lunedì 6 agosto 2012

LA SPECIALITA' NON E' SOLO FATTO ECONOMICO



La specialità
non è solo fatto economico

(…) Non sarà molto difficile, minare il nucleo della specialità della Sardegna e del Friuli abrogando la tutela delle loro lingue, se non entrerà in testa ai parlamentari espressi da queste due nazionalità che quello della discriminazione linguistica è solo un grimaldello.(…)
Gianfranco Pintore


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COMUNICATO STAMPA
del
COMITATO PER L’AUTONOMIA
E IL RILANCIO DEL FRIULI

La questione della tutela della lingua friulana è primaria per il mantenimento della autonomia speciale.
E’ notizia recente il numero delle pre-iscrizioni, per il prossimo anno scolastico, all’insegnamento della lingua friulana nelle scuole dei Comuni friulanofoni. Ben 39.236 gli alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado hanno richiesto l’insegnamento della lingua di minoranza. Quasi novemila alunni in più, ossia più del 29%, rispetto allo scorso anno. Se poi entriamo nel merito del monitoraggio elaborato dalla Direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale scopriamo che ben il 74% degli iscritti nella Provincia di Udine, il 55% nella Provincia di Gorizia e il 57% nella Provincia di Pordenone vogliono studiare a scuola il Friulano.
Dati positivi ed eclatanti che dovrebbero far riflettere il mondo politico regionale soprattutto in un momento in cui l’autonomia speciale della nostra regione è sotto attacco da parte del Governo Monti e delle Regioni a statuto ordinario.
Governo Monti che nel provvedimento legislativo sulla revisione della spesa pubblica, appena approvato dal Senato e in attesa dell’approvazione alla Camera, relativamente alla “Razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione scolastica" ha pesantemente penalizzato l’organizzazione scolastica dei Comuni friulanofoni considerando “aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche" solo “quelle nella quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera
Cosa significa per il Ministero l’aberrazione linguistica, storica e giuridica “lingua madre straniera”?
Nella relazione tecnica che accompagna il decreto legge del 6 luglio si spiega testualmente <<L’interpretazione della norma si rende opportuna perché alcune Regioni estendono il significato di “specificità linguistica” anche a territori dove si parla un particolare dialetto utizzando la legge 482/1999 relativo alle norme di tutela delle minoranze linguistiche storiche tra cui il friulano, l’occitano e il sardo>>.
Una locuzione (lingua madre straniera) e una sua successiva interpretazione (relazione tecnica) che violano palesemente la Costituzione italiana (art. 6), la L. 482/1999 che tutela e riconosce 12 lingue senza alcuna discriminazione, e anche tutta la normativa europea relativa alla tutela della minoranze linguistiche. L’antica distinzione tra “minoranze con Stato” e “minoranze senza Stato”, non solo non esiste nella nostra carta Costituzionale e nella legge 482/99, oltre che nelle norme europee di tutela, ma ormai è stata superata da molti anni anche sul piano dottrinale sia in Italia che a livello internazionale, incluso l’ONU.
Siamo dunque in presenza di un pesantissimo attacco palesemente incostituzionale alla tutela della lingua friulana.
Quale la reazione dei politici regionali?
Debole e insufficiente. E soprattutto non unitaria. Quasi fosse una questione di poco conto.
Invece è per la nostra Regione una questione primaria perché legata al riconoscimento della autonomia speciale della nostra regione che oggi ha come unica motivazione la presenza in Regione di consistenti minoranze linguistiche storiche riconosciute.
Una battaglia che avrebbe dovuto vedere i Parlamentari regionali fare lobby e non invece disperdersi su più fronti con il risultato di un fallimento annunciato, come poi si sta puntualmente verificando. Ben altro impatto ha invece una azione corale di protesta.
I Parlamentari regionali, e friulani in particolare, si diano dunque da fare affinchè la questione in esame venga risolta positivamente. E se in sede parlamentare non si dovesse arrivare ad un risultato positivo, si solleciti e si spinga la Giunta regionale di Renzo Tondo a ricorrere alla Corte Costituzionale. La incostituzionalità è palese,  ma serve una sentenza della Consulta per ristabilire la legalità costituzionale violata dal Governo di Mario Monti a danni dei sardi, friulani e occitani.
Ma oltre a questa grave questione c’è ne sono altre due molto importanti.
La prima questione è il taglio operato dal Governo Monti, con la finanziaria, ai fondi per la legge statale sulle minoranze linguistiche: un riduzione che nei fatti paralizza l’attuazione della L. 482/99. Una legge di tutela priva o quasi di finanziamenti, cosa può tutelare? E’ solo una legge formale svuotata nella sua applicabilità.
La seconda questione, altrettanto importante, è l’attuazione della legge regionale 29/2007. Una legge che fa moltissima fatica a decollare e che solo dopo quattro anni inizia a vedere qualche piccola attuazione. Mancano infatti ancora molti Regolamenti attuativi e anche il Regolamento relativo alla scuola, pur tra molte polemiche spesso giustificate, ha dovuto attendere ben quattro anni per vedere la luce. Ora speriamo che il prossimo anno scolastico 2012/2013, sebbene in maniera ancora parziale, sia finalmente l’anno buono per l’avvio dell’insegnamento curriculare della lingua friulana.
per Comitato per l'Autonomia
ed il Rilancio del Friuli
Roberta Michieli
Udine, 3 agosto 2012

