venerdì 20 settembre 2013

NO, A MODIFICHE DELLO STATUTO REGIONALE SENZA REFERENDUM POPOLARE!



NO A MODIFICHE
DELLO STATUTO REGIONALE
SENZA
REFERENDUM POPOLARE!

La sovranità è del popolo
che deve poter decidere
su modifiche così importanti.
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Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

V Comm: rinviato parere su 4 ddl cost. di modifica dello Statuto

18 Settembre 2013, ore 15:50

(ACON) Trieste, 18 set - AB –
La V Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Vincenzo Martines (PD) e alla presenza dell'assessore Paolo Panontin, ha deciso di approfondire i contenuti di quattro disegni di legge costituzionale di modifica dello Statuto di Autonomia del Friuli Venezia Giulia, depositati a Palazzo Madama, prima di esprimere il previsto parere, considerata la grande rilevanza che hanno i loro contenuti.
I primi due - il n. 42 a firma dei senatori del Trentino-Alto Adige Zeller e Berger, entrambi della SVP e il n. 363 a firma del senatore SVP Francesco Palermo e di altri colleghi sempre di SVP, ma anche di Vallee D'Aoste e PD - intendono introdurre in tutte le Regioni a Statuto speciale l'istituto dell'intesa, che viene espressa dai rispettivi Consigli regionali sui progetti di modifica degli Statuti che vengono approvati da Camera e Senato dopo la prima lettura. Il diniego alla proposta d'intesa può essere manifestato entro tre mesi dalla trasmissione del testo con voto a maggioranza dei due terzi del Consiglio regionale. Decorso tale termine senza che sia stato espresso il diniego, le Camere possono approvare la legge costituzionale.
Il terzo (n. 43), sempre dei due senatori della SVP Zeller e Berger, vuol modificare solo lo Statuto della Regione Friuli Venezia Giulia nella parte che riguarda la minoranza slovena. Così, nel testo si legge che il Consiglio regionale del FVG è eletto a suffragio universale, diretto, libero, uguale e segreto, secondo le norme stabilite con legge regionale, che deve garantire l'elezione di almeno un rappresentante della minoranza slovena.
L'ultimo (n. 77) è d'iniziativa del senatore PD del FVG Carlo Pegorer, e intende modificare lo Statuto della nostra Regione eliminando le Province e prevedendo che l'ordinamento degli enti locali si basi sui Comuni, anche nella forma di Città metropolitane, quali enti autonomi obbligatori con propri statuti, poteri e funzioni, secondo i principi fissati dalla Costituzione e dallo Statuto di autonomia. La Regione può prevedere, nell'ambito della propria potestà legislativa, in tutto il suo territorio o solo in parte di esso, forme di gestione o altri enti locali di area vasta, con organi non eletti direttamente dai cittadini, per le funzioni sovracomunali.
……….
DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE N 77
d’iniziativa del senatore PEGORER
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 15 MARZO 2013
Modifiche allo Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia,
di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.1,
in materia di ordinamento degli enti locali nella regione

Onorevoli Senatori. -- Il Friuli-Venezia Giulia, in forza dell'articolo 116 della Costituzione, dispone di forme e condizioni particolari di autonomia secondo lo Statuto speciale adottato con legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.1. (…)

Le province hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia d'Italia e anche nel Friuli-Venezia Giulia. Sono state l'articolazione che ha permesso il formarsi di uno Stato moderno, unendo le istanze dei vari territori del Paese all'organizzazione decentrata dei poteri e uffici governativi statali. Ma hanno completato il loro compito ultrasecolare.

La nascita delle regioni e in seguito l'evoluzione soprattutto di questi ultimi anni spingono con sempre maggiore urgenza verso una semplificazione dei livelli di governo obbligatori indicati in Costituzione, anche per ragioni di sostenibilità ordinamentale, funzionale e finanziaria.

Proprio per rendere maggiormente esigibili i diritti fondamentali dei cittadini è indispensabile un uso più «attento» sia degli strumenti ordinamentali che delle risorse, partendo dall'architettura dei poteri pubblici locali. (…)


DISEGNO
DI LEGGE COSTITUZIONALE N. 77

Art. 1.

(Modifiche allo Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia)

1. Allo Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.1, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 7, primo comma, numero 3), dopo le parole: «di nuovi Comuni» sono inserite le seguenti: «, anche in forma di città metropolitane»;
b) nel titolo II, capo I, dopo l'articolo 7 è aggiunto il seguente:
«Art. 7-bis. L'ordinamento degli enti locali nella Regione Friuli-Venezia Giulia si basa sui comuni, anche nella forma di città metropolitane, quali enti autonomi obbligatori con propri statuti, poteri e funzioni, secondo i princìpi fissati dalla costituzione e dal presente Statuto.
La Regione, nell'ambito della propria potestà legislativa, può prevedere, in tutto il suo territorio o solo in una parte di esso, forme di gestione o altri enti locali di area vasta, con organi non eletti direttamente dai cittadini, per le funzioni sovracomunali»;
(…)

Leggi tutto il testo del disegno di legge e il testo introduttivo del senatore Pegorer 



6 commenti:

  1. L'Ente Regione, che ha già dato ampia prova di incapacità gestionale, neo-centralismo triestinocentrico, e in questo momento al centro di scandali che stanno scuotendo l'opinione pubblica regionale, può modificare lo Statuto di Autonomia senza interpellare prima il "popolo sovrano"?

