venerdì 28 settembre 2012

RIFORMA PROVINCE? QUANTE CHIACCHIERE DA BAR !



RIFORMA PROVINCE?
QUANTE
CHIACCHIERE DA BAR !

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Il Gazzettino - Udine
20 settembre 2012

NO A TRIESTE
SUPER-PROVINCIA

La politica regionale, dall’alto, vuole a ogni costo riformare gli enti locali ma lo sta facendo con tante, troppe chiacchiere da Bar nel mentre i punti di partenza della discussione dovrebbero essere esclusivamente questi tre quesiti:
1) quali sono i limiti posti dalla Carta Costituzionale e dallo Statuto di autonomia alla podestà legislativa della nostra regione in tema di Province?
2) quali sono le competenze attuali delle Province?
3) possono le Province essere sostituite dalle Unioni di Comuni e quest’ultime “sicuramente” opereranno con maggiore efficienza rispetto alle attuali province?
A queste domande razionali e ovvie la politica sta rispondendo solo ed esclusivamente con slogan indimostrabili e populisti, nel mentre evita di spiegare al cittadino il caos istituzionale che seguirà alla cancellazione o svuotamento delle province e come si pensa di superarlo.
E la politica ( e gran parte della stampa locale e nazionale!) evita anche di raccontare al cittadino che la Corte Costituzionale è stata chiamata a dirimere non pochi dubbi d’incostituzionalità concernenti il provvedimento licenziato dal Parlamento italiano sull’accorpamento delle province e sull’abbassamento di questo ente previsto dalla Costituzione come ente territoriale, da ente elettivo a ente di secondo livello.
Se la Corte Costituzionale accoglierà i ricorsi delle regioni a Statuto ordinario, salterà, anche per la nostra regione, poco importa se a statuto speciale, ogni previsione di riforma delle Province nei termini proposti da Serracchiani e Tondo.
C’è poi un altro grandissimo problema esclusivo della nostra Regione.
Piaccia o non piaccia all’ANCI (associazione nazionale comuni italiani) regionale, all’Avv. Debora Serracchiani, al Presidente Renzo Tondo e a gran parte della politica regionale, la nostra è una regione artificiale composta da due territori ben distinti sotto tutti i punti di vista: Friuli e Trieste.
E i due territori hanno diritto ad avere pari competenze e pari autonomie.
Se l’attuale Provincia di Trieste viene trasformata in una “città metropolitana”, ossia in una super-provincia che avrà maggiori competenze e autonomie rispetto all’attuale provincia triestina, cosa sarà riservato alla Regione Friuli, ossia al restante 80% della regione?
Ci ritroveremo con una regione, dove il 20% del territorio (l’attuale provincia di Trieste) avrà un’autonomia enorme rispetto all’attuale, mentre il restante 80% vedrà diminuire la sua autonomia amministrativa delegata in parte a “baruffanti” Unioni di Comuni e per la restante parte alla regione stessa, ossia a Trieste?
Finalmente vedremo realizzato il sogno triestino di una “Grande Trieste”, “vera capitale della regione Friuli”?
E la minoranza linguistica storica friulana, maggioritaria nelle attuali tre province friulane di Gorizia, Udine e Pordenone?
Ricordo che lo stesso Consiglio d’Europa, ha più volte affermato che non ci può essere tutela delle minoranze linguistiche disgiunta dall’autonomia amministrativa del territorio, ove vive la minoranza stessa.
Ne vogliamo tener conto, o bastano sulle Province le chiacchiere da Bar?
Roberta Michieli
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La VITA CATTOLICA - Udine
13 settembre 2012

LA POLITICA DISARTICOLA
IL TERRITORIO FRIULANO.

