martedì 26 novembre 2013

LINGUA FRIULANA E REGIONE: E' NECESSARIO CAMBIARE ROTTA !






LINGUA FRIULANA

 E REGIONE:


E’ NECESSARIO

 CAMBIARE ROTTA !


(…) Sarà forse un problema di comprensione, ma sembra quasi che a Trieste quando si nomina il “friulano” vengano sempre in mente i “tagli”. Vino e lingua sono però due cose estremamente diverse e per quanto si possano apprezzare i “tagli” del primo, ben altro gusto riservano i tagli alla seconda. Eppure da diversi anni si assiste allo spettacolo di leggi finanziarie regionali che per le risorse destinate alla lingua friulana propongono il segno meno a confronto con quelle dell’anno precedente. (…)

Peccato però che quando si parla di lingua friulana, ci sia sempre qualcosa di più importante e di più urgente da fare, o qualche ragione per tagliare, ridurre o rinviare. Come se non fossimo di fronte alla necessità di garantire i diritti linguistici riconosciuti e sanciti da leggi e trattati internazionali, statali e regionali che interessano una comunità di almeno seicentomila persone. Come se non fosse in gioco la dignità di un popolo. Come se in gioco non ci fossero anche posti di lavoro ma, come qualcuno vorrebbe far credere, gli interessi di una cricca di profittatori (…)

Se c’è la volontà però, prima dell’approvazione definitiva della legge, è ancora possibile dare un segnale di discontinuità rispetto al passato. Per farlo, tra l’altro, non servirebbe nemmeno mettere le mani sulle risorse previste per ambiti considerati più “sensibili”.

A scorrere le cifre della finanziaria, infatti, si scopre che alcuni enti culturali riceveranno un aumento di risorse che, da solo, è superiore al totale dei fondi previsti per la lingua friulana. C’è qualcuno che, in tutta onestà, è in grado di sostenere che un soggetto culturale, per quanto importante e di pregio sia la sua attività, possa ricevere un aumento di risorse che da solo vale più di tutti i fondi assegnati alla valorizzazione e alla promozione della lingua propria di metà della popolazione regionale? (…)

Una volta analizzate con rigore tutte le varie ragioni solitamente addotte per giustificare il mantenimeno dell’autonomia speciale, l’unica a resistere è quella legata alla presenza ancora maggioritaria in Friuli – Venezia Giulia di comunità che parlano una lingua propria diversa da quella statale. La Provincia di Trento, pur con poche migliaia di ladini ed ancor meno cimbri e mocheni, lo ha capito da tempo e si è mossa di conseguenza. La Regione Friuli – Venezia Giulia sembra invece ancora lontana dal capirlo. La manifestazione più chiara di questa realtà la ritroviamo certificata, nero su bianco, proprio in finanziaria dove per il friulano si investe appena lo 0,02% del bilancio regionale. Un comportamento suicida che non possiamo non denunciare.


COMITATO 482

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Conferenza stampa
del Comitato 482, documento finale

25 novembre 2013
Palazzo della Regione - Udine



Comitât – Odbor – Komitaat – Comitato 482
c/o “Informazione Friulana” soc. coop.
V. Volturno, 29          33100   Udin / Udine
Tel.: 0432 530614        Fax: 0432 530801         D.p.e.: com482@gmail.com



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Lingua friulana e Regione: è necessario cambiare rotta

Una prima analisi su finanziaria 2014 e politiche linguistiche per il friulano

Il Comitât - Odbor - Komitaat - Comitato 482 è nato e opera da oltre un decennio per difendere i diritti linguistici delle diverse comunità minorizzate del Friuli ed è costituito da realtà associative rappresentative di tali comunità e da singoli cittadini. Poiché sia la comunità slovena del Friuli - Venezia Giulia, sia le comunità di lingua tedesca sono dotate di organismi rappresentativi che includono o danno voce anche alle posizioni dell’associazionismo, crediamo più utile in questa occasione dedicare la nostra attenzione prevalentemente alle politiche linguistiche per il friulano. Il seguente comunicato propone dunque un’analisi sulle politiche linguistiche attuate fino a oggi dalla nuova Amministrazione regionale e, in particolare, sulle risorse finanziarie messe a disposizione per la lingua friulana nella legge finanziaria per il 2014 da poco approvata dalla Giunta Serracchiani e in attesa di approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale.

