La
cura della Troika
fa ammalare i greci
di
Augusto Dell'Angelo
Editoriale pubblicato sul quotidiano
ILQUOTIDIANO FVG
il 2 aprile 2014
La
cura da cavallo (rigore, austerità, tagli) imposta dalla Troika
europea sta distruggendo la Grecia. Un po’ meno,
ma anche l’Italia. Le banche chiudono, i disoccupati son diventati
un esercito,i vecchi sono abbandonati a se stessi, la gente è alla
fame. Intaccata seriamente la qualità della vita, ma nel Paese che
fu di Socrate e Platone il dramma sta per assumere i toni della
tragedia perché il
diktat dell’Ue sta facendo ammalare la Grecia. Alcuni dati,
spaventosamente reali, lo dimostrano.
Dal 2008
(anno d’inizio della crisi) a oggi la mortalità infantile è
aumentata del 43%, effetto della malnutrizione e delle diminuite
possibilità di accesso alle cure. In questo stesso periodo il numero
dei neonati di basso peso è cresciuto del 19%. Quanto agli anziani,
la percentuale d’incremento della mortalità si aggira sul 40% al
netto delle patologie dovute all’invecchiamento.
In
aumento del 45% il numero dei suicidi e del 38% quello di coloro che
han tentato di togliersi la vita. Dapprima il fenomeno riguardava
soltanto gli uomini, ma recentemente ha inglobato anche le donne.
Più
che raddoppiate, infatti, le gravi forme di depressione, ora
dell’8,2%.
E
ora il drammatico dato sulle nuove infezioni da Hiv tra gli
eroinomani: erano 15 nel 2008, sono saliti a 307 nel 2012 e ora sono
ben 484. A ciò si aggiunga la ricomparsa di una malattia antica, la
tubercolosi.
Com’è
potuto accadere tutto ciò? La Troika
(Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario
internazionale) per salvare la Grecia dal dissesto ha ordinato
un regìme di austerità che ha obbligato il Governo di Atene a
tagliare il 26% del budget destinato agli ospedali (adesso si è
giunti al 40%) e a ridurre drasticamente la spesa farmaceutica, da 4
miliardi e mezzo di euro del 2008 ai 2 di oggi. Un taglio da
macelleria.
Effetti
devastanti per di più in un sistema imperfetto di suo. Infatti qui
la spesa sanitaria è la più alta d’Europa, già pari al 10,8% del
Pil prima dell’inizio della crisi. La nostra, all’epoca, era
dell’8,9%. Le case farmaceutiche stanno abbandonando il Paese
temendo di non essere pagate e i medicinali son diventati talmente
rari e costosi che è comparso il baratto: io do a te un farmaco per
il Parkinson e tu me ne consegni un altro contro l’epilessia.
E’
arduo trovare perfino l’aspirina. Delle 12 mila farmacie esistenti
in Grecia nel 2008, mille sono state chiuse e 200 stanno per farlo.
In aggiunta c’è il fenomeno della corruzione (si devono pagare
mazzette per guadagnarsi qualche posizione in lista d’attesa), il
che rende ancor più drammatica la situazione.
Il
più autorevole quotidiano di Atene, a fronte di tutto ciò. lancia
un monito a tutta l’Europa:“Quel che sta accadendo da noi, frutto
dei tagli indiscriminati all’assistenza sanitaria, sia di
avvertimento a tutti gli altri Paesi dell’Eurozona perché non si
lascino inglobare in questa spirale che rischia di trasformare quella
che adesso è una società in recessione in una società malata anche
nel corpo e nello spirito"
In compenso le spese militari in Grecia pare non essere soggette a tagli.....
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