sabato 6 dicembre 2014

UDINE "CITTA' DEI TEATRI" - FINALMENTE UNA BUONA IDEA!



UDINE

"CITTA' DEI TEATRI"

FINALMENTE

UNA BUONA IDEA!

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Ci vuole un

"Teatri nazionâl furlan"
 
di
 
Roberta Michieli


Ho letto con piacere che il Politeama Rossetti ha rinunciato ai sogni di gloria, ossia a formulare la richiesta a Roma di diventare “teatro nazionale”. Sogno di gloria che – debiti milionari permettendo - non avrebbe potuto “giocare in casa” ma obbligatoriamente avrebbe dovuto passare attraverso la cancellazione per fusione del teatro stabile udinese CSS (Centro Servizi e Spettacoli) e l'Accademia Nico Pepe, pure di Udine.

Con ancor maggior piacere ho letto la “tardiva” proposta di Honsell e del suo giovanissimo assessore alla cultura (entrambi grandi fautori della fusione CSS/Politeama Rossetti!) di creare un forte circuito teatrale udinese trasformando così Udine nella “città dei teatri”. Proposta che avrebbe dovuto essere subito scelta dalla Giunta Comunale di Udine invece di inseguire assurdi “sogni regionali” triestinocentrici.

Incredibile poi che il consigliere regionale friulano Alessandro Colautti, dopo essersi “preoccupato” (sic!) per i debiti milionari del Rossetti, metta da parte il buon senso e gli impegnativi vincoli posti dall'art. 10 della legge statale che crea il Teatro nazionale, e richieda a gran voce la fusione tra Css e Rossetti e l'istituzione in regione di un teatro nazionale. Se solo pochissime (e solamente le più grandi!) realtà teatrali italiane faranno richiesta per diventare teatri nazionali, un motivo evidentemente c'è anche se ciò pare sfuggire a Colautti.

Mi risulta poi che non una parola venga spesa da Alessandro Colautti per il “teatri nazionâl furlan”. Forse è meno meritevole delle sue attenzioni politiche del teatro stabile triestino Politeama Rossetti? Com'è che la politica friulana dimentica sistematicamente il teatro in lingua friulana, lingua quest'ultima parlata da oltre 600 mila cittadini di questa regione, oltre che tutelata ai sensi degli articoli 3 e 6 della Costituzione italiana?

Evidentemente sul piano politico è considerato molto più progressista e benemerito salvare un teatro triestino che nel 2012 ha rischiato la “liquidazione coatta” (ossia la sua chiusura!) e che ha oltre due milioni di debito patrimoniale, che valorizzare le eccellenze teatrali udinesi e friulane senza svenderle a Trieste e operare a favore della tutela della minoranza linguistica friulana!

Roberta Michieli - Tavagnacco

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La lettera a firma di Roberta Michieli è stata pubblicata sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, La Vita Cattolica, giovedì 27 novembre 2014 con il titolo “Ci vuole un Teatri nazionâl furlan”.
 
 
 

1 commento:

  1. "Se solo pochissime (e solamente le più grandi!) realtà teatrali italiane faranno richiesta per diventare teatri nazionali, un motivo evidentemente c'è anche se ciò pare sfuggire a Colautti"

    Ma questo motivo pare sfuggire anche alla Accademia Nico Pepe che in un suo "lirico" documento di questi ultimi giorni, manifesta tutto il suo dispiacere perché il "sogno" di un teatro nazionale non si è realizzato in regione.

    Ma prima di appoggiare la follia di un "teatro nazionale" in regione, chi presiede l'accademia Nico Pepe aveva letto l'art. 10 della legge nazionale che istituisce il teatro nazionale? Una cosa è recitare sul palcoscenico e sognare la luna nel pozzo, altro fare i conti con le norme di legge .....

    E i debiti milionari del teatro stabile Rossetti? Un piccolo particolare trascurabile?

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