Politiche linguistiche per il friulano: per ora solo un preoccupante immobilismo
È necessario partire da una considerazione: l’attuale Amministrazione ha ricevuto una difficile eredità dal precedente Governo regionale in tema di politiche linguistiche per il friulano. Ciò nonostante non si può non evidenziare come in sei mesi di attività si sia assistito a un immobilismo quasi totale anche di fronte a provvedimenti che avrebbero potuto essere attuati in tempi brevi.
Il riferimento principale da cui partire rimane la legge regionale 29/2007 che avrebbe dovuto dare piena attuazione per quanto riguarda la lingua friulana ai principi e ai precetti previsti dalla legge statale 482/99. Per la sua attuazione però rimane ancora molto da fare. Per fare solo un esempio, basti ricordare che manca ancora il regolamento per la certificazione linguistica (strumento indispensabile per garantire la qualità dei servizi linguistici offerti da parte del personale in servizio nelle amministrazioni pubbliche e nelle scuole) la cui bozza è già stata predisposta dall’ARLeF, ma non è stata ancora approvata dalla Regione. La stessa Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, tra l’altro, sta ancora attendendo il rinnovamento dei suoi vertici direttivi e si ritrova in una situazione di stallo istituzionale che non solo è imbarazzante, ma alimenta una reciproca ed evidente sfiducia tra ARLeF stessa e Amministrazione regionale. Ciò per altro blocca anche l’approvazione tanto del Piano Generale di Politica Linguistica quinquennale, quanto dei Piani con le priorità d’intervento per raggiungere gli obiettivi annuali e dei Piani Speciali di Politica Linguistica.
Sul fronte dell’associazionismo, invece, è certamente positiva la decisione di aumentare in finanziaria le risorse per i soggetti ritenuti di primaria importanza per la promozione della lingua friulana, ma ancora una volta – in perfetta continuità con quanto visto durante l’Amministrazione Tondo – l’assegnazione dei fondi viene attuata senza alcun criterio oggettivo, nonostante la legge 29/2007 preveda esplicitamente che la Regione finanzi, in proporzione all’attività svolta, le realtà associative dotate di un’organizzazione e di una struttura stabile che svolgono un’attività qualificata e continuativa per la lingua friulana.

I media in friulano: la riproposizione di logiche superate
In una società come la nostra, per la vitalità di una lingua è fondamentale la sua presenza normale e paritaria anche nei mezzi di comunicazione: televisione, radio, carta stampata, settore digitale. La presenza di media in lingua propria è anche garanzia di una maggiore attenzione per le notizie locali e un presidio importante di democrazia oltre che di occupazione e di pluralismo informativo. È fondamentale allora non solo mantenere, ma piuttosto rafforzare i media attivi in tale ambito partendo da quanti hanno dimostrato in questi anni di essere in grado di offrire con continuità produzioni di qualità.
In realtà, mancando il Piano Generale di Politica Linguistica, non è facile capire quali siano le politiche che l’Amministrazione regionale intende perseguire per quanto attiena la presenza della lingua friulana nei mezzi di comunicazione. Se per la carta stampata l’unica costante in questi anni è stata la mancanza da parte della Regione di una strategia chiara di valorizzazione del friulano, per l’ambito radiotelevisivo l’Amministrazione Tondo aveva avviato una politica di soffocamento progressivo: le finanziarie 2010 e 2011 avevano infatti azzerato i fondi per il settore, finanziamenti ripristinati dopo numerose proteste solo con le variazioni di bilancio del 2011, ma con una riduzione del 25% rispetto alla cifra originaria, per arrivare al nuovo azzeramento previsto dalla finanziaria 2013.
Nella finanziaria 2014 appena licenziata dalla nuova Amministrazione regionale le risorse per i programmi radiotelevisivi in lingua friulana sono stati ripristinati, ma con una riduzione che li porta al 50% dei fondi previsti originariamente. Non è invece chiaro se sarà confermata la decisione assunta dalla Giunta Tondo di ripartire tali risorse per il 75% alle televisioni e per il 25% alle radio, assegnando dunque risorse in modo inversamente proporzionale all’uso che tali realtà fanno della lingua.
Assume poi una certa rilevanza il fatto che il primo atto di “politica linguistica” per il friulano attuato dall’Amministrazione regionale in carica sia stato una modifica apportata alla legge 29/2007 attraverso le variazioni di bilancio 2013. Tale modifica, per quanto possa sembrare di poco peso, ci sembra decisamente preoccupante tanto nel merito, quanto nel metodo. L’intervento ripropone infatti i meccanismi fallimentari previsti per il settore televisivo dalla precedente legge regionale annullando il peso dei produttori indipendenti (gli unici fino ad ora a produrre produzioni video di qualità in friulano) a vantaggio delle televisioni che, in questi anni, ben poco hanno fatto autonomamente per la promozione della lingua friulana. Inserendo tale modifica all’interno delle variazioni di bilancio è stata inoltre negata ogni informazione e possibilità d’intervento da parte di ARLeF, esperti del settore e associazioni friulane.

