IN SPIETE DEL FESTIVAL
LIET INTERNATIONAL
(Sabide il 19 di Novembar)
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INVÎT
“LA MÊ LENGHE E SUNE IL ROCK
E NO DOME CHEL….”
Presentazion dal libri di Marco Stolfo su la musiche in lenghe di minorance in Europe.
VINARS AI 18 DI NOVEMBAR
UDIN – alis cinc intal dopomisdì (H. 17.00) - Sale Fantoni – Teatri Giovanni da Udine
Marco Stolfo, La mê lenghe e sune il rock (e no dome chel). Friûl, Europe, Udine, Informazione friulana, 2011
IL FRIULANO: UNA LINGUA ROCK (E NON SOLO)
Una delle manifestazioni più interessanti dell'esistenza, della resistenza e della vitalità culturale del Friuli è costituita dalla produzione musicale in lingua friulana. A partire dagli anni Settanta, con il Canzoniere popolare di Aiello, il Canzoniere Friulano, il Povolâr Ensemble e la Sedon Salvadie, emergono nuove modalità di utilizzo del friulano in musica: canzone di protesta, canzone d'autore, folk revival. Le scosse del terremoto del 1976 e quelle di dimensioni planetarie del punk, della new wave, dell'hip hop e del crollo del muro di Berlino fanno il resto: nel 1980 comincia a trasmettere Onde Furlane, emittente radiofonica che è fortemente friulana e altrettanto musicale, qualche anno più tardi nasce il 'Premi Friûl' e nel 1989 esce Usmis, la «riviste par gnovis culturis furlanis e planetariis», attorno alla quale si coagula l'unico movimento controculturale originale nato all'interno della cultura friulana dopo gli anni della contestazione.
Nel frattempo arrivano Lino Straulino, i Fûrclap, i Mitili FLK, gli Inzirli, che dimostrano che è possibile usare il friulano per cantare con tutto e di tutto. Da allora si inizia a parlare di «gnove musiche furlane»: un fermento di creatività in lingua friulana che prosegue ancora oggi, tra l'agropunk in continua evoluzione degli Arbe Garbe e l'hip hop di DLH Posse e Carnicats, la canzone d'autore declinata con stili e attitudini diverse da Luigi Maieron, Aldo Giavitto, Ennio Zampa, Loris Vescovo e Renzo Stefanutti, le rime e le vibes di DJ Tubet e R-esistence in Dub, il jazz da esportazione di Glauco Venier e il rock variamente ruspante, contaminato e furioso di Bande Tzingare, Luna e un Quarto, Orchestra Cortile, Ulisse e i Ciclopi e Mig 29 over Disneyland.
NON SOLO FRIULI, NON SOLO FRIULANO, NON SOLO MUSICA
Marco Stolfo, con un approccio multidisciplinare che abbraccia anche storia, politica, società, diritti linguistici, letteratura e tutela delle minoranze, raccoglie dati, informazioni, riferimenti e testimonianze e ripercorre le origini e lo sviluppo di questa situazione in movimento. Il risultato è un quadro multicolore nel quale non trova posto solo la musica contemporanea in friulano, ma anche il Friuli sloveno e germanico e le espressioni musicali, dagli anni Sessanta ad oggi, di una serie di altre minoranze e nazionalità europee, dall'Occitania alla Sardegna, dal Paese Basco alla Corsica, da Galles e Scozia a Frisia e Paesi Catalani, dai Sami del circolo polare artico a Grecanici e Albanesi dell'Italia meridionale.
Un complesso di lingue, ritmi e suoni che comprende la «nova cançó catalana» e il punk celtico, la rilettura moderna del joik - il canto tradizonale della Lapponia – e il «rock radikal» basco, il raggamuffin occitano dei Massilia Sound System e il rock bravù della Galizia, le polifonie corse e il pop tropicalista ladino, in cui si specchiano affermazioni di identità, rivendicazioni di diritti, ricononoscimento e tutela, istanze di autogoverno e azioni positive di normalizzazione linguistica.
Un libro che in base ad ascolti, letture ed interviste con musicisti, operatori e giornalisti – il bretone Alan Stivell il basco Fermin Muguruza (Kortatu, Negu Gorriak e altri progetti più recenti), il catalano Xavi Sarrià (Obrint Pas), il frisone Onno Falkena (Liet International e Omrop Frislân), il ladino Fabio Chiocchetti (direttore dell'Istituto ladino di Fassa e coinvolto personalmente nei progetti musicali Marascogn e Encresciadum), i sardi Frantziscu “Arrogalla” Medda (Bentesoi e Baska), Enzo Saporito (Keneze Neke, KNA e Tzoku) e Giacomo Serreli (giornalista di Videolina e presidente del Comitato scientifico della Fondazione “Maria Carta”), gli occitani Moussu Tatou (di Massilia Sound System e Moussu T e lei Jovents), Sergio Berardo (Lou Dalfin), Alex Rapa (Gai Saber) e Stefano Degioanni (Lou Seriol), i friulani Arbe Garbe, Lino Straulino, DJ Tubet, Giulio Venier, Leo Virgili e Alessandra Kersevan – racconta di parole, ritmi, melodie, dischi, gruppi e solisti e propone riflessioni, valutazioni e idee.
