TEATRO
STABILE
IN
LINGUA FRIULANA
AVEVA
RAGIONE
BEPI
AGOSTINIS!
Se
il progetto di Bepi Agostinis di un “Teatro in lingua friulana di professionisti”
- progetto che fu anche di Nico Pepe - fosse andato in porto, oggi in Friuli avremmo un teatro TRIC in
lingua friulana, (ricordiamo che da molti anni la minoranza linguistica slovena di Trieste ha un "Teatro stabile", ora TRIC), e
anche il CSS avrebbe avuto il riconoscimento che di diritto
gli spettava.
Ma
si è sempre in tempo per attuare questo importate progetto.......basta che chi in Friuli si occupa di teatro professionista e la politica regionale, lo appoggino senza titubanze.
Progetto fondamentale per
una adeguata tutela della minoranza linguistica friulana anche nel
campo teatrale, oltre offrire al CSS la possibilità di ottenere la qualifica di teatro TRIC senza andare a tentare "disavventure" a Trieste che lascerebbe al Friuli, come sempre, solo gli avanzi che cadono dalla tavola imbandita....
LA REDAZIONE DEL BLOG
...................
Lettera a firma di Giuseppe Agostinis
(BEPI per gli amici!)
pubblicata sul settimanale
LA VITA CATTOLICA
il 2 aprile 2015
Egr.
Direttore, vorrei gentilmente poter entrare nel discorso sul Teatro
in Friuli V.G. da qualche settimana riempie le pagine del suo
giornale .
Il
dibattito partito dal C.S.S. per voce del suo presidente
Alberto Bevilacqua, il quale dopo la bocciatura del Teatro
Rossetti sul progetto tentato dal C.S.S. di una fusione fra il Teatro
Rossetti, il C.S.S. e la Accademia Drammatica Nico Pepe, è uscito
sulla stampa con le sue delusioni, attaccando un po’ tutti.
Non
avendo seguito dall’interno questa vicenda non posso entrare in
merito. Però avendo frequentato
per un po’ di anni quel mondo vorrei esporre alcune mie
considerazioni.
Il
C.S.S., inteso come Teatro di Innovazione, ha portato in Friuli e in
particolare a Udine una ventata di rinnovamento e di questo bisogna
dargli atto. Se la prenda pure con il Teatro triestino, avrà le sue
ottime ragioni. Il Bevilacqua, come “vecchio” (di esperienza) nel
Teatro, conoscendo molto bene l’ambiente di quella città, in
particolare l’influenza politica da cui è appoggiato, avrebbe
potuto immaginare che Trieste, se non ha la sicurezza matematica di
un suo tornaconto, non si metterebbe mai con un’ Istituzione
udinese, non solo per campanilismo ma soprattutto per i
finanziamenti, che per ottenerli loro sono molto bravi. Ricordiamo
come è stato facile ottenere il finanziamento per coprire il
dissesto finanziario del Teatro triestino del 2014 di 14 milioni di
euro.
Ed
ora Trieste ha due Teatri riconosciuti Tric, “Teatro di rilevante
interesse culturale”, e il C.S.S. non è più nemmeno Tric, e
questo, dopo anni di ottimo lavoro, non mi pare sia una cosa giusta
nei confronti del C.S.S.. Immaginarsi se fosse
andato a buon fine il progetto del C.S.S., certamente Trieste non
avrebbe mai lasciato a Udine il Teatro Nazionale.
Veniamo
ora al nocciolo della questione. Con la fusione suggerita
dal C.S.S., il Teatro Giovanni da Udine sarebbe diventato Teatro di
Produzione, cosa che nello statuto non è contemplata. Quindi non è
l’ex Presidente dott. Mizzau che non ha accettato la proposta, ma
certamente la maggioranza del suo Consiglio Direttivo. Avendo
frequentato anche il Teatro Giovanni da Udine per la mia battaglia
sul Teatro friulano, ho potuto conoscere la personalità del dott.
Mizzau, leale e sempre coerente con le direttive ricevute. Anche per
il Teatro friulano, aveva detto che il Teatro Giovanni da Udine non
può fare produzione, ma ha sempre cercato di dare la massima
collaborazione, sempre dopo aver ascoltato le direttive del suo
Consiglio di Amministrazione: difatti due spettacoli in lingua
friulana sono entrati per due anni in cartellone.
Anche
nel mio ultimo tentativo di ritornare a far rivivere la
“Farie”, ovvero la Compagnia di professionisti che si
era formata per un lavoro continuativo professionale sul Teatro in
friulano, iI dott. Mizzau, sapendo che il suo Teatro non poteva
produrre, si era messo a disposizione assieme alla Provincia di Udine
ed il Comune di Udine, per far ripartire la “Farie” dandoci
l’opportunità di usufruire degli spazi del Teatro per le prove,
che per la Compagnia era molto importante.