Istruzione: serve il coraggio di avviare un nuovo sistema plurilingue
Una realtà naturalmente multilingue come il Friuli - Venezia Giulia offre anche sul piano degli apprendimenti e degli insegnamenti linguistici un enorme vantaggio competitivo che fino ad ora è stato esplorato solo marginalmente e in forma sperimentale (approccio CLIL o uso veicolare delle lingue in materie non linguistiche) quando invece dovrebbe diventare il principio cardine di tutte le scuole della regione con una presenza curricolare delle nostre lingue. Si creerebbero così dei veri “cittadini europei”, coscienti della propria identità ma anche aperti alle diversità, abituati ad andare oltre le apparenze, facilitati nell’apprendimento di altre lingue. La strada da percorrere dovrebbe quindi essere quella dell’acquisizione di riconoscimenti istituzionali, competenze e risorse adeguate per intraprendere tale percorso. In parole povere l’assunzione da parte della Regione di competenze primarie in tale ambito.
Ciò risulta ancora più necessario alla luce delle recenti vicende legate all’ipotesi di trasferimento o riduzione del ruolo dell’Ufficio Scolastico Regionale del Friuli – Venezia Giulia, anche perché pensiamo che nessuno sia veramente convinto che l’assalto respinto in questi giorni non verrà riproposto dallo Stato centrale, con ancora più vigore, tra qualche tempo.
Risulta poi a dir poco paradossale che, proprio mentre le istituzioni regionali si affannavano a difendere la permanenza in loco dell’Ufficio motivandone la necessità quasi esclusivamente sull’insegnamento plurilingue derivante dalle norme di tutela di friulano, sloveno e tedesco, la Giunta regionale procedeva a un taglio drastico delle già esigue risorse per l’insegnamento curricolare del friulano a scuola. Sarà anche vero, come affermato dall’Assessore competente, che le risorse rimanenti saranno stanziate con le variazioni di bilancio 2014, ciò nonostante ci sembra un segnale davvero inquietante.
A proposito poi dell’insegnamento curricolare della lingua friulana nelle scuole dell’obbligo, è necessario ricordare come la sua introduzione sia stata avviata solamente con l’anno scolastico 2012-2013 e in maniera parziale considerato che per le scuole secondarie di primo grado si procede ancora con il precedente sistema “a progetto”. L’assenza di controlli, criteri discutibili per la selezione degli insegnanti e altri elementi legati al regolamento approvato durante la precedente legislatura, rendono poi l’applicazione della legge alquanto problematica al punto che quanto visto durante lo scorso anno scolastico fa temere che, insistendo con la stessa politica, si rischi di danneggiare il percorso per la progressiva introduzione del friulano come lingua curricolare nelle scuole. Mancano infatti elementi fondamentali quali la formazione sistematica degli insegnanti, un giusto riconoscimento professionale per tali insegnanti attraverso la creazione di un’apposita classe di concorso come accade per quanti insegnano altre lingue, ecc.

