambiare la decisione presa dal predecessore.
(CONTINUA)
RispondiEliminaDal sito internet della CISL Udine:
http://www.cisludine.it/Archivio-Articoli/Il-nostro-monumento-all-ingordigia-Mercoledi-26-Ottobre-2016
Dal settimanale LA VITA CATTOLICA - editoriale di Roberto Pensa (Direttore responsabile) - 26 ottobre 2016
TITOLO - Il nostro monumento all’ingordigia
di Roberto Pensa
(SECONDA E ULTIMA PARTE)
(...)Si arriva al 2015 e il Consiglio di Stato, massimo organo della giustizia amministrativa, dice quel che tutti sapevano. Il progetto devasta il paesaggio della pianura friulana, le autorizzazioni non hanno tenuto conto del parere della Soprintendenza, l’opera è illegale, un abuso edilizio. Seguono mesi di sotterranea fibrillazione, finché Terna non scopre le sue carte. Inizia in gran segreto un nuovo processo autorizzativo, che ottiene il via libera nonostante un parere durissimo del ministero dei beni culturali secondo cui l’opera ha un impatto devastante sulla pianura friulana. Il Governo Renzi, nel conflitto tra ministeri, con un blitz agostano dà ragione allo Sviluppo economico (ma quale sviluppo?) e l’opera d’incanto ritorna legale.
Ci sarebbe da deprimersi se non ci fosse un rovescio della medaglia. Fin da subito numerosi agricoltori raccolti intorno al Comitato per la vita del Friuli rurale e ben 7 comuni interessati dall’opera si coalizzano in nome del bene comune, fino a vincere la battaglia al Consiglio di Stato. E anche adesso, di fronte all’arroganza del potere, dimostrano di non voler cedere al sopruso e vogliono continuare, con ottimi argomenti, la giusta battaglia legale.
Onore al merito. Se percorrendo la pianura friulana il vostro occhio verrà colpito dagli orrendi piloni di Terna, non fatevi fuorviare. Se guardate bene, dietro a questo monumento all’ingordigia, se ne staglia uno, invisibile agli occhi ma ben più alto del campanile di Mortegliano: è la dignità, il senso della legalità e del bene comune che il nostro Friuli sa ancora esprimere pur di fronte ad una grande ingiustizia.
Come andrà a finire? La storia ci insegna che i monumenti eretti dalle dittature di solito vengono abbattuti e di essi non rimane traccia. I buoni valori e il senso di dignità di un popolo, invece, attraversano le generazioni.
Roberto Pensa"
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COMMENTO:
Quando TERNA non avrà più il problema (SIC!!) di confrontarsi con il territorio e i cittadini italiani perché grazie alla modifica del capitolo V della Costituzione italiana IMPOSTA da Matteo Renzi, deciderà tutto Roma, non è difficile immaginare cosa succederà e quale fine farà la tutela mbientale, la democrazia e la sovranità popolare...
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