Leggendo la stampa locale, sembra che i candidati alla guida della nostra Regione, invece di mettersi in ascolto degli autentici bisogni dei cittadini, studiando come adattare le istituzioni presenti in regione alle loro necessità, propongano curiosamente a noi elettori, di demolirne una buona parte.
E cosi come si è voluto eliminare le comunità montane, paralizzando per anni la vita pubblica e amministrativa della nostra montagna, oggi si vuole, Corte Costituzionale permettendo, eliminare le Province, e anche altri enti, senza valutarne la funzione e i compiti e soprattutto senza avere un chiaro e dettagliato progetto di cosa mettere al loro posto.
Forse sono solo le prime proposte di questa campagna elettorale, buttate là dai candidati per sentire un pò la reazione della gente resa furente dai professionisti dell'anti-casta.
Tuttavia noi cittadini dovremo seguire con la massima attenzione le proposte di questi candidati per non consegnare a degli incompetenti le chiavi della Regione.
Anche perché da queste proposte emergono alcune cose inquietanti per questa regione duale.
La Provincia di Trieste verrebbe sì abolita, Costituzione permettendo. Ma al suo posto nascerebbe la città metropolitana: una super provincia eletta dai cittadini e dotata di maggiori autonomie, finanziamenti e competenze dell'attuale Provincia triestina.
Il Friuli, privato delle sue Province, finirebbe completamente disarticolato in ipotetici mandamenti e unioni di comuni di secondo livello, ossia non elettivi.
E ciò che oggi è di competenza delle Province e non sarà delegato a questi nuovi enti di secondo livello, diventerà di competenza della Regione realizzando così un'ulteriore e nefasta centralizzazione regionale a discapito dell'autonomia territoriale.
Ma se queste sono le proposte, perché noi friulani dovremmo votare questi candidati?
Remo Brunetti – Cavazzo Carnico
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martedì 25 settembre 2012

TRIESTE, CITTA' INTERNAZIONALE O CITTA' DROGATA DALL'ASSISTENZIALISMO?



TRIESTE

CITTA’ INTERNAZIONALE

O

CITTA' DROGATA

DALL'ASSISTENZIALISMO?

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TRIESTE

 CHE NON VUOLE CRESCERE



(…) La triestinità è ostile ad iniziative di impresa, insensibile alle attività economiche. Abbiamo perduto anche parte dello spirito del commercio adagiandoci al ricordo dei nostri progenitori che hanno costruito una piccola capitale cosmopolita nell'ottocento, lavorando anche con diverse etnie, traendo linfa culturale a sostegno della modernità che avanza grandi passi.

Abbiamo ereditato, quindi, ultimamente, una città supina agli accenti dello Stato e drogata dal commercio oltre-frontiera, dalla benzina agevolata e da tante altre convenienze tanto da sentirci appagati da questa condizione di inerzia e da non sentire lo stimolo di uscire da questa illusione onirica.

Circondati dal meraviglioso altipiano carsico, cosparso dal rossastro sommaco e dal placito golfo turchino dove le navi trovano riparo in rada dai gelidi venti di bora, magari ci accorgessimo che il vero problema siamo noi, le nostre rappresentanze e non la crisi in atto, potremmo finalmente ricuperare quello che stiamo guardando inebetiti!

Sergio Tomasi



Da leditoriale a firma di Sergio Tomasi – Direttore responsabile di “La nuova VOCE GIULIANA” – quindicinale di informazione e cultura pubblicato con il contributo dello Stato italiano ex legge 296/2006  - Editrice Associazione delle Comunità Istriane - Trieste – Via Belpoggio 29/1 - La nuova VOCE GIULIANA” 16 settembre 2012  - n. 267

sabato 22 settembre 2012

GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE - CIVIDALE - 25 SETTEMBRE 2012



Giornata europea
delle lingue

PLUI LENGHIS,
PLUI MUSICHIS, PLUI EUROPE
VEČ JEZIKOV,
VEČ GLASBE, VEČ EVROPE
PIÙ LINGUE,
PIÙ MUSICHE, PIÙ EUROPA

Cividât /Čedad/
Cividale del Friuli,
25.09.2012, h. 18.00


Il 25 settembre Friulani e Sloveni celebrano insieme in musica la Giornata europea delle lingue

Al Navel di Cividât/Čedad/Cividale del Friuli si presenta il libro “La mê lenghe e sune il rock”

Su Radio Onde Furlane è in programma una puntata speciale di “Babêl Europe”


Aperitivo all'insegna della musica e del pluralismo linguistico e culturale a Cividale del Friuli.