Finanziaria 2014: nonostante le promesse, si prosegue con la politica dei tagli

Sarà forse un problema di comprensione, ma sembra quasi che a Trieste quando si nomina il “friulano” vengano sempre in mente i “tagli”. Vino e lingua sono però due cose estremamente diverse e per quanto si possano apprezzare i “tagli” del primo, ben altro gusto riservano i tagli alla seconda. Eppure da diversi anni si assiste allo spettacolo di leggi finanziarie regionali che per le risorse destinate alla lingua friulana propongono il segno meno a confronto con quelle dell’anno precedente.
Prima di addentrarci in considerazioni più dettagliate è il caso di offrire le cifre “nude e crude” così come arrivano dall’attuale stadio di approvazione della legge finanziaria:

Descrizione
Importo finanziaria 2014
Importo finanziaria 2013
Differenza 2013 / 2014
Spese per la realizzazione di programmi radiofonici e televisi in lingua friulana
100.000,00
  0,00
+ 100.000,00
Sovvenzione Società Filologica Friulana
200.000,00
150.000,00
+ 50.000,00
Finanziamento ARLeF
400.000,00
400.000,00
=
Sovvenzione enti riconosciuti per attività di valorizzazione e promozione lingua friulana
185.000,00
160.000,00
+ 25.000,00
Interventi a sostegno dello sviluppo dell’offerta formativa scolastica in materia di insegnamento delle lingue locali e minoritarie
150.000,00
0,00
+ 150.000,00
Sostegno finanziario per l’insegnamento della lingua friulana nelle scuole
450.000,00
950.000,00
- 500.000,00
Totali
1.485.000,00
1.660.000,00
- 175.000,00



Da un lato assistiamo dunque a un aumento delle risorse disponibili – associazionismo e programmi radiotelevisivi, anche se con le riserve già espresse in precedenza – e dall’altro abbiamo un taglio drastico alle risorse per l’insegnamento. Dipenderà dal fatto che le deleghe legate alle lingue minorizzate rimangono affidate ad Assessorati diversi (eredità trasmessa dalla Giunta Tondo e, nonostante le nostre richieste di cambiamento, mantenuta dalla Giunta Serracchiani), certo è che per la lingua friulana la legge finanziaria 2014 per ora si chiude con un -10,5% rispetto alla finanziaria 2013, che a sua volta conteneva un taglio di quasi il 50% rispetto all’annualità precedente, che a sua volta… meglio fermarci qua.
Lascia poi perplessi la conferma per l’ARLeF delle stesse risorse assegnate lo scorso anno e che, in buona sostanza, vanno sì e no a coprire le spese di funzionamento e per il personale, riducendo così l’Agjenzie a un ruolo assolutamente marginale, ben diverso da quello previsto dallo spirito e dal testo della legge 29/2007.
Si dirà: colpa della crisi, colpa dei tagli ai trasferimenti dallo Stato centrale, colpa del Patto di stabilità. Peccato però che quando si parla di lingua friulana, ci sia sempre qualcosa di più importante e di più urgente da fare, o qualche ragione par tagliare, ridurre o rinviare. Come se non fossimo di fronte alla necessità di garantire i diritti linguistici riconosciuti e sanciti da leggi e trattati internazionali, statali e regionali che interessano una comunità di almeno seicentomila persone. Come se non fosse in gioco la dignità di un popolo. Come se in gioco non ci fossero anche posti di lavoro ma, come qualcuno vorrebbe far credere, gli interessi di una cricca di profittatori.
Se c’è la volontà però, prima dell’approvazione definitiva della legge, è ancora possibile dare un segnale di discontinuità rispetto al passato. Per farlo, tra l’altro, non servirebbe nemmeno mettere le mani sulle risorse previste per ambiti considerati più “sensibili”. A scorrere le cifre della finanziaria, infatti, si scopre che alcuni enti culturali riceveranno un aumento di risorse che, da solo, è superiore al totale dei fondi previsti per la lingua friulana. C’è qualcuno che, in tutta onestà, è in grado di sostenere che un soggetto culturale, per quanto importante e di pregio sia la sua attività, possa ricevere un aumento di risorse che da solo vale più di tutti i fondi assegnati alla valorizzazione e alla promozione della lingua propria di metà della popolazione regionale?
Con una redistribuzione più equa delle risorse, dunque, la Giunta Serracchiani potrebbe dare un primo segnale di discontinuità rispetto al passato. Il problema di fondo rimane però un altro: è infatti necessario un cambio di mentalità radicale che permetta non solo di garantire i diritti linguistici ai friulani, agli sloveni e ai germanofoni del Friuli – Venezia Giulia, ma anche di rendere il nostro patrimonio linguistico, culturale e identitario una marcia in più per tutta la regione.
La vicenda dell’Ufficio Scolastico Regionale dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme anche per quanti dicono di difendere l’autonomia regionale, ma senza darle sostanza. Una volta analizzate con rigore tutte le varie ragioni solitamente addotte per giustificare il mantenimeno dell’autonomia speciale, l’unica a resistere è quella legata alla presenza ancora maggioritaria in Friuli – Venezia Giulia di comunità che parlano una lingua propria diversa da quella statale. La Provincia di Trento, pur con poche migliaia di ladini ed ancor meno cimbri e mocheni, lo ha capito da tempo e si è mossa di conseguenza. La Regione Friuli – Venezia Giulia sembra invece ancora lontana dal capirlo. La manifestazione più chiara di questa realtà la ritroviamo certificata, nero su bianco, proprio in finanziaria dove per il friulano si investe appena lo 0,02% del bilancio regionale. Un comportamento suicida che non possiamo non denunciare.

