mercoledì 18 aprile 2012

"LA CARTA EUROPEA? SI, ANZI NO !" di Marco STOLFO



La Carta europea?

Sì, anzi no

di

Marco Stolfo



Lo scorso 9 marzo sul sito internet della Presidenza del Consiglio si poteva leggere quanto segue: «Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e del Ministro per gli affari regionali, ha ratificato la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie».

Una notizia troppo bella per essere vera. E infatti non lo è, come è sembrato evidente a qualcuno sin dal primo momento – per esempio a chi scrive, sulla base di qualche nozione tecnica e avendo memoria del fatto che la ratifica della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali è avvenuta in seguito all'approvazione di un'apposita legge, la 302/1997 – e come è emerso in maniera formale settantadue ore più tardi con la precisazione pubblicata su http://www.governo.it/.

Più modestamente, perché altro non avrebbe potuto fare, l'esecutivo ha approvato un disegno di legge (ddl) che ha come oggetto la ratifica di quella convenzione adottata quasi vent'anni fa dal Consiglio d'Europa e firmata dall'Italia nel 2000. Eppure per almeno tre giorni – ma ancora più a lungo, a leggere certe dichiarazioni pubbliche di comprensibili (e in teoria condivisibili) felicitazioni «per l'avvenuta ratifica della Carta» – è sembrato che anche l'Italia fosse entrata per davvero tra quegli stati formalmente impegnati a rispettare almeno i minimi standard di tutela definiti in Europa.

In attesa di vedere quale sarà l'esito dell'iter parlamentare del ddl governativo, si può considerare sin d'ora la vicenda della presunta e inesistente ratifica come esemplare: sia di un diffuso pressapochismo, tra istituzioni e media, che ha caratteri generali e abbraccia in particolare minoranze e tutela, sia di un certo ottimismo “a prescindere” espresso da esponenti del mondo delle comunità la cui lingua è diversa e distinta dall'italiano.

A monte c'è la evidente imprecisione di chi ha redatto, senza controllare (o senza capire?), la nota ufficiale riguardante la seduta del Consiglio dei Ministri, alla quale ha fatto seguito la diffusione della notizia, in prevalenza senza verifiche e approfondimenti, forse per l'autorevolezza della fonte: dal Friuli alla Sardegna, dal Piemonte al Trentino-SüdTirol, i media che se ne sono occcupati lo hanno fatto in netta prevalenza riprendendo il comunicato governativo – considerata l'autorevolezza della fonte... – e talvolta con ulteriori imprecisioni.

Su alcuni quotidiani, infatti, sono uscite indicazioni riguardanti la possibilità, presunta discendente dalla inesistente ratifica, di insegnamento e uso delle lingue nelle scuole, di utilizzo nella pubblica amministrazione, nelle circoscrizioni giudiziarie e nei media, nonché di promozione di specifiche attività culturali. In realtà quelle indicate non sono possibilità derivanti dai (presunti) nuovi impegni assunti con la presunta ratifica, bensì è quanto è previsto – e nonostante ciò solo parzialmente attuato – da una legge dello stato, in vigore da più di un decennio: la Legge 482/1999.

La differenza tra i contenuti delle norme di tutela e la loro assai parziale e limitata applicazione è la ragione per cui in molti, in buona fede, hanno mostrato di credere all'inesistente ratifica. Anche perché in passato a Roma proprio la sua assenza è stata tirata in ballo, senza alcun fondamento giuridico ma con un certo successo concreto, come causa della mancata realizzazione di quanto sancito dalla 482, per esempio in merito alle garanzie di presenza delle lingue delle minoranze linguistiche storiche all'interno del servizio pubblico radiotelevisivo.

Al momento di andare in stampa non disponiamo ancora del testo del disegno di legge e pertanto non è possibile approfondirne i contenuti. A quanto sembra, il ddl non dovrebbe discostarsi nella sostanza da quello presentato alle Camere dal governo Prodi nel 2007, richiamandosi così a quanto è già previsto nella Legge 482/1999.

Si possono comunque trarre ancora alcune considerazioni su quanto è avvenuto.

La prima riguarda chi è contro la tutela delle minoranze linguistiche, che ha colto l'occasione della notizia dell'inesistente ratifica per manifestare nuovamente le proprie posizioni in merito.

La seconda, invece, si riferisce alla decisione del Consiglio dei ministri di riprendere in mano la questione “Carta europea”: un'iniziativa che può essere valutata in maniera positiva, come una manifestazione di attenzione nei confronti delle minoranze e della loro tutela, la quale tuttavia non fa venire meno l'impatto negativo che avranno i nuovi dolorosi tagli ai già decurtati fondi dedicati all'attuazione della Legge 482/1999, di cui abbiamo già riferito su queste pagine. Proprio a questo proposito, infine, il sostanziale silenzio che ha accompagnato un mese e mezzo fa questa operazione diventa ancor più assordante rispetto alle tante fragorose dichiarazioni di plauso per un'«avvenuta ratifica» che non c'è stata e che ad oggi non c'è.

Marco Stolfo

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L’articolo a firma del dr. Marco Stolfo è stato pubblicato sul mensile della minoranza linguistica occitana “OUSITANIO VIVO”, marzo 2012


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