La mê lenghe e sune il rock (e no dome chel). Friûl, Europe è un libro bilingue – scritto in friulano e in italiano – pubblicato da Informazione Friulana – Radio Onde Furlane con la collaborazione diretta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia – Direzione centrale Cultura (L.R. 1/2005, art. 5, c. 131 e s.m.i.). Per saperne di più: www.ondefurlane.eu.
La prefazione è firmata da Luigi Gregoris dell'Università degli studi di Udine.
UN LIBRO DA LEGGERE E UN CD DA ASCOLTARE
Un lavoro di ricerca, documentazione e divulgazione, non solo da leggere ma anche da ascoltare. Al volume, infatti, è allegato un cd con una selezione della musica friulana più nuova e più forte e assaggi di quella cantata in sardo, sloveno, occitano, tedesco, ladino e albanese e con due anteprime. Si tratta dei brani “Ionco di lanfur” e “La Maquina Enfernala” estratti dai nuovi album di prossima pubblicazione dei friulani Pantan e degli occitani Lou Seriol.
Il Friuli friulano è rappresentato da X4U, progetto pionieristico di musica elettronica par furlan datato 1992, Mitili FLK (alle prese con “Un Soldatin” del Povolâr Ensemble: un doppio classico!), Inzirli, Croz Sclizzâz, Arbe Garbe, Kosovni Odpadki, Bande Tzingare, DLH Posse, Dek Ill Ceesa, R-esistence in Dub, Luna e un Quarto, Orchestra Cortile. C'è però spazio anche per il Friuli sloveno e germanico con i BK Evolution e il progetto Tischlbong, per il rock arbëreshe dei Peppa Marriti Band, il rock jazz ladino degli Encresciadum e i sardi Bentesoi e Askra, presenti rispettivamente con un brano in sardo dal titolo in inglese (“Born Here”) e una versione bilingue sardo-friulano di “Tu tramontis”, canzone friulana del Settecento già cavallo di battaglia di Fûrclap e Mitili FLK.
L'AUTORE
Marco Stolfo è un viaggia(u)tore babelico. Giornalista, saggista, e operatore culturale, si è laureato in Scienze politiche ed è dottore di ricerca in Storia del federalismo e dell'unità europea.
Tutela delle minoranze, politiche linguistiche, migrazioni, musica e interculturalità sono i principali temi oggetto della sua attività professionale e di ricerca. Su questi argomenti ha scritto articoli, saggi e monografie, tra cui Lingue minoritarie e unità europea. La 'Carta di Strasburgo’ del 1981 (Milano, 2005), Viaç in Europe. Ocitanie (Tumieç/Udin, 2006), Minoranze linguistiche. Radici e prospettive europee della Legge 482/1999 (Udine, 2007) e Si ses europeu, faedda in sardu. Sardigna, Itàlia, Europa (Ghilarza, 2009), e ha curato le raccolte Il Tratât di Lisbone. Argoments e documents pe integrazion europeane / Il Trattato di Lisbona. Argomenti e documenti per l'integrazione europea (Glemone/Udin, 2010) e Lenghis minoritariis e produzion audiovisive in Europe / Minority languages and audiovisual production in Europe (Udin, 2008).
In gioventù si occupato a lungo di radio e di «musica di base» (per altezza, diviso due) a Torino e in Friuli.
Il libri di Marco Stolfo, al è bielonon!
RispondiEliminaCompliments a l'autôr!
E cheste sere ducj in teatri ae serade finâl del Festivâl LIET INTERNATIONAL.
Une robe che e je di segnalâ e je che la stampe locâl - soredut il Messaggero Veneto di Udin - nol è daûr a fâ cognossi par nuie chest impuartant Festivâl european: si viôt che pal MV vê a Udin gjornaliscj di dute Europe e un Festivâl impuartanton come chest....no je une notizie impuartante! O cjapi at!
Mancul mâl che un setemanâl come la Vite Catoliche al à dât un grun di spazi al chest Festival. Grazie di cûr ae redazion de Vite Catoliche.