Udin / Udine, 25.11.2013

Il portavoce del Comitato 482
Carlo Puppo
........................



Link “Comunicato Stampa” del Comitato 482
pubblicato
sul sito internet del Comitato stesso

8 commenti:

  1. Durante la Conferenza Stampa del Comitato 482, in Sala troneggiava un grande cartello con la seguente scritta in lingua Friulana:

    " TONDO O SERRACCHIANI, LA PERSECUZION DAL FURLAN, DAI FURLANS E DAL FRIÛL, A CONTINUE"

    La fotografia della foto è poi stata pubblicata anche sul quotidiano il Messaggero Veneto (Udine)
    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/11/26/news/tagli-al-friulano-a-scuola-il-comitato-482-protesta-1.8185975

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  2. Dal sito internet del settimanale LA VITA CATTOLICA - Udine

    TITOLO: Lingua friulana, ancora tagli

    http://www.lavitacattolica.it/stories/marilenghe/2785_lingua_friulana_ancora_tagli/


    25.11.2013 «La giunta Serracchiani ha ricevuto una difficile eredità dal precedente Governo regionale in tema di politiche linguistiche per il friulano. Ciò nonostante non si può non evidenziare come in sei mesi di attività si sia assistito a un immobilismo quasi totale anche di fronte a provvedimenti che avrebbero potuto essere attuati in tempi brevi». È questo il preoccupato giudizio sul primo scorcio della legislatura regionale da parte del Comitato 482, organismo che opera da oltre un decennio per difendere i diritti linguistici delle diverse comunità minorizzate del Friuli (friulani, sloveni e germanofoni) ed è costituito da realtà associative rappresentative di tali comunità e da singoli cittadini.

    TAGLI CONTINUI

    «Da diversi anni si assiste allo spettacolo di leggi finanziarie regionali che per le risorse destinate alla lingua friulana propongono il segno meno a confronto con quelle dell'anno precedente», viene denunciato.

    E per il 2014 cosa ci aspetta? Da un lato - vedi negli allegati il quadro riassuntivo della Finanziaria 2014 in materia di lingue minoritarie - assistiamo a un aumento delle risorse disponibili - associazionismo e programmi radiotelevisivi - e dall'altro abbiamo un taglio drastico alle risorse per l'insegnamento. «Dipenderà dal fatto che le deleghe legate alle lingue minorizzate rimangono affidate ad Assessorati diversi (eredità trasmessa dalla Giunta Tondo e, nonostante le nostre richieste di cambiamento, mantenuta dalla Giunta Serracchiani), certo è che per la lingua friulana la legge finanziaria 2014 per ora si chiude con un -10,5% rispetto alla finanziaria 2013, che a sua volta conteneva un taglio di quasi il 50% rispetto all'annualità precedente, che a sua volta? meglio fermarci qua» evidenzia il Comitato 482.