Purtroppo
per incomprensioni fra dirigenti regionali e politici la cosa non
andò avanti. Qui
faccio un appunto al C.S.S., che ha partecipato appieno alla
realizzazione degli spettacoli della “Farie”: la “Farie” per
il C.S.S. era solo una questione di denaro e non per la
valorizzazione del Teatro in Friulano, di cui io ero assolutamente
convinto.
Questo
mio intervento è nato da una battuta del Bevilacqua ad una sua
intervista, dove dice che il Teatro Sloveno ha ottenuto il
riconoscimento, di “rilevante interesse culturale” perché è un
“Teatro di lingua minoritaria”
: ma il Friulano non è una lingua
minoritaria riconosciuta?
Vedi
caro Alberto se il discorso della ”Farie” non fosse
stato solo un discorso di finanziamenti, ma ci avessi messo un po’
di amore per la nostra lingua, forse oggi avresti potuto avere una
Compagnia friulana nel tuo C.S.S., che ti avrebbe potuto dare una
mano per un maggior riconoscimento alla tua Istituzione.
Tu
che conosci tutti i regolamenti e leggi sul Teatro, sapevi che un
Teatro di lingua minoritaria aveva diritto a un riconoscimento, e
anche noi si saremmo mossi al meglio, anche giuridicamente, per
ottenere un Teatro friulano professionista, come lo sognavamo Nico
Pepe ed io. Non solo un Teatro formato da due o tre attori,
come stai facendo ora, ma come gli spettacoli della “Farie”:
“Pietro Savorgnan di Brazzà” e “Siums”.
In
bocje al lof, istès.
GIUSEPPE
AGOSTINIS
Brâf Bepi, ten dûr e no stâ molâ!
RispondiEliminaI toi amîs del Comitât pe autonomie e il rilanç dal Friûl.
Cinidôr plui complet di bande di chei che e varessin di dî alc?
RispondiEliminaAl pâr propri di SI'.....
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Silenzio più completo da parte di coloro che dovrebbero pronunciarsi?
Pare proprio di SI'
Incredibile la testardaggine con cui Alberto Bevilacqua e il CSS ( teatro stabile di Innovazione) hanno portato avanti un progetto assurdo: REGALARE al teatro stabile Rossetti di Trieste il ruolo di "Teatro nazionale", cancellando nel contempo il Css di Udine e la scuola di teatro Nico Pepe, sempre di Udine.
RispondiEliminaIn cambio di cosa? Una "poltrona" nel nuovo "teatro nazionale" TRIESTINO? Un "posto" di prestigio per qualcuno in questo nuova realtà teatrale triestina? Un piatto di lenticchie in cambio del sacrificio di cancellare una realtà importante come il CSS? Una operazione di un masochismo impressionante....
Si sarebbero cancellate due realtà teatrali friulane e udinesi importantissime, in cambio di cosa? Gli avanzi dei fondi dati da Roma alla nuova realtà triestina "teatro nazionale" Rossetti? Quale miopia incredibile.....
Meno male che il teatro stabile Rossetti di Trieste ha respinto l'offerta!
Dal sito del mensile “LA PATRIE DAL FRIÛL” - novembre 2012
RispondiEliminaUNA INTERVISTA A BEPI AGOSTINIS PUBBLICATA SUL MENSILE "LA PATRIE DAL FRIÛlL"
http://www.lapatriedalfriul.org/?p=10126
TITOLO: Atualitât. Teatri par furlan, ma par cui?
In ocasion de prime dal so spetacul “Aghe e siums” che al rapresente la conclusion di agns di impegns a pro dal teatri par furlan, Bepi Agostinis al à ricevût dal President de Provincie di Udine Pieri Fontanini une targhe cuntune dediche une vore significative “Une vite pal Friûl parcè il Friûl al è la tô vite”.
Da la cognossince cun Nico Pepe, fint a la ultime bataie pe istituzion dal Teatri stabil in lenghe furlane, Bepi Agostinis no si è sparagnât lavorant dì par dì, cence pôre di frontâ cui che al volarès incjantonâ il furlan a robe di folclôr e di museu. La ultime jessude indelicade e je dal atôr Luciano Virgilio, in regjon par “Cosí è se vi pare”. Intune interviste, a la domande su ce che al pensàs dal progjet sul teatri stabil par furlan, al à taiât curt domandantsi, stant che al esist za un teatri stabil dal Friûl-VJ, «par cui?».
