mercoledì 14 dicembre 2011

MINORANZE LINGUISTICHE STORICHE, TRA PREGIUDIZI E IGNORANZA.




MINORANZE LINGUISTICHE STORICHE,

TRA PREGIUDIZI E IGNORANZA


I tempi ristretti in cui lavora e lo spazio limitato di cui dispone inducono a volte il giornalista alla superficialità. Sulla questione delle minoranze linguistiche e della loro tutela – una problematica tanto complessa quanto poco conosciuta – ci si imbatte di frequente, purtroppo, anche nel pregiudizio.

Nell'inchiesta sugli sprechi davvero impressionanti della politica di Emiliano Fittipaldi sul settimanale Espresso viene sferrato un duro attacco a quelle che definisce cosiddette minoranze linguistiche storiche”. (...)

Ciò che il giornalista tralascia di dire, perchè evidentemente ignora, è che si tratta di fondi pubblici, previsti dalla legge 482, che tutela le 12 minoranze linguistiche storiche in 960 comuni in Italia, in attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e di Convenzioni internazionali ratificate dal nostro paese.

Il diritto all'uso della propria lingua è un diritto naturale della persona, un diritto che precede lo Stato. Lo Stato italiano tutela con apposite norme le lingue minoritarie e lo fanno anche molti altri paesi in Europa dove sono milioni le persone la cui lingua madre è diversa da quella ufficiale dello stato in cui vivono. È una questione di democrazia consentire anche a queste persone di esprimersi in lingue sfavorite socialmente.(...)

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pubblicato su "Novi Matajur" il 30 novembre 2011



In margine all’indagine sugli sprechi
CON L’ACQUA SPORCA VIA ANCHE IL BAMBINO

I tempi ristretti in cui lavora e lo spazio limitato di cui dispone inducono a volte il giornalista alla superficialità. Sulla questione delle minoranze linguistiche e della loro tutela – una problematica tanto complessa quanto poco conosciuta – ci si imbatte di frequente, purtroppo, anche nel pregiudizio.

Nell'inchiesta sugli sprechi davvero impressionanti della politica di Emiliano Fittipaldi sul settimanale Espresso viene sferrato un duro attacco a quelle che definisce “cosiddette minoranze linguistiche storiche”.

Nel 2010, scrive il giornale, sono stati spesi per la difesa delle lingue minoritarie 5,6 milioni di euro ai quali vanno aggiunti anche i finanziamenti regionali; è l'esempio della Sardegna che ha attivato sportelli linguistici e prevede “corsi di formazione per quei dipendenti comunali che conoscano, ignoranti, solo l'italiano”. Nel bilancio del 2010 ci sono anche 46 mila euro per il “comitato istituzionale paritetico per i problemi delle minoranze slovene”.

Ciò che il giornalista tralascia di dire, perchè evidentemente ignora, è che si tratta di fondi pubblici, previsti dalla legge 482, che tutela le 12 minoranze linguistiche storiche in 960 comuni in Italia, in attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e di Convenzioni internazionali ratificate dal nostro paese.

Il diritto all'uso della propria lingua è un diritto naturale della persona, un diritto che precede lo Stato. Lo Stato italiano tutela con apposite norme le lingue minoritarie e lo fanno anche molti altri paesi in Europa dove sono milioni le persone la cui lingua madre è diversa da quella ufficiale dello stato in cui vivono.

È una questione di democrazia consentire anche a queste persone di esprimersi in lingue sfavorite socialmente. È una questione inoltre attinente all'identità degli individui  che solo nella piena consapevolezza di sè possono esplicare pienamente il proprio ruolo di cittadini.
 

La lingua e la cultura delle minoranze è d'altra parte un patrimonio culturale rilevante da preservare, coltivare ed attualizzare, mentre la pluralità linguistica arricchisce tutto il contesto regionale e statale in cui è inserita e funge da antitodo all'omologazione della globalizzazione. Se si proteggono specie animali e vegetali rare, perchè non si dovrebbero tutelare beni immateriali come lingue e culture?

Chi ha avuto modo di conoscere le diverse minoranze linguistiche storiche in Italia, ha potuto osservare che per la maggior parte si tratta di comunità deboli, insediate in aree marginali, economicamente e socialmente precarie, spesso segnate dall'emigrazione. In queste situazioni i pochi fondi investiti moltiplicano i loro effetti, anche perchè nella stragrande maggioranza dei casi le attività ed i progetti si fondano sul lavoro volontario di centinaia di persone. C'è inoltre un risvolto economico evidente perchè si realizzano prodotti culturali (pubblicazioni, attività museali e di ricerca, iniziative culturali...) spesso di grande pregio e si rendono visibili ed attraenti località altrimenti sconosciute.

“Il Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena”, come i nostri lettori sanno è previsto dalla legge di tutela degli sloveni 38/2001, ha svolto il non facile compito di stabilire l'ambito geografico di applicazione della legge ed ora è chiamato ad esprimersi sull'applicazione delle norme. I suoi componenti  operano gratuitamente ed hanno diritto solo al rimborso spese, comprese quelle dei componenti che vengono da Roma o per i viaggi del suo presidente nella capitale. 46 mila euro appunto.

Sono questi gli sprechi della politica?

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I colori e il grassetto sono della redazione del blog


1 commento:

  1. Il settimanale l'Espresso non è nuovo ad attacchi alle minoranze linguistiche storiche che vivono in Italia. Come dimenticare l'incredibile articolo a firma di Tommaso Cerno? Un articolo che tutto era meno che un'inchiesta giornalistica.

    Evidentemente le numerosissime proteste all'articolo di Tommaso Cerno inviate all'Espresso e mai da questo settimanale pubblicate, non sono state sufficienti per convincere la redazione dell'Espresso ad essere più rispettosa dei diritti costituzionali delle 12 minoranze linguistiche storiche che vivono in Italia, friulani inclusi.....

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