    (prima parte- segue)

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  3. Dal sito internet del settimanale LA VITA CATTOLICA - Udine

    TITOLO: Lingua friulana, ancora tagli

    http://www.lavitacattolica.it/stories/marilenghe/2785_lingua_friulana_ancora_tagli/

    (SECONDA E ULTIMA PARTE)

    (....)
    Lascia poi perplessi la conferma per l'Arlef delle stesse risorse assegnate lo scorso anno «e che, in buona sostanza, vanno sì e no a coprire le spese di funzionamento e per il personale, riducendo così l'Agjenzie a un ruolo assolutamente marginale, ben diverso da quello previsto dallo spirito e dal testo della legge 29/2007», si evidenzia.
    Morale: quando si parla di lingua friulana, ci sia sempre qualcosa di più importante e di più urgente da fare, o qualche ragione par tagliare, ridurre o rinviare. «Come se non fossimo di fronte alla necessità di garantire i diritti linguistici riconosciuti e sanciti da leggi e trattati internazionali, statali e regionali che interessano una comunità di almeno seicentomila persone. Come se non fosse in gioco la dignità di un popolo. Come se in gioco non ci fossero anche posti di lavoro ma, come qualcuno vorrebbe far credere, gli interessi di una cricca di profittatori» è l'opinione del Comitato 482.

    A scorrere le cifre della finanziaria, poi, si scopre che alcuni enti culturali riceveranno un aumento di risorse che, da solo, è superiore al totale dei fondi previsti per la lingua friulana.

    «C'è qualcuno che, in tutta onestà, è in grado di sostenere che un soggetto culturale, per quanto importante e di pregio sia la sua attività, possa ricevere un aumento di risorse che da solo vale più di tutti i fondi assegnati alla valorizzazione e alla promozione della lingua propria di metà della popolazione regionale?

    Con una redistribuzione più equa delle risorse - conclude il Comitato 482 -, la Giunta Serracchiani potrebbe dare un primo segnale di discontinuità rispetto al passato. Il problema di fondo rimane però un altro: è infatti necessario un cambio di mentalità radicale che permetta non solo di garantire i diritti linguistici ai friulani, agli sloveni e ai germanofoni del Friuli-Venezia Giulia, ma anche di rendere il nostro patrimonio linguistico, culturale e identitario una marcia in più per tutta la regione.

    La vicenda dell'Ufficio Scolastico Regionale dovrebbe rappresentare un campanello d'allarme anche per quanti dicono di difendere l'autonomia regionale, ma senza darle sostanza. Una volta analizzate con rigore tutte le varie ragioni solitamente addotte per giustificare il mantenimeno dell'autonomia speciale, l'unica a resistere è quella legata alla presenza ancora maggioritaria in Friuli - Venezia Giulia di comunità che parlano una lingua propria diversa da quella statale. La Provincia di Trento, pur con poche migliaia di ladini ed ancor meno cimbri e mocheni, lo ha capito da tempo e si è mossa di conseguenza.

    La Regione Friuli-Venezia Giulia sembra invece ancora lontana dal capirlo. La manifestazione più chiara di questa realtà la ritroviamo certificata, nero su bianco, proprio in finanziaria dove per il friulano si investe appena lo 0,02% del bilancio regionale. Un comportamento suicida che non possiamo non denunciare», conclude il Comitato.
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  4. IL MESSAGGERO VENETO – 25 novembre 2013

    TITOLO - Tagli al friulano, il Comitato 482 protesta

    di Laura Pigani

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/11/25/news/tagli-al-friulano-il-comitato-482-protesta-1.8180053

    UDINE. La Regione non investe sul friulano. E riduce di oltre la metà i fondi destinati all’insegnamento della marilenghe nelle scuole che passano dai 950 mila euro assegnati con la finanziaria del 2013 ai 450 mila previsti nel documento economico per il 2014. Da un anno all’altro, nel complesso, le risorse per la lingua friulana sono calate del 10,5%. Una situazione che al Comitato 482, nato per difendere i diritti linguistici delle diverse comunità minorizzate del Fvg, non va giù: «Per il friulano si investe appena lo 0,02% dell’intero bilancio regionale. Ci aspettiamo – ha detto Carlo Puppo, portavoce del Comitato 482 ieri in conferenza stampa – un segnale concreto da parte della Regione, dal momento che la Finanziaria deve essere ancora approvata dal consiglio regionale, poi vedremo come agire in base alle risposte che otterremo».