3 commenti:

  1. Il Comunicato stampa del "Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli" è stato pubblicato in prima pagina ( e "continua" in penultima pagina) sul quotidiano IL GAZZETTINO di Udine sabato 4 agosto 2012.

    Il "Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli", ringrazia la Redazione del "IL GAZZETTINO - Ud" per l'ottima evidenza mediatica data al nostro Comunicato stampa.

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  2. Anche la Camera oggi ha approvato la legge “spending review" senza rettificare l'ORRORE palesemente incostituzionale:

    "aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche" solo “quelle nella quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera"

    Se la Giunta Tondo vuole veramente tutelare l'autonomia speciale della nostra Regione, non può non proporre ricorso alla Corte Costituzionale contro questo "ORRORE" !

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  3. DAL SITO INTERNET DEL SETTIMANALE “LA VITA CATTOLICA”

    http://www.lavitacattolica.it/arcidiocesi_di_udine___il_portale/archivio_notizie/00007113_Scuola__19_autonomie_in_meno._Colpa_del_friulano_discriminato.html


    Altri tagli alla scuola. Colpa del friulano discriminato.

    Già predisposto il piano di dimensionamento regionale:19 autonomie in meno,ma ci si prepara anche a presentare ricorso alla Corte Costituzionale

    UDINE (6 agosto, ore 15.30) -

    19 autonomie scolastiche in meno. Questo sarebbe l’effetto del decreto sulla revisione sulla rete scolastica del Friuli-Venezia Giulia per l’anno scolastico 2013-14, a causa dell’eliminazione del friulano come lingua minoritaria che consente di derogare ai criteri ministeriali.

    Dopo il taglio di 10 autonomie previsto per l’anno che comincerà tra un mese, la Giunta regionale, per cercare di non penalizzare oltremisura il sistema formativo, ha deciso di alzare da 400 a 600 il numero minimo di alunni per ottenere un'autonomia scolastica effettiva, ovvero con un dirigente e un direttore amministrativo. Il limite si abbassa a 400 per i territori montani.

    Il provvedimento interesserà soprattutto le scuole superiori, spiega l’assessore regionale all’istruzione, Roberto Molinaro, assicurando che si cercherà di garantire un dirigente in tutti centri scolastici.

    Il provvedimento della Giunta regionale ora passerà agli enti locali per i pareri e le proposte del territorio.

    Molinaro conferma però che le Regione presenterà ricorso alla Corte Costituzionale per la discriminazione della lingua friulana non appena il decreto sulla spending review verrà convertito in legge.

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