Martedì 25 settembre presso il circolo Navel, in Foro Giulio Cesare n°13, con inizio alle 18, è in programma l'incontro PLUI LENGHIS, PLUI MUSICHIS, PLUI EUROPE // VEČ JEZIKOV, VEČ GLASBE, VEČ EVROPE // PIÙ LINGUE, PIÙ MUSICHE, PIÙ EUROPA.

L'appuntamento, organizzato da Navel, Radio Onde Furlane, la «radio libare dai furlans», e Novi Matajur, il settimanale della comunità slovena della provincia di Udine, consiste in un incontro pubblico in cui si celebra – con un giorno di anticipo sul calendario – la Giornata europea delle lingue, proclamata undici anni fa per il 26 settembre dal Consiglio d'Europa e dall'Unione Europea, allo scopo di promuovere il pluralismo linguistico nelle sue varie dimensioni di patrimonio culturale, diritto fondamentale e opportunità formativa, civica, socioeconomica ed artistica.

La riflessione su questi temi sarà condotta in base ai contenuti del libro (con cd audio allegato) “La mê lenghe e sune il rock (e no dome chel). Friûl, Europe”, di Marco Stolfo, un saggio bilingue in friulano e italiano, pubblicato da Informazione Friulana, dedicato alla produzione musicale nelle lingue minoritarie, in Friuli e in Europa, dal Paese Basco alla Sardegna, dal Galles alla Bretagna e dall'Occitania alla Frisia.

La presentazione del volume sarà condotta da Paolo Cantarutti, giornalista e presidente della cooperativa Informazione Friulana, editrice sia del libro che di Radio Onde Furlane. Interverranno Michele Obit, giornalista e presidente della cooperativa Novi Matajur, e i musicisti Igor Černo, componente del gruppo BK Evolution, band di punta della musica in sloveno prodotta in Friuli, e Leo Virgili, coinvolto in diversi significativi progetti della cosiddetta “gnove musiche furlane”, dagli Arbe Garbe ai Kosovni Odpadki sino alla Bande Tzingare. Sarà presente anche l'autore.

Il programma prevede anche un «ghiringhel» finale, allietato dalle selezioni musicali friulane, slovene e babeliche di Mojra Bearzot, redattrice e dj di Radio Onde Furlane.

La Giornata europea delle lingue sarà celebrata anche alla radio. Martedì 25 alle 11, in diretta, e mercoledì 26, alle 13, in replica, sulle frequenze di Radio Onde Furlane (sui 90, sui 90.200 e sui 106.500 Mhz e in rete all'indirizzo www.ondefurlane.eu), sarà diffusa una puntata speciale di Babêl Europe, trasmissione curata da Marco Stolfo e dedicata alla produzione musicale nelle lingue proprie delle minoranze e delle nazionalità del continente.

PLUI LENGHIS, PLUI MUSICHIS, PLUI EUROPE // VEČ JEZIKOV, VEČ GLASBE, VEČ EVROPE // PIÙ LINGUE, PIÙ MUSICHE, PIÙ EUROPA si inserisce nella collaborazione già in atto tra Radio Onde Furlane e Novi Matajur ed è manifestazione del comune impegno a favore della tutela delle minoranze linguistiche della regione e della solidarietà reciproca, rappresentata dalle due testate, tra le comunità friulana e slovena.