    L’IMMOBILISMO DELLA REGIONE. La presenza in conferenza del capogruppo del Pd in Consiglio, Cristiano Shaurli, è stata vista come un «segnale importante», ma è necessario, per il Comitato 482, cambiare la politica linguistica in Fvg. Non basta dire che la specialità regionale si basa sull’esistenza di minoranze. Bisogna agire, dare sostanza a tale concetto. «La vicenda dell’Ufficio scolastico regionale – ha sottolineato Puppo – rappresenta un campanello d’allarme: per quest’anno resta, ma se non si fa qualcosa di concreto, il prossimo salta». La legge regionale 29/2007 «avrebbe dovuto dare attuazione alla legge statale 482/99 – ha proseguito –, ma la strada è ancora lunga». Manca, ad esempio, «il regolamento per la certificazione linguistica (fondamentale per garantire la qualità dei servizi linguistici del personale in servizio nelle Pa e nelle scuole), la cui bozza è già predisposta dall’Arlef». E il ritardo nel rinnovamento dei vertici dell’Agenzia regionale per la lingua friulana (la Regione ha indicato Lorenzo Fabbro alla presidenza) si riflette «sull’approvazione del Piano generale di politica linguistica quinquiennale e sui Piani delle priorità d’intervento e speciali di politica linguistica».

    (CONTINUA)

    RispondiElimina
  5. IL MESSAGGERO VENETO – 25 novembre 2013

    TITOLO - Tagli al friulano, il Comitato 482 protesta

    di Laura Pigani

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/11/25/news/tagli-al-friulano-il-comitato-482-protesta-1.8180053

    (SECONDA E ULTIMA PARTE)

    ASSOCIAZIONI PRIVILEGIATE. Risorse in più in Finanziaria per le associazioni. «In continuità con quanto fatto dall’amministrazione Tondo – ha indicato il portavoce del Comitato 482 –, l’assegnazione di fondi viene fatta senza alcun criterio oggettivo, nonostante la legge 29/2007 preveda che la Regione finanzi le realtà associative dotate di un’organizzazione e di una struttura stabile che svolgono un’attività continuativa per la lingua friulana».

    I MEDIA IN FRIULANO. È fondamentale rafforzare i media attivi – ha chiarito Paolo Cantarutti, presidente della Cooperativa informazione friulana (editrice dell’emittente Onde friulane) – partendo da chi ha dimostrato di offrire con continuità produzioni di qualità». Ma mancando il Piano generale di politica linguistica «non è facile capire quali siano le politche che la Regione intende perseguire». Nella Finanziarla i fondi per la realizzazione di programmi radiofonici e televisivi in friulano, azzerati dalla giunta Tondo, sono stati ripristinati (100 mila euro), ma con una riduzione del 50% dei fondi previsti originariamente. E il timore è che, come con Tondo, il 75% di queste risorse vada alle televisioni e il 25% alle radio «in maniera inversamente proporzionale all’uso che tali media fanno della lingua friulana».

    ISTRUZIONE. Una realtà multilingue come il Fvg offre un vantaggio competitivo che la Regione, ha spiegato Adriano Ceschia, non avrebbe compreso. L’insegnamento curricolare del friulano è stato avviato soltanto nell’anno scolastico 2012-2013 «in maniera parziale», visto che per le scuole secondarie di primo grado si procede «ancora a progetto». Mancano criteri per le selezioni degli insegnanti e, in previsione, si rischia di danneggiare seriamente il percorso fatto fin qui. «La Regione dovrebbe redistribuire più equamente le risorse – ha concluso Puppo –: in Finanziaria, infatti, si vede come alcuni enti percepiranno un aumento di fondi superiore al totale di quelli previsti per la lingua friulana».
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  6. Dal quotidiano IL PICCOLO di Trieste
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    TITOLO - Svolta nella finanziaria: teatri, musei e festival fanno il pieno di risorse

