sabato 20 giugno 2015

COMUNICATO STAMPA: A PROPOSITO DI "UN'AGENDA DEL FUTURO - UDINE 2024"


Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
Udine

 

A proposito  di una


"Agenda del futuro


 - Udine 2024"


Interessante lavoro, quello della CCIAA di Udine in collaborazione con l'OCSE e relativo alle prospettive economiche per la città nel prossimo decennio.

Duecento cittadini rappresentanti a vario titolo di interessi economici, culturali e sociali hanno discusso dei vari temi proposti arrivando a progetti e proposte indubbiamente interessanti, e tuttavia vorremmo qui aggiungere a quanto scritto nella pubblicazione finale, tre considerazioni:

1) dalle tabelle riassuntive risulta che gli immigrati da paesi extra CE rappresentano più del 14% della popolazione cittadina e se andiamo a vedere l'incidenza degli stessi sulle attività economiche e sulla popolazione al di sotto dei 18 anni troveremmo percentuali ben più significative. A fronte di tali numeri ed anche delle corrette analisi contenute nel documento, però non c'è l'apporto alla discussione da parte dei rappresentanti degli immigrati e l'economia della città, e della provincia, non potrà certo trascurare l'utilità di un loro contributo al dibattito.

2) il lavoro di ricerca era centrato sulla città, volutamente, e quindi si può supporre che la Camera di commercio della provincia di Udine vorrà riproporre un simile studio per tutto il territorio, come ha suggerito il vice-presidente della Regione Bolzonello. Tuttavia il tema dei collegamenti della città con il territorio (strade e ferrovie) non può essere eluso. Basti pensare al fatto che i due centri di Udine e Pordenone, capofila dell'economia del territorio, sono collegate da una statale che richiede oltre un'ora di percorrenza; probabilmente è l'unico caso di città-capoluogo non collegate direttamente da una autostrada o superstrada. 
Basterebbe la considerazione che la Udine-Cimpello sarebbe la naturale continuazione della Pedemontana Veneta, programma da 17 Miliardi di infrastrutture autostradali della reg. Veneto che comprende il tratto da Montecchio Maggiore fino a Susegana presso Conegliano e quindi collegando direttamente Pordenone, ma non Udine, con le zone più produttive del Veneto. 
Riteniamo che vada ricuperato questo snodo anche per dare al Friuli maggiore unità, alleggerire la tratta autostradale Udine-Portogruaro spesso intasata e creare un asse di sviluppo oggi mancante. La giunta regionale per ora ha programmato investimenti solo nella direttrice Venezia-Trieste e qualcosa per Udine-Cervignano, mentre la ben più popolosa conurbazione Mestre-Conegliano-Sacile–Udine è trascurata e la città più isolata è indubbiamente Udine.

3) probabilmente non fa parte della cultura economica della città di Udine l'idea del porto e tuttavia mentre nessuno può dubitare che lo sviluppo turistico della città sia legato tanto a Grado e Lignano quanto alla montagna (senza escludere ovviamente il resto del Friuli) sembra di poter notare una sottovalutazione dell'importanza dello sbocco diretto al mare per l'economia della città. Riteniamo che l'interesse di Udine per Porto Nogaro e la zona industriale dell'Aussa-Corno dovrebbe essere considerato come primario da parte dei rappresentanti dell'economia della città.
 
Ci auguriamo che Udine possa essere, per sè e per il Friuli, quel “Laboratorio di crescita” che troviamo indicato nelle conclusioni del team dell'OCSE, superando la critica che appare dove ci si chiede anche: “Dove sono le grandi idee?” visto che “il dibattito è stato molto spostato verso le piccole questioni tattiche... rassegnazione ...” e conclude: “il modo in cui la città procederà in questo senso sarà fondamentale per il suo futuro. E su questo non si può che convenire.



Il presidente del Comitato
 
dott. Paolo Fontanelli

17 giugno 2015
 
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Il Comunicato Stampa è stato pubblicato giovedì 18 giugno 2015 sul settimanale dell'Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA.
 
 


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