L'ingresso è libero.

giovedì 20 settembre 2012

LUCIA GAZZINO : BABEL - POESIA E MUSICA FRA I MOSAICI - sabato 22 settembre alle ore 20.30 a Clauiano



POESIA
IN LINGUA FRIULANA


“Il Friulano è una lingua splendida che ha una tradizione e che nel ‘900 ha dato tanti bravi poeti”


Lucia Gazzino ha talento, le sue sono belle poesie e uniscono cuore e intelligenza. Senza cuore la poesia è una poesia inutile.”


FRANCO LOI



BABEL

POESIA E MUSICA
FRA I MOSAICI


Presentazione della Raccolta poetica

BABEL
(OMS, FEMINIS E CANTONÎRS )

di
LUCIA GAZZINO

Sabato 22 Settembre
alle ore 20,30

presso l’ Art Exhibition Gallery
Clauiano (Trivignano Udinese) UD,
Via della Filanda , 1


Presentazione di Paolo Cantarutti,
Musica: M° Marta Vigna (arpa)


In caso di bel tempo
la presentazione si terrà in corte

L’evento si inserisce nella manifestazioni della Mostra Internazionale del Mosaico Contemporaneo
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Babèl si snoda attraverso tre sezioni: Fûr, Dentri e Ator (Fuori, Dentro e Altrove), rivelatrici del timbro fortemente esistenziale e panico che attraversa la raccolta.
Una malinconia diffusa manifesta le inquietudini di una vita di cui si cerca il senso, sporgendosi verso l’esterno sezione Fûr – a incontrare oms e feminis, relegati ai margini della società, a confrontare i tradimenti inaspettati e le delusioni con le certezze comportamentali della natura […]Ma è necessario anche interrogarsi, cercando di analizzare i propri sentimenti per tentare di capire chi siamo, le radici, gli affetti, l’amore, i desideri – sezione Dentri, quella forse più personale, interamente dedicata agli affetti familiari e all’amore, che tanta parte ha nella vita di ciascuno di noi […]Infine, nella terza sezione Ator Lucia Gazzino partecipa emotivamente e denuncia con vigore le ingiustizie sociali e le cause di sofferenze per il genere umano, conflitti, guerre, prevaricazioni. Il tutto in quel breve periodo di permanenza che ci è dato sperimentare […]La poesia di Lucia Gazzino è leggera e profonda allo stesso tempo, è invito a viaggiare dentro le parole per immaginare e sognare […] è viaggio e sogno per apprendere – anche ad amare.
dalla presentazione di Gerardo Mastrullo

DAL SITO INTERNET

martedì 18 settembre 2012

PROVINCE - FRIULI E TRIESTE E' L'UNICA SOLUZIONE - INTERVISTA A GIANFRANCO D'ARONCO

province:
friuli e trieste
E’ L’UNICA SOLUZIONE

Intervista a
Gianfranco D’Aronco

Tutte le regioni del nord - tranne Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta - unite in un'unica macroregione, prendendo come riferimento lo statuto del Friuli-Venezia Giulia. È la proposta emersa lunedì 10 settembre a Verona, nel corso della riunione dei gruppi regionali del Pdl del Nord, presente anche il presidente Tondo.
Che cosa pensa di questa proposta Gianfranco D'Aronco, tra i padri dell'autonomismo friulano?

«
Vede, c'è chi vende mele, chi scarpe, chi profumi, chi orologi e via dicendo. I politici furbi - quelli di mestiere, di ruolo, in pianta stabile insomma (e sono i più, mentre quelli di valore sono i meno) - i politici vendono parole. Non bastava l'Euroregione di vecchia data: una specie di araba fenice, "che ci sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa". Adesso nascerebbe un'altra ("unica"!) macroregione, con un pò di Nord-Italia. Lusinghiero per noi che si parli di prendere a modello, per certe materie, il Friuli-Venezia Giulia. Ma vien da esprimere le più alte meraviglie, perché i governanti di casa nostra, dico di una Regione a statuto speciale o particolare, confermano di essere avviati non da oggi lungo una strada che ci porterà un pò alla volta a una Regione normale. Mentre un giorno sì e un giorno no dicono ("parole, parole"...) di difendere la specialità, la portano alla estinzione. Nessuna novità.