    Definiti i budget in Regione per i macrosettori della cultura. Stop ai contributi puntuali. Al Verdi di Trieste un milione in più. Fondi per il Mittelfest cresciuti del 10%

    di Gianpaolo Sarti

    (…)

    I teatri

    Il settore potrà contare su 8 milioni di euro, il 10% in più del 2013. La Regione ha ammesso a finanziamento 14 realtà, come ad esempio il Verdi di Gorizia e Pordenone, il comunale di Monfalcone, lo Stabile di Trieste, il Giovanni da Udine, il teatro sloveno del capoluogo, La Contrada, la Cooperativa Bonawentura, il Nico Pepe, il CSS e il Paolini di Cervignano. Caso a parte il Verdi di Trieste, che riceve uno stanziamento a sé di 2 milioni e 900 mila euro: circa 1 milione in più
    (…)

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/11/15/news/svolta-nella-finanziaria-teatri-musei-e-festival-fanno-il-pieno-di-risorse-1.8114825

    15 novembre 2013

    RispondiElimina
  7. http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/11/15/news/svolta-nella-finanziaria-teatri-musei-e-festival-fanno-il-pieno-di-risorse-1.8114825

    "TRIESTE. La Finanziaria 2014, azzoppata com’è di 440 milioni di euro tra tagli statali e limiti al tetto di spesa, imprime un chiaro timbro politico: la cultura. Se tutti i settori, compresa la sanità (- 3%), perdono risorse che si aggirano attorno al 5%, il comparto culturale esce con un aumento del 18%. E con una nuova filosofia di distribuzione dei fondi che manda in soffitta il vecchio sistema, per alcuni clientelare, di finanziamenti puntuali. L’accantonamento, previsto all’articolo 6 del ddl n ° 25 della giunta, è pari a 26 milioni di euro contro i 22 dell’anno scorso, poi portati a 27 nelle variazioni di bilancio. La prossima estate, anticipa l’assessore Gianni Torrenti, si prevede un’ulteriore iniezione di 6 milioni. Il ddl comincerà la sua maratona in Commissione martedì 26 novembre e approderà in aula il 10 dicembre. La Finanziaria, come annunciato nei giorni scorsi dall’esecutivo, conta su 5 miliardi, 3,2 togliendo le poste già vincolate. Le previsioni di entrata per il triennio 2014-2016 ammontano a 19 miliardi e mezzo;quelle effettive per il 2014 toccano i 6 miliardi e 700 milioni. (...)"

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    C O M M E N TO

    I finanziamenti TOTALI per la tutela dei diritti linguistici della minoranza linguistica friulana (il 50% della popolazione regionale !) ammontano a soli 1.485.000,00 euro con una riduzione rispetto al 2013 di - 175.000,00 euro. Nel settore strategico per la difesa della nostra lingua - la scuola - c'è stato un taglio drastico di OLTRE il 50%: si è passati da 950.000,00 euro del 2013 a 450.000,00 del 2014, con una riduzione di ben - 500.000,00 euro !

    Se la cultura è anche sinonimo di "posti di lavoro", anche le minoranze linguistiche regionali per la difesa dei loro diritti costituzionali creano posti di lavoro che vanno difesi.

    E non difendendo i diritti linguistici delle minoranze linguistiche che vivono in regione, come giustificherà ora la nostra regione la sua specialità statutaria? Con un'opera lirica in più prodotta dal teatro lirico Verdi di Trieste? Con il 18% in più di finanziamenti concessi ai teatri e altre manifestazioni culturali regionali?

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  8. "Con una redistribuzione più equa delle risorse, dunque, la Giunta Serracchiani potrebbe dare un primo segnale di discontinuità rispetto al passato. Il problema di fondo rimane però un altro: è infatti necessario un cambio di mentalità radicale che permetta non solo di garantire i diritti linguistici ai friulani, agli sloveni e ai germanofoni del Friuli – Venezia Giulia, ma anche di rendere il nostro patrimonio linguistico, culturale e identitario una marcia in più per tutta la regione."

    COME NON ESSERE D'ACCORDO CON IL COMITATO 482?

    LA PAROLA "EQUITA' " HA ANCORA UN SIGNIFICATO IN QUESTA REGIONE?

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