Casa
editrice
E TUTELA
LINGUA FRIULANA
di
Remo Brunetti
di
Remo Brunetti
Ho
letto su un articolo pubblicato in questi ultimi giorni sul Piccolo
di Trieste, dapprima sbalordito e poi molto preoccupato, la
richiesta che il consigliere regionale cividalese Novelli
ha rivolto ufficialmente all'Assessore regionale alla cultura
Torrenti di cancellare il piccolo finanziamento di 20 mila euro
concesso dalla Regione alla Casa editrice Kappa Vu per l'editoria in
lingua friulana.
Il
motivo della richiesta di cancellazione? Dall'articolo risulta che
Novelli abbia posto a Torrenti il quesito se “ è corretto che la
Regione finanzi chi nega la Shoah”. Pare che la Shoah cui fa
riferimento Novelli non sia quella effettuata dalla Germania nazista,
ma quella effettuata dalla Jugoslavia.
La
colpa di Kappa Vu? Di aver messo in discussione le reali dimensioni di
queste atrocità anche perciò che riguarda le Foibe. Capisco che
ogni scusa sia buona pur di togliere finanziamenti all’editoria e
alla lingua friulana. Tuttavia inviterei il consigliere alla lettura
del rapporto della commissione di storici italo slovena istituita dai
ministeri degli esteri di questi paesi nel 1993 e pubblicata dal
“Piccolo” nell’aprile del 2001, prima di fare simili
affermazioni.
Per
quanto riguarda la lingua friulana, Novelli
pare ignori le tante pubblicazioni di grande spessore qualitativo
pubblicate dalla Kappa Vu in lingua friulana.
Mai
sentito parlare della ottima collana “La
Comugne”?
Mai letto “L'Infier”
di Dante Alighieri
tradotto in lingua friulana da Pierluigi Visintin? Mai saputo della
Odissea
di Omero edita dalla Kappa Vu
di Udine nella traduzione in friulano,
direttamente dal greco, da Perluigi Visintin e Alessandro Carrozzo?
Un'opera
splendida che solo una casa editrice coraggiosa avrebbe pubblicato
stante il basso numero di Friulani che sanno leggere la loro lingua.
Quello
che inoltre mi preoccupa è la risposta data dall'Assessore regionale
alla cultura Torrenti, che da buon triestino sa che per fare carriera
politica a Trieste è indispensabile tener conto della forte presenza
in questa città di figli e nipoti di esuli istriani. Mi chiedo però
se può un assessore regionale alla cultura ignorare il
ruolo fondamentale che la casa editrice KappaVu ha fino ad ora svolto
a favore della editoria in lingua Friulana e se conosce le importanti
ricerche storiche sull'ebraismo in Friuli pubblicate da questa casa
editrice, ricerche storiche presentate e apprezzate anche in
Israele.
O
forse Torrenti ignora tutto ciò? E allora è meglio si dimetta da
assessore regionale alla cultura.
Remo
Brunetti
Lettera inviata alla stampa locale a firma di Remo Brunetti in data 6 dicembre 2014
......................
La Casa editrice Kappa Vu non risulta abbia negato il fenomeno della "resa dei conti" sul confine orientale alla fine della seconda guerra mondiale, e ancor meno risulta abbia negato le foibe. Risulta invece che abbia effettuato su questi temi così tanto controversi e strumentalizzati, ricerca storica basata su documenti e fonti poi resi pubblici nei libri pubblicati dalla Kappa Vu.
RispondiEliminaL'Italia è ancora un paese democratico dove esiste la libertà di stampa e di ricerca storica?
Di seguito la lettera inviata in data 1 dicembre 2014 all'assessore regionale alla cultura Torrenti e alla Presidente Serracchiani dagli storici che hanno pubblicato con la Casa editrice Kappa Vu:
"Lettera aperta all'Assessore alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Gianni Torrenti
P.c.
Alla Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani
Agli organi di informazione
Gentile Assessore
Le scriviamo come storici che hanno pubblicato con la casa editrice KappaVu di Udine.
Leggiamo che Lei avrebbe dichiarato alla stampa (Il Piccolo, 29.11.2014) che la KappaVu in quanto tale, e quindi tutti i suoi autori di testi storici, negherebbe la drammatica vicenda della resa dei conti (“nega radicalmente la portata storica della vicenda”) avvenuta alla fine della guerra (impropriamente definita vicenda delle foibe) e sosterrebbe idee non condivisibili.
Se tali affermazioni risultassero vere sarebbero da un lato assurde – com'è infatti possibile negare la portata storica di un vicenda che è argomento quasi quotidiano di dibattito e strumentalizzazioni politiche da ormai 70 anni – e dall'altro mistificanti e offensive. Questo perché, al di la della inaccettabile riduzione dell'attività editoriale in campo storico della KappaVu al solo tema della resa dei conti alla fine della guerra, quello che portiamo avanti nei testi che pubblichiamo non sono idee, condivisibili o meno, bensì ricerca storica. La quale si occupa di ricostruire le vicende storiche collocandole nel loro tempo e contesto sulla base del maggior numero possibile di fonti prodotte dal maggior numero possibile di soggetti coinvolti.
Naturalmente riteniamo che le nostre ricerche possano e debbano essere discusse, ma non in base a preconcetti, stereotipi ed “idee”, bensì sulla base delle fonti.
Siamo perciò disponibilissimi a un pubblico dibattito storiografico sulle vicende in questione e auspichiamo che il suo Assessorato voglia prendere l'iniziativa di promuoverlo.
Distinti saluti.
Trieste, 1 dicembre 2014
Seguono 20 firme"
UN DUBBIO:
RispondiEliminache l'assessore regionale alla Cultura Torrenti conosca esclusivamente la realtà culturale triestina e che sia stato nominato assessore regionale alla cultura dalla Presidente Serracchiani, a esclusivo presidio della realtà culturale di Trieste?
Come spiegarsi altrimenti il fatto che Torrenti conosca esclusivamente la Società Filologica Friulana e ignori tutte le altre fondamentali e importantissime realtà che operano a favore della tutela della minoranza linguistica friulana?
La lettera a firma di Remo Brunetti e inviata a quotidiani locali, non ci risulta - al 30 dicembre 2014 - essere stata pubblicata.
RispondiEliminaLe lettere "scomode" meglio ignorarle?