L'assessore regionale Alessia Rosolen vorrebbe proporre a chi di dovere un accordo di programma fra le due Università di Udine e di Trieste. Preventivamente si dovrebbe chiedere a Roma «il trasferimento dell'intera competenza del fondo ordinario statale alla Regione». O, in mancanza di questo, chiedere «il trasferimento della sola parte premiale del fondo» (quella riservata alle università più efficienti).
O, in mancanza anche di questo, realizzare appunto «un accordo di programma tra i due atenei» per razionalizzare l'offerta e i servizi. Vada come vada, la Regione ("R" come Rosolen) dovrebbe in definitiva gestire il finanziamento, totale o parziale, alle due università. questo è il punto, mentre appare all'orizzonte, di quando in quando, la prospettiva di una Regia unica ("R" come Rosolen), accentrata nelle mani che si sa.
Sono sicuro che i consiglieri friulani, eletti dai friulani perché curino gli interessi friulani, hanno aperte le menti di fronte all'ennesima dimostrazione di campanilismo ereditato dal Melone. Se anche Trieste detiene i cordoni della borsa, le università italiane in particolare quella di Udine non pare nulla disposta a vendere la sua autonomia per un pugno di euro. L'università friulana - nata dalla volontà popolare testimoniata da 125.000 firme - è per legge nazionale un'università territoriale, con suoi specifici compiti, fissati in apposito articolo di essa legge: "L'università di Udine si pone l'obiettivo di contribuire al progresso civile, sociale, alla rinascita del Friuli e di divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originari della cultura, della lingua, della tradizione e della storia del Friuli". Insomma, è un'università speciale. Per cui, ha dichiarato il suo rettore Cristina Compagno, «approcci di tipi semplicistico diventano pericolosi». Se la Rosolen si sia voluta, con questa sua uscita singolare nel senso di personale, rendere più preziosa di fronte alla platea ha sbagliato percorso. Non si possono sommare mele friulane con patate triestine.
Gianfranco D'Aronco
Presidente del Comitato
per l'autonomia
e il rilancio del Friuli
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