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  2. "La nascita delle regioni e in seguito l'evoluzione soprattutto di questi ultimi anni spingono con sempre maggiore urgenza verso una semplificazione dei livelli di governo obbligatori indicati in Costituzione,
    anche per ragioni di sostenibilità ordinamentale, funzionale e finanziaria." - Senatore Pegorer
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    COMMENTO

    1) Considerati i tanti scandali in cui sono stati coinvolti non pochi Consigli regionali italiani, scandali che hanno scosso l'opinione pubblica italiana, che sia "forse" l'Ente Regione da riformare?

    2) Cancellare le Province "anche per ragioni di sostenibilità ordinamentale, funzionale e finanziaria.". Le "ragioni di sostenibilità ordinamentale, funzionale e finanziaria" vanno dimostrate in maniera analitica e precisa. E ciò fin ad ora non è stato fatto. Anzi è già stato dichiarato apertamente dallo stesso Governo che con la cancellazione delle Province il risparmio sarà risibile. E nulla si sa sul come il Governo e la nostra Regione pensa di superare il caos istituzionale che seguirà alla cancellazione delle Province.

    Le attuali competenze delle Province della nostra regione, saranno date all'ente regione, ente già pesantemente centralizzatore e inefficente? O saranno date alle già fallimentari (Giunta Illy) "unioni dei Comuni"?



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  3. Il futuro delle Province sarà come quello delle "comunità montane", ossia il "caos", perdita di contributi europei e anni di commissario straordinario (la Giunta Serracchiani le ha di nuovo appena commissariate, dopo gli anni di commissariamento targato Giunta Tondo)?

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  4. DAL SITO INTERNET " www.UPInet.it " della "Unione Province d'Italia"

    Parere_ddlcost_abolizione_province_24luglio2013 file tipo

    Province: Saitta in Conferenza Unificata su DDL costituzionale abolizione Province

    "Furore abolizionista non supportato da ragioni economiche ne' da semplificazione e modernizzazione"

    “Il furore abolizionista contro le Province che pervade questo Governo non è giustificato né da ragioni economiche né da ragioni di semplificazione e modernizzazione della pubblica amministrazione. E’ il risultato dell’abdicazione della politica alla demagogia”.

    Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, intervenendo oggi nella riunione della Conferenza Unificata, chiamata a dare parere sul Disegno di Legge costituzionale di abolizione delle Province.

    “Una smania – ha aggiunto Saitta – che continua a non essere supportata da alcun dato reale e veritiero. Noi oggi siamo qui alla Conferenza Unificata perché la Corte Costituzionale ha dovuto ribadire una cosa del tutto elementare: che le istituzioni della Repubblica non si aboliscono per decreto legge.
    Tutti, soprattutto il Governo, avrebbero il dovere di accettare le sentenze di un organo costituzionale di garanzia della democrazia.
    Invece si è rabbiosamente proceduto ad approvare un disegno di legge costituzionale che ha come filosofia di fondo il ritorno al centralismo autoritario. Il disegno di legge costituzionale è un testo del tutto incoerente con lo spirito della nostra Costituzione, così come espresso dall’articolo 5. Il testo, tra l’altro, come hanno rilevato anche le Regioni nel loro parere consegnato in Conferenza Unificata, è accompagnato da una relazione dai toni offensivi e oltraggianti. Più che una relazione, infatti, sembra un manifesto politico contro le Province. E’ invece del tutto evidente la mancanza di risparmi, anche perché si sta intervenendo ad abolire le istituzioni che rappresentano l'1,3% della spesa. Vi invito per questo – ha esortato Saitta - ad avere il coraggio di affrontare la riforma delle Province all’interno di un disegno complessivo di riordino del Titolo V della Costituzione e dia vere la forza di affrontare tutto il tema del riordino istituzionale. Annuncio – ha poi concluso il Presidente dell’Upi - che chiederemo al Parlamento di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sugli enti strumentali per capire finalmente quanti sono, cosa fanno e come usano le risorse.
    Questo permetterà al Paese di intervenire a cancellare quelli che sono i veri enti inutili, il sottobosco della politica, dove gli sprechi si moltiplicano”.


    24-07-2013 – Redazioni UPI
    Redazione Upi Documenti

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  5. Dal quotidiano IL MESSAGGERO VENETO - Ud - del 27 settembre 2013

    Riforma delle Province, Ciriani chiede un referendum

    La richiesta dal palco dell'assemblea Upi di Pordenone da dove arriva un no al "furore abolizionista" contro gli enti intermedi

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/09/27/news/riforma-delle-province-ciriani-chiede-un-referendum-1.7819049

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  6. Dal sito internet della Regione FVG

    Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

    Pdl: Colautti, su destino Province non si faccia demagogia

    27 Settembre 2013, ore 14:32

    (ACON) Trieste, 27 set - COM/AB - "Sarà il commissariamento la risposta alla grande riforma sull'abolizione delle Province della Serracchiani in attesa della riforma costituzionale, oppure si seguirà la strada delle elezioni per poi intervenire a riforma costituzionale avvenuta?"

    A porre l'interrogativo, a margine del convegno UPI di Pordenone, è il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Alessandro Colautti.

    "A seguito delle dichiarazioni dell'assessore Panontin durante il convegno, se da un lato fa piacere vedere che la Giunta Serracchiani abbia preso consapevolezza che l'abolizione delle Province debba passare attraverso un iter costituzionale dai tempi lunghi e che il suo "facciamo da soli" sventolato in campagna elettorale è impraticabile, dall'altro ci dica cosa intende fare in relazione alla Provincia di Pordenone in scadenza. Un eventuale commissariamento, peraltro incostituzionale come sembrano quelli già avvenuti in Italia, rappresenterebbe solo la continuazione di una politica punitiva che non ha nulla di riformatore, alimentata solo dalla demagogia".

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=308941
    ù

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