mercoledì 8 agosto 2012

REGIONE E ISTITUZIONI LOCALI - PER UN NUOVO PROGETTO ISTITUZIONALE di Roberto DOMINICI



Regione e Istituzioni locali

PER UN NUOVO
PROGETTO ISTITUZIONALE

di
Roberto Dominici


Il Comitato per l’Autonomia ed il rilancio del Friuli segue con attenzione il dibattito che attiene al futuro della Regione e delle istituzioni locali, anche alla luce dei provvedimenti nazionali che giocoforza ci coinvolgono.

L’autonomia speciale va tenacemente difesa e valorizzata con azioni politiche efficaci e unitarie come nei grandi momenti del post-terremoto.

La specialità non va solo declamata di tanto in tanto, va praticata giorno dopo giorno negli spazi legislativi regionali, avendo cura di praticare politiche che incidano sulle ragioni della specialità stessa.

Sarebbe certamente utile il pronunciamento della Corte Costituzionale per definire in modo puntuale la portata della competenza regionale in materia di “ordinamento degli Enti Locali”, visto che lo stesso Governo, talvolta, detta disposizioni che ignorano, per l’appunto, le specifiche attribuzioni del Friuli Venezia Giulia.

Tale pronunciamento consentirebbe di comprendere meglio la effettiva portata di una azione legislativa regionale in materia, ad esempio, di province, che in questa Regione, per come è nata, per come è fatta e per essere composita, hanno una funzione non solo amministrativa.

Con riguardo alle Province il problema non è tanto quello di sopprimerle, o accorparle, mantenerle, o riordinarle. Bisogna fare una analisi delle funzioni svolte per vedere se ancora attuali.

Bisogna chiedersi se, in caso di soppressione dell’Ente, le funzioni vanno ai Comuni o se invece non vengono assorbite dalla Regione, dando vita ad una nuova forma di accentramento.

Sono temi che vanno affrontati senza radicalismi e con molta oggettività, con la necessaria prudenza e senza distruggere ciò che può essere ancora valido.

Il dibattito, a giudizio del Comitato, deve andare comunque molto oltre queste riflessioni per ragionare in primis sulla Regione, impostando un nuovo progetto istituzionale.

Un progetto che dovrebbe imperniarsi su una Regione “snella”, “leggera”, “non accentrata”, fortemente caratterizzata sui suoi compiti “centrali” ed “esclusivi” che attengono alla attività legislativa, all’alta programmazione, all’alto indirizzo, con l’attribuzione delle funzioni amministrative, avuto riguardo della loro natura e portata, al sistema delle autonomie locali.

Tenendo in evidenza anche il pronunciamento dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa in favore del diritto delle minoranze a disporre di autorità locali od autonome.

Una operazione questa, che tornerebbe utile anche sotto altri aspetti (contenimento della spesa ,ecc. ecc.) qualora ad essa si accompagnasse, come fermamente auspica il Comitato, un processo di profondo “ripensamento”, per semplificarli, dei complessi iter burocratici esistenti.

È alla luce di un siffatto progetto istituzionale che si deve valutare l’opportunità, l’utilità o meno di mantenere o non mantenere l’Ente Provincia, di rivederne le funzioni, di istituire o meno realtà di “aria vasta”, di dar vita ad aggregazioni di servizi specie tra enti locali minori. Sono le funzioni amministrative della regione che devono interessare.

Occorre seguire, dunque, un ragionamento nuovo che parte proprio dalla Regione e della possibilità per essa di delegare funzioni amministrative come già previsto dallo Statuto.

E’ su questo che dovrebbe misurarsi la politica con proposte che guardino al futuro dei nostri territori, senza lasciarsi trascinare, anche se ciò è comprensibile avvenga, di posizioni politiche nazionali.

Ci aiuta in questo anche una importante occasione: il 31 gennaio 2013, ricorrono i 50anni della promulgazione dello Statuto di Autonomia.

Può essere uno stimolo a pensare.


per Comitato per l'Autonomia
ed il Rilancio del Friuli

il coordinatore Roberto Dominici


Udine, 2 agosto 2012

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