Comitato
per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
Udine
A proposito di una
"Agenda del futuro
- Udine 2024"
Interessante lavoro,
quello della CCIAA di Udine in collaborazione con l'OCSE e relativo
alle prospettive economiche per la città nel prossimo decennio.
Duecento cittadini
rappresentanti a vario titolo di interessi economici, culturali e
sociali hanno discusso dei vari temi proposti arrivando a progetti e
proposte indubbiamente interessanti, e tuttavia vorremmo qui
aggiungere a quanto scritto nella pubblicazione finale, tre
considerazioni:
1) dalle
tabelle riassuntive risulta che gli immigrati da paesi extra CE
rappresentano più del 14% della popolazione cittadina e
se andiamo a vedere l'incidenza degli stessi sulle attività
economiche e sulla popolazione al di sotto dei 18 anni troveremmo
percentuali ben più significative. A
fronte di tali numeri ed anche delle corrette analisi contenute nel
documento, però non c'è l'apporto alla discussione da parte dei
rappresentanti degli immigrati e l'economia della città,
e della provincia, non potrà certo trascurare l'utilità di un loro
contributo al dibattito.
2)
il lavoro di ricerca era centrato sulla città, volutamente, e quindi
si può supporre che la Camera di commercio della provincia di Udine
vorrà riproporre un simile studio per tutto il territorio, come ha
suggerito il vice-presidente della Regione Bolzonello. Tuttavia
il tema dei collegamenti della città con il territorio (strade e
ferrovie) non può essere eluso. Basti pensare al fatto che i due
centri di Udine e Pordenone, capofila dell'economia del territorio,
sono collegate da una statale che richiede oltre un'ora di
percorrenza; probabilmente è l'unico caso di città-capoluogo non
collegate direttamente da una autostrada o superstrada.
Basterebbe la considerazione che la
Udine-Cimpello sarebbe la naturale continuazione della Pedemontana
Veneta, programma da 17 Miliardi di infrastrutture
autostradali della reg. Veneto che comprende il tratto da Montecchio
Maggiore fino a Susegana presso Conegliano e quindi collegando
direttamente Pordenone, ma non Udine, con le zone più produttive del
Veneto.
Riteniamo che vada
ricuperato questo snodo anche per dare al Friuli maggiore unità,
alleggerire la tratta autostradale Udine-Portogruaro spesso intasata
e creare un asse di sviluppo oggi mancante. La
giunta regionale per ora ha programmato investimenti solo nella
direttrice Venezia-Trieste e qualcosa per Udine-Cervignano, mentre la
ben più popolosa conurbazione Mestre-Conegliano-Sacile–Udine è
trascurata e la città più isolata è indubbiamente Udine.
3) probabilmente
non fa parte della cultura economica della città di Udine l'idea del
porto e tuttavia mentre nessuno può dubitare che lo sviluppo
turistico della città sia legato tanto a Grado e Lignano quanto alla
montagna (senza escludere ovviamente il resto del Friuli) sembra
di poter notare una sottovalutazione dell'importanza dello sbocco
diretto al mare per l'economia della città. Riteniamo
che l'interesse di Udine per Porto Nogaro e la zona industriale
dell'Aussa-Corno dovrebbe essere considerato come primario da parte
dei rappresentanti dell'economia della città.
Ci
auguriamo che Udine possa essere, per sè e per il Friuli, quel
“Laboratorio di crescita” che troviamo indicato nelle
conclusioni del team dell'OCSE, superando la critica che appare dove
ci si chiede anche: “Dove sono le grandi idee?” visto che “il
dibattito è stato molto spostato verso le piccole questioni
tattiche... rassegnazione ...” e conclude: “il modo in cui la
città procederà in questo senso sarà fondamentale per il suo
futuro. E su questo non si può che convenire.
Il
presidente del Comitato
dott.
Paolo Fontanelli
17
giugno 2015
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Il Comunicato Stampa è stato pubblicato giovedì 18 giugno 2015 sul settimanale dell'Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA.
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