DOMANDE - Alore o zirìn la domande a Bepi Agostinis, «par cui?» e parcè covential un teatri stabil par furlan?
RISPUESTE . Di sigûr nol è par chei che lavorant fûr dal Friûl, no si son mai visâts des lôr lidrîs. E Virgilio al è un di chei. E i rispuint che il Teatri Stabil F-VJ nol à nuie di furlan, duncje al è just che ancje il Friûl al vedi il so Teatri Stabil, no dome, impuartant, par dâ lavôr ai nestri atôrs professioniscj, ma soredut parcè che al è un mieç impuartant di comunicazion par valorizâ la nestre lenghe e la nestre culture.
DOMANDE -Ce pensial di chei furlans che cjatade furtune fûr dal Friûl no ricognossin il valôr de culture e de lenghe furlane?
RISPUESTE - A son personaçs che a varan vude fortune, magari scomençant cul morosâ cu la fie di cualchi grant atôr, pensant dome ae cariere, cence mai ricurdâ, simpri fevelant di Teatri, lis lidrîs di chel che i veve insegnât i prins pas, parcè ancje lui al à scomençât a Udin cui cors di dizion dal prof. Walter Faglioni. Tai agns cuant che al passave par Udin nol è mai lât a saludâlu e dîji graciis. O disarès ai furlans no stait a lâ a viodi i siei spetacui.
DOMANDE - Ce pensial de Farie Teatrâl Furlane?
RISPUESTE Beh, domandâmi de Farie daspò plui di 20 agns di bataie, al è come domandâ a un che al mûr di sêt se al à voie di bevi. La Farie al è il coronament, ancje se nol è un Teatri Stabil , ma une compagnie Stabile, e cui timps che a corin, al è un grant risultât. E al è sucedût graciis ai prins doi politics che a àn crodût ae mê bataie: il president Pieri Fontanini e la assessore ae culture Elene Lizzi de Provincie di Udin.
DOMANDE - Cemût viodial il teatri di vuê?
RISPUESTE - Di sigûr, ancje cu la compagnie de Farie, alc di impurtant si è mot, soredut e fasarà pensâ di plui ancje i dramaturcs che i lôr tescj a podaran jessi raprensentâts no dome des filodramatichis, ma ancje di atôrs professioniscj, e nol è pôc. Duncje al sarà un Teatri plui vivarôs e o speri plui leât ai nestris timps
(PRIMA PARTE - SEGUE)
Dal sito del mensile “LA PATRIE DAL FRIÛL” - novembre 2012
RispondiEliminaUNA INTERVISTA A BEPI AGOSTINIS PUBBLICATA SUL MENSILE "LA PATRIE DAL FRIÛlL"
http://www.lapatriedalfriul.org/?p=10126
TITOLO: Atualitât. Teatri par furlan, ma par cui?
(SECONDA E ULTIMA PARTE)
DOMANDE - E cemût viodial il teatri di doman?
RISPUESTE - O pensi che cu la nassite de Farie, za cui doi spetacui realizâts, e je stade dimostrade la impuartance de Compagnie Stabile, viodût che fin cumò il Teatri professionist furlan si fondave su grups di 3 o 4 elements, e duncje a podevin fâ spetacui limitâts, ancje se pençs di cualitât, ma mai a lavôrs cun diviers atôrs, che di sigûr a podaressin dâ plui spetacolaritât e plui valôr al nestri Teatri.
DOMANDE - Cul so ultin spetacul “Aghe e siums” aial pardabon saludadis lis senis teatrâls?
RISPUESTE - O soi rivât (fra pôcs mês) ai 80 agns, duncje e je ore di fermâsi, ma par dî la veretât plui che i agns, al è il probleme dai voi, che a stan lant e mi tocje tigniju cont. Ma di sigûr o starai sot ae Farie,
che e à di lâ indenant simpri pal miôr.
DOMANDE - Cemût si isal cjatât cun Sonia Cossettini? Ce pensial di jê?
RISPUESTE - Le ai cognossude propit pe realizazion dal gno ultin spetacul. Un frute une vore furlane sedi come lenghe ma ancje come caratar, voie di lâ indenant cun cheste sô passion pal Teatri che i bruse dentri, e soredut i plasarès fâ alc di impuartant propit par furlan, Cumò le ai introdusude cul C.S.S. che e sta za fasint un lavôr pai fruts. E je zovine e à il timp di dimostrâ lis sôs siguris capacitâts. In bocje al lôf.
DOMANDE - Vuelial dedicâ un pinsîr a Galliano Zof?
