domenica 29 luglio 2018

LA QUESTIONE FRIULANA - COMUNICATO STAMPA del 5 luglio 2018


COMITATO PER L'AUTONOMIA 
E IL RILANCIO DEL FRIULI

COMUNICATO STAMPA
5 luglio 2018

 

LA QUESTIONE FRIULANA

Non si era mai visto che 19 consiglieri regionali giurassero in friulano. Un fatto trasversale che possiamo interpretare come segno di una identità riscoperta, in una fase storica in cui questo avviene un po' ovunque ma che è particolarmente importante per il Friuli. Forse.
Forse, poichè nei primi mesi di questa legislatura regionale appare evidente l'attenzione del presidente Fedriga per l'area triestina, dove sembrano crescere idee di una autonomia locale. Presidente che pare continuare per ora nel solco della triestinocentrica Giunta Serracchiani.
Non una parola, per ora, su come le risorse regionali, decurtate o rimpinguate che siano, debbano venir ripartite tra Friuli e Trieste, permanendo gli attuali evidentissimi squilibri.
Due esempi:
- la spesa sanitaria sulla base dei "costi standard" non è stata rispettata nella capitale regionale e Trieste ha ricevuto un rifinanziamento cospicuo per ripianare lo sforamento mentre le altre Aziende sanitarie hanno tirato la cinghia, o meglio l'hanno tirata i friulani (soprattutto carnici, quelli di qua e di là “da l'aghe”, goriziani e Basso Friuli!). Oltre al fatto che non un posto letto è stato tagliato a Trieste! Forse sarà una idea alla friulana ma, oltre che - giustamente - chiedere maggiori risorse bisognerebbe chiedere che queste siano gestite in modo uniforme sul territorio e senza sprechi (vedasi Corte dei Conti). I consiglieri friulani sapranno fare "cartello" nei confronti dei colleghi triestini, in particolare di quelli del rinnovato "fondo Trieste" ?
- l'università del Friuli ha perso un po' di posizioni nella graduatoria nazionale perché, secondo le cronache giornalistiche, è penalizzata rispetto a Trieste per le poche borse di studio a disposizione. Strano. Strano poichè l'Ente regionale per il diritto allo studio (ARDISS) che ha sostituito il vecchio ERDISU dovrebbe distribuire equamente le risorse. Dovrebbe, nel silenzio della politica friulana.
Emerge quindi con forza il tema della questione friulana: non basta un giuramento in friulano, serve la precisa volontà di rappresentare quella minoranza, quel popolo con progetti di sviluppo, di crescita economica e sociale, di difesa delle risorse in qualunque forza politica ci si riconosca.
Ovvero servirebbe la volontà di costituirsi in una forza di raccolta e rappresentanza del territorio, come succede in Scozia, in Catalogna, in Sudtirolo o in Val d'Aosta, non per una antistorica chiusura identitaria ma per il futuro del Friuli.
Questo si aspettano dalle forze politiche autonomiste votate recentemente i tanti elettori friulani che le hanno sostenute.

Per il Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli
il Presidente - Dr. Paolo Fontanelli


2 commenti:

  1. Ci sarà qualche gruppo politico che si farà carico della "QUESTIONE FRIULANA"? O dopo la Giunta "TRIESTINOCENTRICA" alla ennesima potenza di Debora Serracchiani, dovremo aspettarci una Giunta Massimiliano Fedriga altrettanto TRIESTINOCENTRICA?

    Favorire moltissimo Trieste non pare abbia portato gran fortuna (in termini elettorali!) alla ex-Presidente Debora Serracchiani…..

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  2. Il Comunicato stampa è stato pubblicato il 12 luglio 2018 sul settimanale "La Vita Cattolica" con il titolo "La questione friulana tra giuramento e decisioni", nella pagina delle lettere dei lettori.

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