venerdì 22 aprile 2011

Elettrodotto Redipuglia-Udine: NON FACCIAMOCI FREGARE !



-
--------------
LA VITA CATTOLICA
Settimanale dell’arcidiocesi di udine
Venerdì 22 aprile 2011
----------------

I TRALICCI METTERANNO
A RISCHIO I FONDI UE

Affollata assemblea sull’elettrodotto REDIPUGLIA  - UDINE OVEST a Villesse. L’architetto Biroli: <<NON FACCIAMOCI FREGARE>>

di Valentina Zanella
«cosa serve proporre all'Unione europea investimenti sul Parco della vite? A che scopo parlare di agroambiente regionale o del piano di sviluppo rurale, se siamo noi, per primi, a distruggerne le premes­se di sviluppo costruendo un elettrodot­to che danneggerà irrimediabilmente il patrimonio paesaggistico regionale?».

L'avvertimento arriva dall'architetto
Roberto Pirzio Biroli, relatore, insieme al prof. Sandro Fabbro, al convegno «La Costituzione tutela il paesaggio e la no­stra dignità, ma gli elettrodotti e i padro­ni dell'energia non lo sanno», organizza­to lunedì 18 aprile a palazzo Ghersiach a Villesse dal Comitato per la vita del Friuli rurale che da anni si batte per l'interra­mento della linea elettrica Redipuglia-Udine ovest (progettata da Terna e della quale, da Roma, si attende la valutazione di impatto ambientale).
Friulano, artefice di grandi restauri (suo il coordinamento di proprietari e progettisti del ripristino di Venzone do­po il terremoto, e dopo la caduta del mu­ro di Berlino il restauro del paesaggio storico a Potsdam, in Germania; suo an­che il progetto del Parco del Cormòr a Udine) , Biroli da tempo opera in vari paesi d'Europa per la valorizzazione del pae­saggio rurale. Riguardo all'elettrodotto destinato ad attraversare la Bassa Friu­lana da Udine a Redipuglia non usa giri di parole: «È un vero reato. Deturpando in questo modo il nostro Friuli chi mai vorrà investirci? Il rischio, concreto, è che l'Unione Europea riduca i contribu­ti verso la nostra regione, per destinarli a realtà più virtuose». Il pensiero va subito a Potsdam, «dove ci siamo battuti -spiega l'architetto - e siamo riusciti ad interrarlo, l'elettrodotto». E Biroli incita i presenti a fare lo stesso: «Dovete orga­nizzarvi. Perché privare un territorio della sua ricchezza significa togliere gente dalle aziende e mandare i turisti altrove. Significa pregiudicare quegli stessi progetti per cui la Regione sta chiedendo fondi». E aggiunge un ulte­riore monito: «Non fatevi "fregare", non vi mostrano un disegno del tracciato di proposito, per poter fare ciò che voglio­no. Ignorano l'archeologia storica del Friuli, le antiche vie consolari ancora esistenti. Nascondono il territorio per distruggerlo». Dal pubblico, in risposta, numerosi applausi.
E il prof. Sandro Fabbro, docente di Pianificazione territoriale dell'Univer­sità di Udine, nel suo intervento allarga lo sguardo alle politiche di pianificazio­ne del territorio. «La nostra Regione, da questo punto di vista, a suo tempo tra le prime, oggi è tra le ultime in Italia - os­serva -: è da 20 anni che si aspetta il nuovo piano territoriale regionale e da 10 che si parla di una nuova legge di go­verno del territorio, e non si è fatto nul­la. Il risultato è che sulle grandi opere oggi manca una visione d'insieme. Ci sono solo progetti, mentre mancano pia­ni e programmi di valenza territoriale e paesaggistica complessiva».

Tra i presenti, durante la serata pren­
dono la parola anche Carlo Grgic, rap­presentante delle Comunelle (proprietà collettive) del Carso - insorte di recente contro il potenziamento per via aerea della linea Ronchi-Padriciano -, e Marco Lepre, del circolo Legambiente della Carnia, portavoce della lotta di questo territorio per l'interramento della linea Wurmlach-Somplago nella valle del But. La battaglia contro gli elettrodotti aerei, di fatto, è ormai aperta a 360 gradi in re­gione e il Comitato per la vita del Friuli rurale è in piena attività elettorale, non lo nasconde. «Ci battiamo per questa nostra terra, che è l'unica che abbiamo - afferma il portavoce, Aldevis Tibaldi -. Invitiamo ad appoggiare i candidati che stanno dalla nostra parte. Chiediamo di votare sulla base dei progetti».

E in prima fila, tra il pubblico, c'è il . presidente della Provincia di Gorizia, En­rico Gherghetta, candidato anche alle prossime amministrative, da sempre schierato con il Comitato. Un «esperto», in passato membro dello staff che ha progettato per l'Enel la prima linea inter­rata in regione. «Interrare costa - afferma -, ma è un passo verso la modernità».

-------------- 


Nessun commento:

Posta un commento