RISPUESTE - Galliano lu ai cognossût ae fin dai agns ‘70 propit par vie des sôs poesiis, e di chê volte o vin simpri vût un biel rapuart di stime. Grant pensadôr e studiôs, al fevelave ancje cun me, che no soi un studiât, cun semplicitât, e nol faseve mai pesâ il so savê. Un grant om de culture furlane che al à dât cence mai domandâ nuie.
DOMANDE - Lui al jere grant amì di Arnalt Baracêt…
RISPUESTE - O ai vude la furtune di cognossîlu miôr, come segretari dal Comitât pe Autonomie e il rilanç dal Friûl. Un om furlan, sclet, che al à lavorât pal Friûl cuntun grant cûr e cuntune cjarie di furlanetât che al tacave ducj. La lezion che mi à lassât: “no stâ cjalâ il colôr politic di une persone, ma viôt dome se al lavore di cûr pal Friûl”.
DOMANDE - Trop mancjal un come Nico Pepe?
RISPUESTE - Nico Pepe al è rivât une vore prime dal timp. Fevelâ di Teatri furlan professionist tai agns 70-80 al jere come lâ a cirî l’aur su la Tor. Ma lui al à vude la costance di semenâ e cui agns alc al è nassût. Se o vin un Compagnie Stabil di Teatri furlan, o vin di ricuardâsi che la idee le à vude lui.
DOMANDE - Fevelant plui in gjenerâl, ce viodial tal destin de autonomie e dal Friûl?
RISPUESTE - Lu ai za dite altris voltis, ancje lant cuintri a cierts autonomiscj, nô o sarìn simpri sotans ai partîts talians, parcè che i nestris autonomiscj no àn la voie di metisi insieme, par vie che un al cjale a drete e chel altri a çampe, duncje no si pues stâ insieme. Duncje o vin dome di sperâ che un furlan di un partît talian al vedi un voli di rivuart pal nestri Friûl.
Christian Romanini
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UDINE "CITTA' DEI TEATRI"
RispondiEliminaFINALMENTE UNA BUONA IDEA!
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Ci vuole un "Teatri nazionâl furlan"
di Roberta Michieli
"Ho letto con piacere che il Politeama Rossetti ha rinunciato ai sogni di gloria, ossia a formulare la richiesta a Roma di diventare “teatro nazionale”.
Sogno di gloria che – debiti milionari permettendo - non avrebbe potuto “giocare in casa” ma obbligatoriamente avrebbe dovuto passare attraverso la cancellazione per fusione del teatro stabile udinese CSS (Centro Servizi e Spettacoli) e l'Accademia Nico Pepe, pure di Udine.
Con ancor maggior piacere ho letto la “tardiva” proposta di Honsell e del suo giovanissimo assessore alla cultura (entrambi grandi fautori della fusione CSS/Politeama Rossetti!) di creare un forte circuito teatrale udinese trasformando così Udine nella “città dei teatri”.
Proposta che avrebbe dovuto essere subito scelta dalla Giunta Comunale di Udine invece di inseguire assurdi “sogni regionali” triestinocentrici.
Incredibile poi che il consigliere regionale friulano Alessandro Colautti, dopo essersi “preoccupato” (sic!) per i debiti milionari del Rossetti, metta da parte il buon senso e gli impegnativi vincoli posti dall'art. 10 della legge statale che crea il Teatro nazionale, e richieda a gran voce la fusione tra Css e Rossetti e l'istituzione in regione di un teatro nazionale. Se solo pochissime (e solamente le più grandi!) realtà teatrali italiane faranno richiesta per diventare teatri nazionali, un motivo evidentemente c'è anche se ciò pare sfuggire a Colautti.
Mi risulta poi che non una parola venga spesa da Alessandro Colautti per il “TEATRI NAZIONÂL FURLAN”.
Forse è meno meritevole delle sue attenzioni politiche del teatro stabile triestino Politeama Rossetti? Com'è che la politica friulana dimentica sistematicamente il teatro in lingua friulana, lingua quest'ultima parlata da oltre 600 mila cittadini di questa regione, oltre che tutelata ai sensi degli articoli 3 e 6 della Costituzione italiana?
Evidentemente sul piano politico è considerato molto più progressista e benemerito salvare un teatro triestino che nel 2012 ha rischiato la “liquidazione coatta” (ossia la sua chiusura!) e che ha oltre due milioni di debito patrimoniale, che valorizzare le eccellenze teatrali udinesi e friulane senza svenderle a Trieste e operare a favore della tutela della minoranza linguistica friulana!
Roberta Michieli - Tavagnacco
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La lettera a firma di Roberta Michieli è stata pubblicata sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, La Vita Cattolica, giovedì 27 novembre 2014 con il titolo “Ci vuole un Teatri nazionâl furlan”.