UDINE
"CITTA'
DEI TEATRI"
FINALMENTE
UNA
BUONA IDEA!
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Ci
vuole un
"Teatri
nazionâl furlan"
di
Roberta Michieli
Ho
letto con piacere che il Politeama Rossetti ha rinunciato ai sogni di
gloria, ossia a formulare la richiesta a Roma di diventare “teatro
nazionale”. Sogno di gloria che – debiti
milionari permettendo - non avrebbe potuto “giocare
in casa” ma obbligatoriamente avrebbe dovuto passare attraverso la
cancellazione per fusione del teatro stabile udinese CSS (Centro Servizi e Spettacoli) e
l'Accademia Nico Pepe, pure di Udine.
Con
ancor maggior piacere ho letto la “tardiva” proposta di Honsell e
del suo giovanissimo assessore alla cultura (entrambi grandi fautori
della fusione CSS/Politeama Rossetti!) di creare un forte circuito
teatrale udinese trasformando così Udine nella “città dei
teatri”. Proposta che avrebbe dovuto essere subito
scelta dalla Giunta Comunale di Udine invece di inseguire assurdi
“sogni regionali” triestinocentrici.
Incredibile
poi che il consigliere
regionale friulano Alessandro Colautti, dopo
essersi “preoccupato” (sic!) per i debiti milionari del Rossetti,
metta da parte il buon senso e
gli impegnativi vincoli posti dall'art. 10 della legge statale che
crea il Teatro nazionale, e richieda a gran voce la
fusione tra Css e Rossetti e l'istituzione in regione di un teatro
nazionale. Se solo pochissime (e solamente le più grandi!) realtà
teatrali italiane faranno richiesta per diventare teatri nazionali,
un motivo evidentemente c'è anche se ciò pare sfuggire a Colautti.
Mi
risulta poi che non una parola venga spesa da Alessandro Colautti per
il “teatri
nazionâl furlan”. Forse è meno meritevole delle
sue attenzioni politiche del teatro stabile triestino Politeama
Rossetti? Com'è che la politica friulana dimentica sistematicamente
il teatro in lingua friulana, lingua quest'ultima parlata da oltre
600 mila cittadini di questa regione, oltre che tutelata ai sensi
degli articoli 3 e 6 della Costituzione italiana?
Evidentemente
sul piano politico è considerato molto più progressista e
benemerito salvare un teatro triestino che nel 2012 ha rischiato la
“liquidazione coatta” (ossia la sua chiusura!) e che ha oltre due
milioni di debito patrimoniale, che valorizzare le eccellenze
teatrali udinesi e friulane senza svenderle a Trieste e operare a
favore della tutela della minoranza linguistica friulana!
Roberta
Michieli - Tavagnacco
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La lettera a firma di Roberta
Michieli è stata pubblicata sul settimanale della Arcidiocesi di
Udine, La Vita Cattolica,
giovedì 27 novembre 2014 con il titolo “Ci vuole un Teatri
nazionâl furlan”.
"Se solo pochissime (e solamente le più grandi!) realtà teatrali italiane faranno richiesta per diventare teatri nazionali, un motivo evidentemente c'è anche se ciò pare sfuggire a Colautti"
RispondiEliminaMa questo motivo pare sfuggire anche alla Accademia Nico Pepe che in un suo "lirico" documento di questi ultimi giorni, manifesta tutto il suo dispiacere perché il "sogno" di un teatro nazionale non si è realizzato in regione.
Ma prima di appoggiare la follia di un "teatro nazionale" in regione, chi presiede l'accademia Nico Pepe aveva letto l'art. 10 della legge nazionale che istituisce il teatro nazionale? Una cosa è recitare sul palcoscenico e sognare la luna nel pozzo, altro fare i conti con le norme di legge .....
E i debiti milionari del teatro stabile Rossetti? Un piccolo particolare trascurabile?