I nostri soloni non sono autonomisti: lo ha affermato tempo fa il primo di loro. Fingono di dimenticarsi, ma noi siamo una Regione a statuto speciale, esattamente come Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta. Sennonché siamo retti da centralisti».

Quanto ne uscirebbe penalizzata la Regione Friuli-V.G. se la proposta divenisse realtà?

«Ci troveremo senza accorgerci nel gran calderone dell'Italia non unita, ma uniformata, con Roma eterna che parla ogni tanto di federalismo, mentre rafforza il centralismo. An­che l'immediato plauso ad abolire le Province (superando le più rosee speranze dei Sette Colli), subito espresso da troppi nostri "sorestants", nasconde il chiaro fine di concentrare tutto a Trieste, eliminando scomodi intermediari, e di raggiungere così direttamente Comuni e comunelli, accentuandone la dipendenza.

Udine, Gorizia e Pordenone avevano un certo peso, soprattutto se fossero state messe in grado di decentrare, come imposto senza il minimo dubbio dalla Costituzione e dal nostro stesso Statuto. Fra Trieste (eccentrica, egocentrica, campanilistica) e i Comuni ci sarà, ripeto, un rapporto diretto, con relativo aumento burocratico. Ma forse non sarà così. Forse si tratterà solo di cambiare le tabelle sui portoni, e le Province si chiameranno con surrogati come Area Vasta o simili, mentre le spese non diminuiranno. I dipendenti non si possono mica mandare a casa, né trasferirli in blocco a piazza Unità.

In realtà, gli eletti in Provincia costavano poco. Udine, Pordenone e Gorizia non meritano una passata di spugna, con il contentino che i Comuni si possono aggregare a volontà (guardando al futuro, riesumiamo i Mandamenti? O i Circondari?). Anche le immagini hanno un loro peso: le Province non sono tutte nate ieri senza un criterio, e la loro conduzione non è come a Catania».

Il tema della salvaguardia della specialità sarà al centro della prossima campagna elettorale. Che cosa direbbe, in merito, ai candidati alla presidenza della Regione e ai suoi rappresentanti a Roma?

«Sono un friulano qualunque. Ho insegnato sì, ma faccio politica per così dire a tavolino, con modesto ascolto. Non sono fatto per i comizi e le aule. Mi guardo bene dal dare consigli, specie ad alcuni ripetenti (in senso etimologico), mentre ai novelli aspiranti direi di guardarsi dentro ben bene e di non vendere parole. Ce ne sarà qualcuno di buono, no? Seguano i buoni esempi e fuggano dalle cattive compagnie».

Quanto alla riforma degli enti locali, che cosa pensa della proposta di due enti di area vasta, uno per la Venezia Giulia e uno per il Friuli, al posto delle attuali 4 Province?

«Quella cui lei accenna è l'unica soluzione ragionevole: il resto è fatto di rammendi. La nostra amata Regione è composta (sì o no?) di Friuli e di Venezia Giulia (che è poi Trieste). Pordenone e Gorizia non sono forse in Friuli? Dove se non in Friuli? Forse in Groenlandia? Passiamo dunque dalle parole ai fatti: il Friuli da una parte (Provincia, Area Vasta o Vattelapesca) e Trieste città metropolitana, multietnica, poliedrica e campanilistica.

La Regione resta unica, ma ci sarebbero due Sottoregioni: il che è poi dal 1945 il sogno mio e di tanti altri, seguaci non dimentichi di Tiziano Tessitori».

erika adami
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L’intervista al Prof. Gianfranco D’Aronco è stata pubblicata, a firma della giornalista Erika Adami, giovedì 13 settembre 2012 sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA.