martedì 18 settembre 2012

PROVINCE - FRIULI E TRIESTE E' L'UNICA SOLUZIONE - INTERVISTA A GIANFRANCO D'ARONCO

province:
friuli e trieste
E’ L’UNICA SOLUZIONE

Intervista a
Gianfranco D’Aronco

Tutte le regioni del nord - tranne Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta - unite in un'unica macroregione, prendendo come riferimento lo statuto del Friuli-Venezia Giulia. È la proposta emersa lunedì 10 settembre a Verona, nel corso della riunione dei gruppi regionali del Pdl del Nord, presente anche il presidente Tondo.
Che cosa pensa di questa proposta Gianfranco D'Aronco, tra i padri dell'autonomismo friulano?

«
Vede, c'è chi vende mele, chi scarpe, chi profumi, chi orologi e via dicendo. I politici furbi - quelli di mestiere, di ruolo, in pianta stabile insomma (e sono i più, mentre quelli di valore sono i meno) - i politici vendono parole. Non bastava l'Euroregione di vecchia data: una specie di araba fenice, "che ci sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa". Adesso nascerebbe un'altra ("unica"!) macroregione, con un pò di Nord-Italia. Lusinghiero per noi che si parli di prendere a modello, per certe materie, il Friuli-Venezia Giulia. Ma vien da esprimere le più alte meraviglie, perché i governanti di casa nostra, dico di una Regione a statuto speciale o particolare, confermano di essere avviati non da oggi lungo una strada che ci porterà un pò alla volta a una Regione normale. Mentre un giorno sì e un giorno no dicono ("parole, parole"...) di difendere la specialità, la portano alla estinzione. Nessuna novità.

I nostri soloni non sono autonomisti: lo ha affermato tempo fa il primo di loro. Fingono di dimenticarsi, ma noi siamo una Regione a statuto speciale, esattamente come Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta. Sennonché siamo retti da centralisti».

Quanto ne uscirebbe penalizzata la Regione Friuli-V.G. se la proposta divenisse realtà?

«Ci troveremo senza accorgerci nel gran calderone dell'Italia non unita, ma uniformata, con Roma eterna che parla ogni tanto di federalismo, mentre rafforza il centralismo. An­che l'immediato plauso ad abolire le Province (superando le più rosee speranze dei Sette Colli), subito espresso da troppi nostri "sorestants", nasconde il chiaro fine di concentrare tutto a Trieste, eliminando scomodi intermediari, e di raggiungere così direttamente Comuni e comunelli, accentuandone la dipendenza.

Udine, Gorizia e Pordenone avevano un certo peso, soprattutto se fossero state messe in grado di decentrare, come imposto senza il minimo dubbio dalla Costituzione e dal nostro stesso Statuto. Fra Trieste (eccentrica, egocentrica, campanilistica) e i Comuni ci sarà, ripeto, un rapporto diretto, con relativo aumento burocratico. Ma forse non sarà così. Forse si tratterà solo di cambiare le tabelle sui portoni, e le Province si chiameranno con surrogati come Area Vasta o simili, mentre le spese non diminuiranno. I dipendenti non si possono mica mandare a casa, né trasferirli in blocco a piazza Unità.

In realtà, gli eletti in Provincia costavano poco. Udine, Pordenone e Gorizia non meritano una passata di spugna, con il contentino che i Comuni si possono aggregare a volontà (guardando al futuro, riesumiamo i Mandamenti? O i Circondari?). Anche le immagini hanno un loro peso: le Province non sono tutte nate ieri senza un criterio, e la loro conduzione non è come a Catania».

Il tema della salvaguardia della specialità sarà al centro della prossima campagna elettorale. Che cosa direbbe, in merito, ai candidati alla presidenza della Regione e ai suoi rappresentanti a Roma?

«Sono un friulano qualunque. Ho insegnato sì, ma faccio politica per così dire a tavolino, con modesto ascolto. Non sono fatto per i comizi e le aule. Mi guardo bene dal dare consigli, specie ad alcuni ripetenti (in senso etimologico), mentre ai novelli aspiranti direi di guardarsi dentro ben bene e di non vendere parole. Ce ne sarà qualcuno di buono, no? Seguano i buoni esempi e fuggano dalle cattive compagnie».

Quanto alla riforma degli enti locali, che cosa pensa della proposta di due enti di area vasta, uno per la Venezia Giulia e uno per il Friuli, al posto delle attuali 4 Province?

«Quella cui lei accenna è l'unica soluzione ragionevole: il resto è fatto di rammendi. La nostra amata Regione è composta (sì o no?) di Friuli e di Venezia Giulia (che è poi Trieste). Pordenone e Gorizia non sono forse in Friuli? Dove se non in Friuli? Forse in Groenlandia? Passiamo dunque dalle parole ai fatti: il Friuli da una parte (Provincia, Area Vasta o Vattelapesca) e Trieste città metropolitana, multietnica, poliedrica e campanilistica.

La Regione resta unica, ma ci sarebbero due Sottoregioni: il che è poi dal 1945 il sogno mio e di tanti altri, seguaci non dimentichi di Tiziano Tessitori».

erika adami
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L’intervista al Prof. Gianfranco D’Aronco è stata pubblicata, a firma della giornalista Erika Adami, giovedì 13 settembre 2012 sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA.

1 commento:

  1. Il Prof. Gianfranco D'Aronco è il Presidente del "Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli".

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