lunedì 6 maggio 2013

L'UNIVERSITA' DEL FRIULI E' DEL POPOLO FRIULANO !



Università del Friuli
Elezione nuovo
MAGNIFICO RETTORE
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L’UNIVERSITA' DEL FRIULI
E' DEL POPOLO FRIULANO !

“ (…) Fu valutato se sospendere del tutto la raccolta o se chiedere una proroga a Roma, in considerazione della drammatica situazione in cui versava tanta parte del Friuli, con la popolazione spaventata, divisa in parte nelle tendopoli, in parte nelle località balneari. Quella gente umile si trovò sbattuta in ginocchio, nuovamente beffata dal destino proprio nel momento in cui era in procinto di sollevare fieramente la testa. Ma i friulani capirono perfettamente l'importanza della riscossa culturale, oltre che della ricostruzione del tessuto economico, e decisero di proseguire nella raccolta delle firme. Nonostante tutto. Dopo un paio di mesi, si fece il conto e si scoprì quanti avevano aderito: oltre 125 mila firme di elettori! Un plebiscito! (…)
Roberto Meroi
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Chiunque sarà il  Nuovo Magnifico Rettore dell’Università autonoma del Friuli, dovrà avere come scopo primario della sua gestione politica universitaria, la difesa della piena autonomia della nostra università, salvaguardandola dalla “voracità” e dagli “appetiti” del campanilismo triestino, e non dovrà scordarsi mai che l’università autonoma del Friuli è prima di tutto del popolo friulano che con forza ne ha voluto l’istituzione.
LA REDAZIONE DEL BLOG
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Dal quotidiano "Il Gazzettino" di Udine
Articolo a firma di Roberto Meroi

Domenica 5 Maggio 2013

L'8 marzo 1976 monsignor Alfredo Battisti, arcivescovo di Udine, fu il primo firmatario della proposta di legge popolare per l'istituzione dell'Università statale del Friuli.

Si era giunti a tale decisione dopo avere amaramente constatato che da parte dei politici e del Senato accademico triestino continuava ad esserci la più totale chiusura e veniva sistematicamente deferita anno dopo anno l'apertura di un paio di facoltà universitarie a Udine. Per troppo tempo prima illusi e poi delusi, i friulani avevano deciso che era giunta l'ora di non farsi più deridere e di passare all'azione.

Con il coordinamento del Comitato per l'Università friulana furono allestiti molti punti per la raccolta delle 50 mila firme necessarie per portare la petizione in Parlamento, con tavoli, tabelloni, fascicoli, materiale propagandistico, alcuni volontari ed un pubblico ufficiale. Fu impresa ardua: il reperimento di notai disponibili a spostamenti sul territorio e i più politicizzati evitavano di dare collaborazione. Sovente, l'improvvisa defezione del garante della regolarità delle operazioni di raccolta delle firme faceva saltare ogni cosa

Quando, la sera del 6 maggio, giunse l'Orcolat. Case e fabbriche distrutte, ponti crollati, strade impraticabili, un migliaio di morti, migliaia di feriti, gente ancora sotto le macerie. Il caos più totale in tutto il Friuli. Per vari giorni il pensiero della petizione popolare per l'università friulana passò in secondo piano. La raccolta delle firme fu inevitabilmente sospesa. Tantissimi fascicoli già completati giacevano sepolti sotto i resti degli edifici comunali crollati. Fu valutato se sospendere del tutto la raccolta o se chiedere una proroga a Roma, in considerazione della drammatica situazione in cui versava tanta parte del Friuli, con la popolazione spaventata, divisa in parte nelle tendopoli, in parte nelle località balneari.

Quella gente umile si trovò sbattuta in ginocchio, nuovamente beffata dal destino proprio nel momento in cui era in procinto di sollevare fieramente la testa. Ma i friulani capirono perfettamente l'importanza della riscossa culturale, oltre che della ricostruzione del tessuto economico, e decisero di proseguire nella raccolta delle firme. Nonostante tutto.

Dopo un paio di mesi, si fece il conto e si scoprì quanti avevano aderito: oltre 125 mila firme di elettori! Un plebiscito! Basterebbe soltanto l'esempio di Gemona del Friuli, dove furono raccolte 3.228 firme tra i terremotati sotto le tende, per capire quanta fosse la sete di riscossa culturale del popolo friulano.

Ora l'Università autonoma del Friuli, con oltre 16 mila studenti, è una grossa realtà nel panorama della ricerca e dell'innovazione e si è ritagliata un ruolo interregionale ed internazionale che le viene unanimemente riconosciuto. L'Università autonoma di Udine è stata e continua ad essere un motore di crescita per tutto il territorio friulano e non solo. E' un importante veicolo scientifico, didattico, culturale e progettuale e ha ancora necessità di crescere e di espandersi, per attrarre sempre più studenti anche dall'estero. I friulani devono esserne fieri e difendere l'autonomia del loro ateneo come fecero in quella lontana primavera del 1976.


ROBERTO MEROI


1 commento:

  1. Trieste non ha mai rinunciato al suo progetto di cancellare l'Università del Friuli, Università considerata dal campanilismo triestino un "inutile doppione" dell'università triestina: non serviva l'Università di Udine, bastava l'Università di Trieste !

    Non potendo più impedire l'istituzione dell'Università di Udine, istituita con una legge statale nel 1978 a seguito di una proposta di legge popolare, Trieste da sempre cerca di impedire e condizionare lo sviluppo dell'università friulana.

    La Federazione tra l'Università di Trieste e di Udine, non è altro che lo strumento attraverso cui Trieste vuole arrivare alla cancellazione dell'autonomia della nostra università. Questo patto federativo va cancellato! La nostra università deve restare autonoma e libera di scegliere con quale Università creare rapporti di collaborazione, senza alcun condizionamento politico.

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